Ho letto in un’indagine “Demos-Repubblica” in cui si afferma che il 69% degli italiani ritiene positivo il sistema democratico, il 14% è indifferente che il sistema sia autoritario o democratico, il 17% preferisce il sistema autoritario: fatti semplici conti, mi è sembrato veramente assurdo che dopo la lotta per la libertà, a più di 70 anni dalla Repubblica ci sia ancora il 31% di persone (c’è stata un’ulteriore indagine della Demos: il 71% dice che l’Italia ha bisogno di un uomo forte) che pensano di respingere il sistema democratico.
E’ giusto, è un dovere difendere la democrazia ogni giorno, ed io che scrivo ogni anno per la festa della Liberazione mi sono impegnato troppo poco per difendere le libertà – ora posso solo scrivere – e penso che il mio tempo diminuisca a vista d’occhio: la Resistenza non è una storia vecchia, ma la frontiera di un glorioso cammino verso la dignità, la libertà, la democrazia.
Scrivo adesso perché il 25 Aprile si celebri “unitariamente” allontanando ogni tipo di violenza, e sia un momento di impegno e riflessione soprattutto per le forze della democrazia, ma tutti si impegnino a “spazzare via” quanto c’è ancora di antidemocratico per donare un testimone di libertà alle nuove generazioni: sicuramente è la visione preoccupata di un pensionato che da bambino, attraverso il nonno, ha conosciuto, sulla linea gotica, gli anni esaltanti della Resistenza ed ha paura di ritrovarsi una democrazia formale e non più partecipativa.
Non merita di essere ricordato chi (sia pure alto dirigente polacco) pensa che Auschwitz (chi l’ha visitato si commuove ancora, e si ribella contro le stragi di ogni razza) sia un affare turistico e non simbolo di sterminio, un canto continuo verso la libertà e la democrazia che non solo noi dobbiamo tutelare e migliorare; migliaia di giovani visitano questo campo di sterminio e sentono un brivido che gli rimane nel cuore e nella mente; vanno in questo campo anche numerosi politici non solo per lavarsi la coscienza, – alcuni altri hanno nel cuore solo i cartelli elettorali – ma molti rafforzano la loro visione umana e solidaristica del mondo, anche se lo sterminio delle razze continua come in Ruanda e in molti altri territori.
La libertà viene uccisa ancor oggi in varie parti del mondo, e per gli immigrati che muoiono in mare, fuggono dalle guerre, dalla fame, soffrono torture, stupri, non facciamo mai troppo, e chi fugge dal famigerato Boko Haram – come il povero Emmanuel ospitato a Fermo e lì assassinato – viene ucciso dalla violenza razzista: difendere la persona e la sua libertà è un valore della Resistenza e difendere le persone dal razzismo è un impegno al quale i democratici non possono venir meno.
Come durante la Resistenza nelle montagne della Val Roia tra Italia e Francia, si accolgono – come i fuorusciti italiani, che fuggivano dal giogo fascista – gli immigrati, si nascondono, si “disobbedisce” alla legge francese che punisce chi agevola l’ingresso o la circolazione di immigrati irregolari: quelli della Resistenza non sono solo simboli di lotta, ma una delle storie più fulgide della ricerca continua della libertà e di difesa della democrazia.
Il clima è cambiato e non solo la censura dell’Alitalia contro L’Espresso lo dimostra (Ndr: recentemente sui voli Alitalia non è stato distribuito un numero de L’Espresso che conteneva un’inchiesta proprio su Alitalia).
Hanno distrutto una targa-ricordo di Matteotti in Via Arnaldo da Brescia a Roma, hanno spaccato le targhe dei simboli della lotta alla mafia di Borsellino, Falcone, ricordi di vita e di lotta per le libertà e la democrazia dimenticati tra erba e rifiuti: le forze democratiche segnalino queste violenze alle autorità competenti; se si trovano in vendita nelle bancarelle i busti di Mussolini e arnesi d’uso delle “squadracce” fasciste (la stessa situazione è avvenuta ad Empoli, ed altri luoghi,…), si segnalino alle autorità competenti, e si denuncino per ricostituzione del partito fascista: l’azione educativa ricominci da quelle che possono sembrare piccole cose.
Se c’è un accanimento sulla memoria non possiamo voltarci dall’altra parte, se si autorizzano a cuor leggero manifestazioni fasciste, non irridiamo ai neonazisti di Varese che ipotizzano di processare tutti i partigiani: stiano in guardia i democratici, i giovani, perché non è solo un pericolo il nostro passato, ma il presente, e purtroppo il futuro.
Pubblicato giovedì 2 Febbraio 2017
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