Un corteo di Forza Nuova nel quartiere romano di San Lorenzo, sabato 25 maggio, giorno di silenzio pre-elettorale, non autorizzato e neppure comunicato alla prefettura perché “ogni volta ci hanno vietato di manifestare”. L’annuncio compare invece sulla pagina Facebook del movimento di estrema destra che al voto si presenta – collegata all’Apf (Alliance for Peace and Freedom), formata da diversi partiti nazionalisti – con capolista, nella circoscrizione Nord-Ovest, il leader nazionale Roberto Fiore.
Ma la marcia non intende fare propaganda politica, per carità. È promossa, si legge, al grido di “Roma non dimentica i suoi figli. Roma vuole giustizia. Roma vuole tornare ad essere romana”, in nome di “Desirée, simbolo di un’Italia che sta morendo sotto l’odio e la sostituzione etnica”. In ricordo cioè di Desirée Mariottini, la ragazza di sedici anni trovata morta in uno stabile abbandonato del rione lo scorso 19 ottobre. Dunque la data scelta per dimostrare non sembrerebbe scandire un anniversario nella vicenda della povera adolescente. È allora una provocazione o un escamotage per una réclame politica non consentita dalle leggi italiane? Oppure una sfida alla polizia? O forse un ulteriore supporto al ministro dell’Interno Salvini, sempre sostenuto a piè sospinto dai seguaci di Fiore? Gli stessi che protessero il titolare del Viminale in visita nel quartiere per lasciare un fiore in memoria della giovane ragazza. Era, guarda caso, il 24 di quel mese del 2018. Allora Salvini venne acclamato da alcuni residenti e contestato da molti abitanti di strade e piazze storicamente antifasciste, dove nel ’43 dopo il bombardamento del luglio si recò, senza scorta, Pio XII per confortare la popolazione. Oggi il soglio pontificio sembra invece divenuto un nemico dei suprematisti, come testimoniato dallo striscione esposto a San Pietro. Coincidenze: solo, qualche giorno dopo, sabato scorso, Salvini dal palco di piazza Duomo a Milano invocava, rosario alla mano, l’«immacolato cuore di Maria grazie a cui vinceremo», suscitando la riprovazione dei vescovi.
Il prossimo sabato a San Lorenzo sventoleranno le bandiere nere e quella della X Mas, tra le maggiormente gettonate dai nostalgici del regime, alla faccia della Costituzione e della democrazia? E in quale modo reagirà San Lorenzo? Certamente al Viminale avranno avuto notizia del post di Forza Nuova. Sicuramente di alcuni seguaci forzanovisti sanno tutto. Di Giuliano Castellino, per esempio, capo capitolino, numerosi guai con la giustizia all’attivo: arrestato di recente durante le proteste per uno sgombero, accusato di truffa nei confronti del sistema sanitario nazionale; a dicembre 2016 condannato a 4 mesi per resistenza a pubblico ufficiale; fermato alla guida di uno scooter senza patente con un etto di cocaina in tasca e 30 bombe carta, ma rilasciato perché la droga era “per uso personale”, così come i bomboni che “servivano per festeggiare il capodanno”. Un tipo per cui una manciata di giorni fa la Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per rispondere dell’aggressione ai danni di due giornalisti dell’Espresso, avvenuta lo scorso 7 gennaio nel cimitero monumentale del Verano, in occasione della commemorazione della strage di Acca Larentia. Guarda caso nel post di FN si legge: “Mentre in Italia assistiamo all’ennesimo golpe delle toghe militanti, che in barba ad ogni decisione politica continuano a far sbarcare falsi profughi e clandestini, e ad una politica sempre più debole e incapace di fronteggiare energicamente l’invasione, aprendo il capitolo dei rimpatri noi vogliamo ricordare la giovane Desiree, vittima dell’immigrazione e del degrado della società dell’accoglienza”.
Intanto la società civile e le associazioni democratiche fanno appello alle Autorità competenti affinché la “manifestazione o presidio sia vietato”. L’Anpi provinciale di Roma, con il presidente Fabrizio De Sanctis, precisa che “la legge deve essere rispettata e fatta rispettare anzitutto da chi è istituzionalmente preposto a garantire il rispetto delle operazioni di voto, ovvero dal ministro dell’Interno. Trattasi infatti di palese, premeditata e provocatoria violazione della legge elettorale, che prescrive la pausa di riflessione per tutelare la libertà di voto da pressioni che possano in qualunque modo condizionare l’elettore fin dentro alla cabina elettorale”. Inoltre “gravi motivi di ordine pubblico impongono l’imposizione del divieto alla formazione che si richiama direttamente alla passata dittatura fascista, violando la Costituzione della Repubblica e le leggi Scelba e Mancino, che vietano la ricostituzione in qualunque forma del partito fascista e puniscono l’apologia del fascismo e del razzismo”.
“Il quartiere di San Lorenzo – ricorda l’Anpi – con le sue radicate tradizioni democratiche e antifasciste e la città di Roma, recentemente insignita di Medaglia d’Oro al valore militare per i fatti della Resistenza dal Presidente della Repubblica, non meriterebbero e non tollererebbero l’inaudita provocazione”.
Ma se giungesse il divieto da parte delle Autorità preposte e Forza Nuova decidesse di ignorarlo, quali saranno gli ordini dei vertici incaricati di far rispettare l’ordine pubblico?
In occasione del seminario sull’accoglienza organizzato all’Università “La Sapienza” di Roma a cui era stato invitato il sindaco di Riace sospeso, Mimmo Lucano, la Questura non autorizzò il comizio di protesta di Forza Nuova, che comunque mise su un presidio, concesso nei fatti, e un giovane antifascista venne schiaffeggiato sotto gli occhi della stampa.
E sabato prossimo? Dalle istituzioni di una Repubblica democratica ci si aspetta che le leggi sia fatte pienamente e realmente rispettare. Altrimenti ci sarebbe da capire se la parola legalità in Italia ha ancora un senso.
Pubblicato mercoledì 22 Maggio 2019
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