In migliaia ieri sera sono scesi in piazza, nel quartiere Centocelle, periferia est della Capitale, in solidarietà con la libreria indipendente “La pecora elettrica”, bruciata di nuovo a poche ore dalla riapertura. Prevista per oggi, grazie a un crowfunding dei residenti che avevano avviato una catena di sostegno dopo un rogo, doloso come quello dell’altra notte, subito alla vigilia del 25 aprile scorso. Alla manifestazione c’erano gli abitanti, i collettivi studenteschi e del territorio. Non poteva mancare l’Anpi provinciale di Roma che subito ha condannato “il gesto criminale effettuato da mano esperta in devastazioni simili, che nel territorio di Centocelle si ripetono con non casuale tempistica”. I partigiani romani hanno fatto appello “a tutte le realtà sociali e ai cittadini affinché facciano quadrato, perché chi colpisce uno colpisce tutti, perché la Resistenza civile e culturale è l’unica arma in grado di riscattare i quartieri e di isolare violenza, sopraffazione, razzismo e delinquenza”.
In tantissimi hanno così dato vita a un corteo che ha sfilato da piazza dei Mirti, la piazza storica di Centocelle fino a via delle Palme, davanti a ciò che rimane della Pecora elettrica, passando per la via principale, via dei Castani. «In moltissimi dell’Anpi sono arrivati pure dai Castelli romani», ci racconta lo storico Davide Conti, iscritto all’associazione, che abita nel quartiere abita e lo conosce bene. Proprio Conti è l’autore della relazione presentata affinché Roma ottenesse, finalmente, la Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza. «Centocelle è inoltre uno dei due quartieri, l’altro è il Quadraro per il rastrellamento, insignito di Medaglia d’Oro al Valor Civile per il grande contributo alla lotta di Liberazione dal nazifascismo – precisa Conti –. E anche grazie alla popolazione e ai partigiani di Centocelle la Capitale ha ottenuto la massima decorazione al valor militare. Tutto il Municipio di appartenenza, il V capitolino, durante l’occupazione era base della VIII zona Gap».
In quei nove mesi, dall’11 settembre 1943 al 4 giugno 1944, i residenti, allora soprattutto operai, aiutarono e protessero le formazioni partigiane di guerra urbana organizzate dal Pci. E così le bande che facevano riferimento a Bandiera rossa, ai gruppi azionisti e ai socialisti.
Una vocazione democratica forse scomoda a qualcuno. «Il quartiere sta cambiando – dice Conti –. Si parla di riqualificazione ma in realtà il termine appropriato è gentrificazione». Cioè la trasformazione in zona abitativa di pregio, con cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni. Da quando è arrivata la metropolitana la quotazione degli immobili è in rialzo e gli antichi residenti spesso sono costretti a trasferirsi in aree ancor più lontane dal centro. «Sono praticamente espulsi, è già accaduto al vicino Pigneto e a San Lorenzo».
Sulla eccessiva speculazione edilizia e sul degrado puntavano il dito ieri i manifestanti. La polizia segue sia la pista politica neofascista sia quella, ritenuta più probabile, della malavita organizzata, legata allo spaccio di droga e alla prostituzione. «Di sicuro la presenza di presidi democratici non fa il gioco di chi vuole controllare il territorio – aggiunge Conti–. A Centocelle ci sono sedi dei partiti oltre a sedi Anpi, ben tre spazi occupati autogestiti e tre librerie, La Pecora elettrica, la Todo modo e Il mattone». Perché fare cultura è comunque un’azione antifascista. «Non a caso il corteo è partito da piazza dei Mirti, proprio lì, nel marzo 1944 , tenne un comizio Rosario Bentivenga, comandante dei Gap Pisacane, Medaglia d’Argento al VM», sottolinea lo storico.
Non serve forse scomodare ancora la grande storia, quel maggio 1933, quando i nazisti illuminarono Berlino col falò di libri non in linea con la loro ideologia di morte, per sentire un pugno nello stomaco al pensiero di centinaia di volumi andati in fumo. Si ragiona già a una nuova raccolta fondi, e sono decine di messaggi di solidarietà arrivati da scrittori quali Roberto Saviano, Michela Murgia, Nicola Lagioia.
In mattina davanti alla libreria devastata erano arrivati il ministro della Cultura, Dario Franceschini, il vicesindaco Luca Bergamo, numerosi consiglieri regionali. Il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha invitato i proprietari del locale a “tenere duro e lottare”, impegnandosi anche a sostenerne la rinascita. Contestato invece il minisindaco del Municipio, Giovanni Boccuzzi, per non aver preso iniziative in difesa del territorio.
L’Anpi provinciale nel comunicato ha chiesto alle Istituzioni di intervenire “con estrema fermezza contro le organizzazioni criminali che vorrebbero i quartieri preda dei loro traffici che non prevedono cultura e socializzazione ma solo degrado e disperazione”. Naturalmente l’Anpi ci sarà. «Come sempre è stato – conclude Conti –. Lo scorso settembre la sezione dei partigiani di Villa Cordiani ha promosso una riuscitissima due giorni di festa a largo Agosta, il centro del quartiere, ed è molto presente nelle scuole». Invitata da docenti e dirigenti, che offrono spazi e tempo. «Sono luoghi dove si fa attività antifascista e la lotta democratica all’insegna della cultura continuerà. Non abbiamo paura».
Pubblicato giovedì 7 Novembre 2019
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