Lo striscione dell’Anpi Roma, le magliette bordeaux del Cinema America, e a notte fonda solo posti in piedi per vedere il film in programma a piazza San Cosimato, Trastevere, cuore del centro storico capitolino. Ma questa volta per i tanti cittadini che ieri sera hanno assistito alla proiezione era più importante esserci, stare insieme a presidiare un luogo divenuto simbolo di antifascismo.
C’erano persone della stessa età dei ragazzi che da anni hanno fatto di una sala a rischio chiusura il pilastro di tante attività culturali, coetanei degli attivisti pestati a sangue domenica notte da un manipolo di militanti del Blocco Studentesco, l’organizzazione giovanile di CasaPound. Polizia e carabinieri stanno cercando di identificare tutti i componenti del gruppo responsabile del raid, oltre i quattro già denunciati, e chiariranno probabilmente se sempre alla formazione di estrema destra appartenevano anche i due che l’altro ieri notte hanno aggredito Federica, attrice ex fidanzata del responsabile dell’associazione che gestisce il cinema. “Dì al tuo fidanzato di stare calmo”, le hanno detto all’orecchio, in perfetto stile mafioso.
«Questa è e resterà un’isola felice di cultura e inclusione», rassicura subito, da un palco improvvisato sotto lo schermo, il presidente dell’associazione Piccolo Cinema America, Valerio Carocci. Poi il ringraziamento a tutte le associazioni che hanno espresso concreta vicinanza e solidarietà, l’Anpi in primo luogo. In piazza ci sono il presidente dei partigiani romani, Fabrizio De Sanctis, e anche un rappresentante dell’Anpi nazionale, il vice presidente Gianfranco Pagliarulo. Non mancano rappresentanti degli altri sodalizi della memoria, della deportazione e della persecuzione fascista, l’Aned, l’Anppia.
Col passare delle ore piazza San Cosimato è sempre più colma. Arrivano persone che hanno memoria di un tempo in cui i neofascisti si sentivano padroni del centro cittadino e di tutti i quartieri bene e guai a “un compagno” che osasse lasciare le periferie. Ma non siamo negli anni 70 e oggi l’estrema destra ha eletto la fragile periferia a territorio privilegiato per alimentare odio e razzismo contro migranti e rom.
Di Casalotti, per esempio, un tempo campagna e poi quartiere sorto a ridosso del Grande raccordo anulare, è l’uomo che la Digos – anche sulla base dei riscontri video ottenuti dai carabinieri della compagnia Trastevere – ha scoperto essere l’istigatore del gruppo che ha ferito i ragazzi rei di non volersi togliere la t-shirt del Cinema America. Ha 38 anni, fa il parrucchiere e quella notte ha festeggiato così l’addio al celibato. Molto scomodi e invisi quindi dei promotori di cultura che hanno aperto altre due arene proprio in periferia: al Casale della Cervelletta (Tor Sapienza) e al Porto turistico di Ostia. La questura ha deciso che tutte e tre le arene saranno sorvegliate affinché non si ripetano volenze.
«L’estrema destra teme la costruzione di un’idea di città che prima non c’era – dice a latere Carocci, rispondendo alle domande dei giornalisti –. E questo alle destre non va bene perché loro pensano di avere il controllo delle periferie. Ci odiano perché siamo riusciti a dimostrare che un’alternativa è possibile, che Roma è una città solidale e non allo sfascio».
Due aggressioni in una manciata di giorni ma già in passato CasaPound prese di mira quell’esperienza di accoglienza, democrazia e cultura: «Hanno paura di noi antifascisti – continua Carocci – perché portiamo il cinema nelle periferie e alle nostre proiezioni vengono anche famiglie di destra, che si fermano a parlare con noi. Questa cosa preoccupa molto chi vorrebbe farci tacere. Nel 2013 assaltarono la sala che avevamo occupato ed esattamente due anni fa, nel giugno 2017, in viale Manzoni, all’Esquilino venne aggredito un altro nostro attivista. Anche lui indossava la maglietta del Cinema America».
Una violenza avvenuta dunque a poche centinaia di metri dalla sede nazionale di CasaPound nella centralissima via Napoleone III. Un palazzo del demanio occupato dal 2003 dalle tartarughe frecciate che secondo il ministro dell’Interno Salvini non deve par parte delle priorità degli sgomberi a Roma. «Ma il filo che unisce queste aggressioni porta appunto allo sgombero di CasaPound – insiste il presidente dell’associazione Piccolo Cinema America –. Il ministro Salvini dovrebbe intervenire. Da romano, non posso credere che un ministro, di fronte a queste cose, non prenda in mano la situazione. Intervenire è un suo dovere. Da figli di questa città e di questo Paese chiediamo che venga affrontato il tema dei neofascisti», conclude Carocci.
Le luci ora sono tutte spente e, presentato dal regista Marco Bellocchio, in piazza San Cosimato comincia Ultimo Tango a Parigi. Perché le attività del Cinema America non si fermano e neppure la mobilitazione. Domani sera, venerdì 20, alle ore 20,30, appuntamento al Parco del Caravaggio dove è in calendario alla festa Roma non si ferma, la prima promossa da centinaia di realtà sociali cittadine insieme, un incontro sulla Costituzione antifascista. Per l’Anpi interverrà il vice presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo. Perché è questo l’autentico volto, democratico e partecipe, della città di Roma, non a caso decorata di Medaglia d’Oro per la Resistenza.
Fotografie di Roberto Mamone
Pubblicato giovedì 20 Giugno 2019
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