Ivrea, capoluogo del Canavese, si adagia lungo la Dora “cerulea” cantata da Carducci, cerniera e terra di fluido confine con la Valle d’Aosta, il Biellese, le Valli del Chiusella e la pianura verso Torino e le Valli di Lanzo. Durante la Resistenza la Scuola di formazione meccanica dell’Olivetti ospitava e proteggeva le varie formazioni partigiane: le Garibaldi, le G.L., gli Autonomi del mitico e discusso “Piero Piero”. Ogni più piccolo paese ha qui le proprie memorie di guerra, conta i suoi Martiri: circa un migliaio. Terra di Resistenza, dunque, e tuttavia, a volte ritornano, le ombre nere del passato.
Si rifanno vive nell’estate 2017 con una azione vandalica contro un simbolo della lotta di Liberazione: il ponte ferroviario fatto saltare nella notte del 23 dicembre 1944 per impedire il transito dei convogli che trasportavano il ferro delle miniere di Cogne in Germania, ad uso bellico. Era fondamentale interromperne il passaggio. La missione inglese Cherokee, paracadutata in zona, non aveva dubbi, ma “giungere a quel ponte era un suicidio”, dichiarò il capitano Pat Amoore: troppo sorvegliato, chiuso fra il Comando tedesco e una caserma repubblichina. Occorreva un bombardamento, che avrebbe però causato danni incalcolabili alla città. “Fate prima provare noi”, propose Mario Pelizzari, “Alimiro”.
Con un gruppo misto di Garibaldini e G.L., compì una impresa che aveva del prodigioso. Assieme ad Amos Messori, “D’Artagnan” riuscì a minare il ponte e a farlo saltare, salvando Ivrea dalla distruzione. “Un miracolo di ingegneria partigiana” ebbe a definirlo Calamandrei. D’Artagnan, amato e ammirato come “eroe” cittadino, ci ha lasciato a gennaio dell’anno scorso. Ebbene, un frammento del ponte, rimasto in loco a memoria di quell’azione, viene oltraggiato da un gruppuscolo neofascista che nessuno aveva mai sentito nominare prima: “rebel-firm”. Firmano il vandalismo con un cartello recante la sigla della X MAS, famigerata formazione repubblichina che nel ’44 aveva orrendamente torturato il partigiano Ferruccio Nazionale, impiccandolo poi nella piazza del Municipio con un cartello che recitava: “Ha osato sfidare la X MAS”. La popolazione era stata obbligata, assieme alle scolaresche, ad assistere.
Il vandalismo suscita lo sdegno degli eporediesi, l’Anpi organizza un presidio, viene sporta denuncia per apologia di reato dal sottoscritto presidente di sezione e dall’allora presidente del Consiglio comunale.
Rebel-firm si fa ancora notare con sporadiche apparizioni, striscioni nei luoghi di qualche sciopero (prontamente rimossi da loro stessi) per accreditarsi come sostenitori dei ceti più deboli, si dichiarano “nazional rivoluzionari” nel più logoro stile nazifascista.
Restano, però, sostanzialmente nell’ombra, finché il diffondersi a livello nazionale della destra, lo sdoganamento dei nuovi (e vecchi) fascismi, persino il loro partecipare alle elezioni comunali ed europee li riporta alla ribalta. Annunciano per il 1° giugno l’inaugurazione della sede, preceduta da un presidio in piazza Balla (Aldo Balla, nome di battaglia Saetta, altro Martire partigiano). L’evento dovrebbe vedere la partecipazione di realtà razziste, xenofobe, seguaci del nazionalsocialismo e del Terzo Reich. Non da meno le due band per il concerto che seguirà.
Interviene l’Anpi, 27 associazioni cittadine firmano un appello: “Abbiamo deciso di non rimanere in silenzio, ma di esprimere la nostra più profonda indignazione riguardo ai fenomeni di neofascismo che si stanno diffondendo anche nella nostra Città. Infatti non possiamo ignorare la presenza di gruppi che inneggiano all’odio, alla violenza, al razzismo e che si rifanno con orgoglio a pagine buie e deplorevoli del nostro passato… chiediamo con il presente comunicato, inviato precedentemente alla Prefettura di Torino, alla Segreteria del Sindaco di Ivrea e alla Questura di Ivrea, di non permettere che queste idee di stampo neofascista e dichiaratamente neonaziste possano camminare per le strade di Ivrea, Città della Resistenza e Antifascista per costituzione…”
Il riferimento è ovviamente alle leggi Scelba e Mancino, nonché all’impegno a suo tempo firmato dalla precedente Giunta “a non concedere spazi o suolo pubblici a manifestazioni che non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti.”, frutto della campagna antifascista promossa dall’Anpi.
All’appello si aggiungono Cgil, Cisl, Uil e molti partiti e associazioni.
Sino a poco tempo fa cercavamo di non dare visibilità a questi rigurgiti fascisti, adottando la linea del silenzio, ma ora è tempo di rompere ogni prudenza e l’Anpi di Ivrea e Basso Canavese promuove una mobilitazione che vedrà in piazza le Sezioni Canavesane, Biellesi e Valdostane.
Necessaria la massima fermezza, evitando qualsiasi tipo di violenza, verbale o fisica; quella lasciamola ai fascisti. Noi abbiamo dalla nostra il giudizio morale della Storia e i valori fondanti della Costituzione, figlia della Resistenza. Diciamo NO ad ogni vecchio o nuovo fascismo, lo faremo continuando ad operare assieme alle tante associazioni con le quali lavoriamo da anni su migranti, legalità, ambiente. Non smetteremo di proporre non soltanto la memoria storica e la difesa della Costituzione, ma anche la cultura in ogni suo aspetto. Lo facciamo nella nostra sede, sul territorio e nelle Scuole: il modo migliore per combattere l’ombra nera.
Mario Beiletti, presidente Anpi, Sezione di Ivrea e Basso Canavese e componente della segreteria provinciale di Torino
Pubblicato martedì 28 Maggio 2019
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