Fra l’estate e l’autunno del 1938 viene pubblicato il “Manifesto della razza” e sono approvate le leggi razziali. Il primo numero del periodico La difesa della razza esce il 5 agosto dello stesso anno. Il 6 ottobre il Gran Consiglio del Fascismo approva la “Dichiarazione sulla razza”.
L’art.7 del “Manifesto” recita: “È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l’indirizzo ariano-nordico”. Discriminazione, e poi deportazione e l’annientamento nazista.
Accadeva nel 1938. Il nazifascismo reale. Così era, è e sarà.
Scrisse Primo Levi:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.
Oggi, tanti anni dopo. Chi dimentica è perduto.
Pubblicato venerdì 16 Ottobre 2015
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