“Quando domani i giornali e le televisioni parleranno di questa straordinaria manifestazione, di voi, di noi, si sappia che oggi questa piazza, questa città, è piena di popolo, di partigiane e partigiani! Partigiani, come quelli della formazione che il 22 marzo 1944 a Migliana mise in fuga i militi del battaglione Muti. Partigiani, come quelli che attaccarono la stazione di Carmignano l’11 giugno del 1944. Partigiani, come quelli che liberarono Prato, che liberarono Firenze, che liberarono l’Italia.
È vero, i combattenti per la libertà del 1943-1945 sono oramai sopravvissuti in pochi, ma il loro messaggio è stato raccolto da milioni di italiani che stanno già contrastando qualsiasi tentativo di rianimare la bestia fascista. Oggi voi, noi, i partigiani del nuovo millennio, avete e abbiamo tre sole armi, che però sono potentissime: l’unità popolare, l’impegno antifascista pacifico, la Costituzione.
L’unità ce l’hanno insegnata proprio i nostri nonni partigiani, quelli che diedero vita al Comitato di Liberazione Nazionale. Oggi l’unità è quella delle associazioni, dei sindacati, delle forze politiche e sociali di ogni colore e di idee e missioni anche molto diverse, ma unite tutte da un sentire comune: l’antifascismo. Perché l’antifascismo non è un’ideologia; ma è un’idea che accomuna, e che perciò, per sua natura chiama un grande fronte unitario, un’unità di popolo, di associazioni, di organizzazioni diverse e distinte, ma unite in questa battaglia collettiva. Questo sta avvenendo e avverrà sempre più, quanto più forte sarà il pericolo fascista.
Ma voi, noi, abbiamo un’altra arma: la mobilitazione pacifica. Perché la rissa, lo scontro fisico, la violenza è esattamente quello che hanno sempre fatto i fascisti, perché è nel loro Dna. Non esiste fascismo senza violenza, come non esiste fascismo senza guerra. Noi non mobilitiamo i bicipiti, le teste rasate, il fanatismo, l’odio. Noi mobilitiamo le idee. E le idee non si possono né picchiare, né ammazzare, né comprare, né eliminare.
Ed infine abbiamo la terza arma, la più potente. Si chiama Costituzione, sia perché vieta ogni riorganizzazione fascista, sia perché prescrive in ogni suo punto esattamente il contrario di ciò che predicava e faceva il fascismo storico. La madre di tutte le battaglie antifasciste è perciò la piena attuazione della Costituzione.
Perché siamo qui oggi? Perché si è superato il livello di guardia, concedendo una piazza ad un’organizzazione esplicitamente fascista, che intende celebrare cento anni dalla nascita dei fasci di combattimento. Questa, al paese mio e al paese di tutte le persone normali, si chiama apologia del fascismo. Non solo: nella manifestazione fascista sono annunciati inequivocabili segni razzisti, perché si parla di “sostituzione etnica di un’intera popolazione di una città”, di “invasione afroislamica e cinese, che tende ad annientare ogni nostra tradizione culturale, etnica e religiosa”. Nessuna meraviglia, sia chiaro: non c’è fascismo senza razzismo. Ma ancora una volta la faccenda riguarda il Codice penale, perché il razzismo, in base alla legge Mancino, è un reato. Altro che libera manifestazione di pensiero!
Apologia del fascismo e razzismo: dunque per la Costituzione e per la legge italiana sono reati. E noi, l’Anpi, siamo pronti a denunciare Forza Nuova e tutti coloro che hanno consentito la sua iniziativa esattamente per questo. E a chi viene a raccontare che vietando la celebrazione si negherebbero le libertà costituzionalmente tutelate, rispondiamo non solo, come già detto, che la Carta costituzionale vieta la riorganizzazione del partito fascista, ma anche che la Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza del 2015, ha dichiarato che taluni diritti si possono comprimere se in conflitto con i principi dell’ordinamento costituzionale di ciascun Paese. E cosa c’è più in conflitto con l’ordinamento costituzionale italiano se non proprio il fascismo e il razzismo? Aggiungo, come memento per tutti, che dalle debolezze della democrazia, dalle sue falle, diciamolo, dalle sue viltà, sono sempre nati i regimi fascisti e nazisti. Per questo la democrazia ha il dovere di autotutelarsi, impedendo che l’uovo del serpente possa schiudersi e che il suo veleno intossichi tutta la società.
Si dirà: ma sono decenni che ci sono i gruppi neofascisti in Italia. Che cosa è cambiato? È vero, sono decenni. E nessuno di noi dimentica la sanguinosa stagione delle stragi, da piazza Fontana, a Brescia, all’Italicus, a Bologna, tutte segnate dal marchio degli assassini neri. Ma oggi c’è una novità. La novità è quella di tanti ministri di questo governo che alle volte sembrano le tre scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano. Ovviamente i gruppi neofascisti si sentono protetti. Ci siamo dimenticati chi ha minimizzato la tentata strage di Macerata da parte di Luca Traini? Ci siamo dimenticati che è stato impedito lo sfratto alla sede illegalmente occupata a Roma da CasaPound? Ci siamo dimenticati che la parola d’ordine “Prima gli italiani” era una parola d’ordine di CasaPound? Ma poi – non prendiamoci in giro! – si respira oramai un clima quotidiano di sdoganamento del fascismo, dei suoi crimini e dei suoi orrori, un clima agevolato dalle dichiarazioni di autorevolissimi ministri che dovrebbero garantire la sicurezza e la serenità di tutti i cittadini e invece fanno ogni giorno esattamente il contrario, seminando odio, rancore e violenza verbale a piene mani. L’ultima provocazione è proprio questa: l’autorizzazione della manifestazione di oggi di Forza Nuova.
Sia chiaro: non bisogna generalizzare. Devo prendere atto con soddisfazione e riconoscimento di tante distinzioni, da Roma a Prato: dal Presidente della Camera, al sindaco di Roma al Movimento 5Stelle di questa città. Ma devo anche prendere atto che le voci antifasciste si fermano sulla soglia di alcuni ministri di governo, che sembrano sordi alle richieste di legalità democratica. C’è tolleranza e acquiescenza in una parte delle istituzioni, che alle volte degrada in complicità. La promozione e la partecipazione di tre ministri al convegno medioevale di Verona cosiddetto sulla famiglia che si svolgerà il 30 marzo, contro le donne e contro tutta la popolazione italiana, è la pistola fumante della torsione oscurantista della Lega. Bene ha fatto il Presidente del Consiglio a negare il patrocinio del governo a questa iniziativa.
Mi permetto di ricordare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di Prato che ha autorizzato la manifestazione di Forza Nuova di oggi, che si sono consapevolmente ignorate la XII Disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista, e le leggi Mancino e Scelba che sanzionano ogni forma di fascismo e di razzismo. Aggiungo che Piero Calamandrei il 4 marzo 1947, quando si discuteva proprio della XII Disposizione, affermò: “non si troveranno certamente partiti che siano così ingenui da adottare di nuovo pubblicamente il nome fascista per farsi sciogliere dalla polizia”. Dal monito di quel grande Costituente si intende con chiarezza che il disciolto partito fascista si può chiamare in tanti modi diversi. Per esempio CasaPound, per esempio Forza Nuova. Un suo dirigente romano per così dire non incensurato due giorni fa ha scritto un post sulla pagina facebook nazionale della sua organizzazione proprio a proposito della giornata di oggi. Ecco alcune frasi: “Come 100 anni fa, solo i fascisti possono salvare l’Italia”, e ancora: “Sabato 23 marzo, come 100 anni fa, chiameremo alla lotta l’Italia più bella, quella pronta a combattere per difendere i confini e la giustizia sociale, l’Italia che non china la testa, che innalza bandiere nere e tricolori”. Caro Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di Prato, ma di cosa stiamo parlando? Mi permetto di ricordare che Forza Nuova intende celebrare il centesimo anniversario della nascita dei fasci di combattimento, cioè del fascismo. Mi permetto di ricordare la pressante richiesta di proibire la manifestazione fascista da parte di un larghissimo fronte unitario, democratico e istituzionale e dalla Diocesi. Mettere sullo stesso piano Forza Nuova e lo schieramento democratico, come fa il Comitato in un imbarazzato e imbarazzante comunicato, è un oltraggio alla storia e alla Costituzione. Lascia poi sbalorditi la raccomandazione del Comitato al senso di responsabilità di tutti. Siamo noi che diciamo a voi: avete mancato totalmente di senso di responsabilità!
Ma davanti ad istituzioni che non sempre rispettano il dovere di schierarsi con la Repubblica antifascista, abbiamo istituzioni – e sono la grande maggioranza – che si battono in prima fila per difendere la legalità repubblicana e la sua Costituzione: parlo di tanti sindaci, e qui ne abbiamo un esempio, dal sindaco di Prato ai sindaci di tanti altri comuni. Parlo di istituzioni morali, come la Diocesi. Ed aggiungo la volontà di decine di migliaia di cittadini che si sono espressi inequivocabilmente perché la città Medaglia d’argento alla Resistenza non subisse l’oltraggio del raduno di Forza Nuova, dei più giovani, gli studenti, che sono la pulsazione, il battito del nostro cuore.
Partigiane e partigiani! Noi siamo qui, oggi, 23 marzo 2019, un secolo dopo l’inizio dello scempio fascista in Italia, per difendere la democrazia, la libertà, la vita. Il fascismo negò la democrazia istaurando un regime a partito unico dove il partito era lo Stato. Negò la libertà, comminando migliaia di anni di galera tramite il tribunale speciale a chiunque non condividesse le sue idee e la sua politica. Negò la vita per i tanti omicidi degli squadristi, per le tante stragi delle sue guerre d’invasione, per i tanti caduti delle sue follie belliche come l’aggressione all’Unione Sovietica. La democrazia, care cittadine e cittadini, è imperfetta, come tutte le cose umane. Ma ci garantisce la libertà e la vita e ci salvaguarda la speranza dell’eguaglianza sociale. Noi sappiamo che tutte le speranze di eguaglianza, di difesa della dignità delle persone, di lavoro, di welfare, sono racchiuse nello scrigno più prezioso della Repubblica: la Costituzione. In quello scrigno non c’è posto per fascisti e razzisti di ogni tipo. Per questo noi oggi qui rinnoviamo un patto che già proprio Calamandrei scolpì nelle parole della sua più famosa poesia dedicata al camerata Kesselring:
“Soltanto con la roccia di questo patto
giurato tra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo
su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ORA E SEMPRE RESISTENZA”.
Fascisti e razzisti, via da Prato!
Non passeranno! Uniti si vince! Viva la Resistenza! Viva la Costituzione! Viva l’Italia!”
Gianfranco Pagliarulo, Prato, 23 marzo 2019
Pubblicato lunedì 25 Marzo 2019
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