Il giallo di inizio maggio ha un nome. Anzi due: Emanuele Filiberto.
L’ANPI di Brescia segnala sdegnata che questi ha – come si dice – “twittato” il seguente messaggio: “I parassiti partigiani con le loro 179 associazioni costano al contribuente tre milioni di euro”.
Scoppia un finimondo di critiche. Il giovine erede di Casa Savoia rimuove il messaggio e afferma di essere stato vittima di un hacker: “Qualcuno è entrato nel mio account”. Nuova aspra polemica. Alessandro Gassman, sempre su Twitter, risponde: “Emanuele Filiberto scrive “partigiani parassiti” poi cancella il tweet… Lancia il sasso e nasconde la mano, come il nonno x leggi razziali”, mentre Emanuele Filiberto litiga in modo furibondo con il collettivo Wu Ming.
Rimane, agli atti della storia, il testo del messaggio che contiene un insulto (i “partigiani parassiti”), e due falsi: non esistono 179 associazioni partigiane, né 3 milioni di euro per finanziarle. Le associazioni esistenti, a cominciare dall’ANPI, si autofinanziano.
E rimane, sempre agli atti della storia, una misteriosa e anonima filastrocca che abbiamo rintracciato sui socialnetwork e che, per completezza d’informazione, sottoponiamo ai naviganti. Eccola.
Di Savoia Emanuele Filiberto
volteggiava turbinando in un concerto
e ballando sotto il ciel pieno di stelle
rideva tanto, ma proprio a crepapelle
perché pensava: “Che strano il mio destino,
in esilio con l’amato paparino,
modello d’uomo, specchiato cittadino,
né imperatore e neppure maresciallo
ma re d’un isola, quella del Cavallo!
Poi d’improvviso, quattordici anni fa,
tolgon l’esilio per me e per il papà!
Ameno il ritorno, come storia insegna,
nell’aria fresca del regno di Sardegna!
Ora rammento, non è questo il nome
che oggi ha assunto la mia amata terra;
ricordo che fu proprio la mia balia
a dirmi che si chiama – credo – Italia.
ma in fondo cosa cambia? Perlopiù
mi chiamano a parlare alla tivvù;
è Vespa che telefona e mi esorta
a esibirmi la sera a Porta a Porta.
Sono ricco e pur famoso, e dalla culla
fino ad oggi non ho mai fatto nulla!
Però son principe; a chi mi vuole male
aggiungo il fregio: Altezza, ma Reale.
Sì, la cosa ha la sua contropartita:
tecnicamente, sono un parassita.
Ma cosa importa? È vero, è una gran noia,
però sono il rampollo dei Savoia”.
Questo pensava il nobile ragazzo
fra un ballo, una bevuta, uno schiamazzo.
Si fermò poi dicendo: “E’ molto strano
che da tempo non sono in primo piano!”.
Così avvenne che nacque in lui il pensiero
di scrivere un bel tweet di color nero:
“E’ ora di attaccare i partigiani
vergogna e disonor degli italiani,
e dire ad alta voce: son Savoia!
Il resto, a bene vedere, è ancora noia”.
Così fece, scrivendo: “Parassiti”.
I partigiani lessero allibiti.
Avvenne una reazione universale
e il principino ci rimase male.
“Che fare?”, rifletté cogitabondo.
Trovò la soluzione in un secondo
e disse poi con aria compiaciuta:
“Hanno messo quel tweet a mia insaputa!”
Pubblicato mercoledì 11 Maggio 2016
Stampato il 03/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/in-punta-di-penna/emanuele-filiberto-il-giallo-e-la-filastrocca/