Alessio Pascucci, classe 1982, ha un dottorato di ricerca in Intelligenza artificiale. Dal 2012 è sindaco di Cerveteri, e coordinatore nazionale di Italia in Comune, il movimento da lui fondato con il sindaco di Parma Pizzarotti.
Pascucci ai primi di agosto, in qualità di consigliere e presidente della Commissione bilancio di Roma città metropolitana, ha scritto al ministro degli Interni Salvini chiedendo lo sgombero del palazzo capitolino occupato da CasaPound e divenuto la sede nazionale dei “fascisti del terzo milleniio”. Le ha risposto?
Niente affatto, nonostante sia una lettera delle istituzioni che rappresento. La correttezza istituzionale avrebbero suggerito un riscontro, anche negativo sia chiaro, invece del silenzio assoluto. Però non sono sorpreso, è un ministro della Repubblica che, in dispregio alla Costituzione, alla nostra storia e al sangue versato in Italia per conquistare la democrazia, gira e si fa ritrarre con magliette e felpe di CasaPound e Forza Nuova; si è permesso pure di scrivere sul suo profilo Facebook “tanti nemici, tanto onore”, parafrasando Mussolini proprio nel giorno della nascita del dittatore e capo del fascismo. O è un ignorante o, peggio, denigra chi si è battuto per difendere la nostra libertà.
Parole forti
La nostra proposta è politicamente e amministrativamente molto seria. Con migliaia di famiglie senza casa, la vicenda dello stabile in via Napoleone III, n. 8 (ndr: sede di CasaPound) è vergognosa. Un partito, per di più in odore di incostituzionalità, occupa abusivamente da ben tre lustri un pregiatissimo palazzo del patrimonio nazionale, sei piani e una ventina di appartamenti al centro della Capitale, a un passo dalla stazione Termini e dal Viminale. E scopo dell’illegalità? Fare politica, conferenze stampa, convegni. Se CasaPound tenesse alla legalità e volesse fare il proprio dovere invece delle ronde per cacciare i rom dai quartieri o gli ambulanti sulle spiagge, attività assolutamente non di loro competenza, lascerebbe uno stabile occupato abusivamente. Due anni fa, l’allora prefetto Tronca individuò 16 immobili da sgomberare con assoluta priorità. Nell’elenco c’era anche quell’edificio, ma a distanza di due anni CasaPound è ancora lì indisturbata.
Nei giorni scorsi, con una circolare, il Viminale sembra avviato a una stretta contro le occupazioni abusive di immobili.
Le disposizioni non riguardano la sede di CasaPound, si prevede piuttosto un’azione indiscriminata per altri locali, non valuta neppure i diritti delle persone disagiate, anzi le rimanda a un tempo successivo. Inoltre, lascia ancora una volta in mano ai sindaci la difficile organizzazione dell’accoglienza ai bisognosi, mentre spetterebbe al governo mettere a punto un piano di investimenti nell’edilizia popolare. Su questo problema la politica negli ultimi vent’anni è stata fallimentare. Nella mia città, Cerveteri, in due decenni non sono mai stati costruiti alloggi per le fasce disagiate. Occupare è illecito, ma tante famiglie non hanno la possibilità di vivere in maniera dignitosa e le istituzioni non hanno dato loro risposte. Le persone sono state costrette ad occupare.
La missiva era indirizzata anche alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, e al prefetto Basilone. Ha avuto loro notizie?
Erano destinatari della lettera solo per informarli, perché sono le altre istituzioni coinvolte, trovandosi la magione di CasaPound nel territorio dell’area metropolitana di Roma. Non intendo sottrarre nessuno dalle proprie responsabilità, ma aggiungo che la direttiva del Viminale mette in difficoltà tutti i primi cittadini e per questo la sindaca Raggi ha la mia totale comprensione e solidarietà. Di sgomberi si sta occupando il titolare del Dicastero e unicamente a lui spetta rispondere. Per di più nell’immobile di via Napoleone III abitano parenti stretti e amici dei dirigenti del partito. Quindi in quel palazzo non si lavora per il bene collettivo ma nell’interesse esclusivo di pochi, loro stessi. I furbetti ci sono sempre ma non si possono equiparare a chi non arriva a fine mese, a chi resiste quotidianamente a questo momento storico di crisi, a chi invece se ne approfitta. Ed è curioso che un partito occupi un immobile abusivamente e vi faccia risiedere tutti i parenti del leader nazionale. Naturalmente se uno di quei parenti fosse in condizioni di bisogno dovrebbe essere tutelato al pari di chiunque. Salvini tutti i giorni parla di legalità ma si guarda bene di dare l’esempio o almeno un segnale. È una vergogna che il nostro Paese abbia un ministro come lui.
Da sindaco anche lei si trova in difficoltà?
Ho 17 plessi scolastici, un territorio da amministrare più grande di Torino e più esteso di Napoli, non ho vigili urbani. Pensi che a Cerveteri nel tardo pomeriggio il Comando dei carabinieri non risponde alle chiamate e le richieste vengono dirottate nella località più vicina, a Civitavecchia. E nonostante i disagi che lamentiamo da anni, invece di preoccuparsi della sicurezza dei miei ragazzi, italiani e stranieri, cosa mi ha chiesto per prima cosa Salvini? Di mandare la polizia municipale a perseguire con le multe gli ambulanti sulle spiagge. Dimostra di essere un ministro senza idea alcuna dei problemi delle nostre città. Ci servono vigili che sorveglino, carabinieri per ridurre le ondate di furti. Il mercato illegale va contrastato ma non è l’emergenza di sicurezza delle nostre comunità, sicuramente non quella di Cerveteri.
La preoccupano i casi di violenza razzista?
Certamente. Non credo però che ci troviamo in emergenza razzista. Non siamo un Paese razzista. Ritengo piuttosto che se il nostro ministro dell’Interno, o qualsiasi altro leader nazionale, usa linguaggi e modi violenti, e ogni giorno punta il dito contro gli immigrati, deride gli avversari politici, sta solleticando istinti primordiali, alimentando il fuoco dell’odio. La cultura, la conoscenza, l’istruzione sono servite e servono a dominare gli impulsi brutali: chi è vittima di un sopruso invece di dare un cazzotto a chi per esempio parcheggia nei posti riservati ai diversamente abili proviamo a parlare, a spiegare, oppure ci rivolgiamo alle istituzioni per ottenere giustizia. Ovvio, è più facile essere aggressivi piuttosto che comportarsi educatamente e, sottolineo, non a caso gli episodi di violenza razzista si sono moltiplicati a dismisura negli ultimi mesi: si sparano proiettili di gomma contro gli immigrati, è stata colpita con le uova un’atleta italiana di colore, si è arrivati anche all’omicidio. Questo governo sta mettendo gli ultimi contro gli ultimissimi, i poco poveri contro i poverissimi.
Cerveteri ha adottato la delibera sulla concessione di spazi pubblici?
Ci stiamo lavorando e pensiamo di costruire il percorso insieme all’Anpi. La mia città è antifascista, siamo nell’Anagrafe dei comuni antifascisti promossa da Sant’Anna di Stazzema, abbiamo accompagnato gli studenti più meritevoli in un viaggio sui luoghi della Resistenza, abbiamo regalato a tutte le scuole comunali il testo della Costituzione, ormai da quattro anni abbiamo trasformato il 25 aprile in una grande giornata istituzionale che comincia la mattina al monumento ai Caduti e prosegue nel pomeriggio con una grande festa sul litorale. Quando qualche mese fa, a Pavia, le porte delle case di alcuni cittadini sono state marchiate con ignobili adesivi con scritto “qui ci abita un antifascista” ho subito reagito e deciso di marchiare anche il mio Comune con l’adesivo “qui c’è un sindaco antifascista”. E molti altri colleghi hanno fatto la stessa scelta. L’antifascismo è un valore cardine da difendere con vigore.
Anche l’accoglienza ai migranti?
Certamente. Oggi chi accoglie deve essere dotato di un coraggio forte, seppure le comunità siano più intelligenti delle forze politiche. Cinque anni fa ho voluto accogliere dei giovani migranti assegnati ad un altro Comune, nonostante nessuno ce lo avesse chiesto. Mi avevano addirittura suggerito di nasconderli, invece li ho portati sul palco dell’Etruria Eco Festival, la manifestazione artistica più importante per Cerveteri, e sono stati applauditi, e in seguito tutti quei ragazzi si sono perfettamente integrati. La percezione della realtà però è cambiata in brevissimo tempo, perché a furia di seminare e invocare odio, le persone rispondono odio.
Nelle scorse settimane a Catania e a Milano centinaia di persone con tante associazioni hanno manifestato solidarietà ai migranti della Diciotti. La società civile può farsi sentire, su questo e altri temi che la sinistra sembra abbia rinunciato ad affrontare?
Mi sono sempre battuto per l’accoglienza e continuerò a farlo, però ritengo ci sia soprattutto urgenza di dare soluzioni concrete ai bisogni dei cittadini. Nella mia città quest’anno mancano gli insegnanti per il tempo pieno e i genitori non sanno a chi lasciare i figli il pomeriggio; non possiamo dare assistenza educativo-culturale ai ragazzi diversamente abili perché ci hanno tagliato i fondi, lo scuolabus ha difficoltà col carburante. C’è bisogno dunque di piazze plurali, in cui si affrontano tutti le esigenze prioritarie del paese.
È la via per contrastare populismi e l’avanzata dell’estrema destra?
Va compreso che gli slogan sono più facili di ogni ragionamento. Io dico sempre, citando un film di Sergio Leone, che “quando un uomo con uno slogan incontra un uomo con un ragionamento, l’uomo con il ragionamento è un uomo morto”. Dunque, contrastare chi con un tweet esorta a sparare al proprio vicino è complicato. La questione è: dobbiamo trovare l’energia e la volontà di investire nel futuro oppure fare come il Pd, cioè pensare a un orizzonte di 24 ore, dimostrando che i veri populisti funzionano più di chi copia i populisti? Le copie perdono sempre e così vincono i vaffa di Grillo, vince Di Maio, vince Salvini che vorrebbe sparare ai barconi. Appartengo a una città agricola e ho imparato che bisogna seminare, rassodare la terra, aspettare le piogge. E se pure per raccogliere ci vorranno anni, bisogna cominciare subito a lavorare. Come Italia in Comune sono stato in questi giorni in Basilicata, Emilia Romagna, Puglia e andrò presto in altre regioni per incontrare altri sindaci e costruire comunità, operando per rispondere alle domande reali delle persone, perché nessuno ascolta i cittadini, neppure Salvini.
Pubblicato venerdì 7 Settembre 2018
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