Carla Nespolo e Cornelia Kerth, Presidenti delle due grandi associazioni antifasciste e partigiane rispettivamente dell’Italia e della Germania, scrivono invitando elettrici ed elettori a votare contro le forze razziste, fasciste, nazionaliste. L’articolo di Carla Nespolo è stato pubblicato nei giorni scorsi sul periodico dell’associazione tedesca.
CARLA NESPOLO
Il rinnovo del Parlamento europeo è l’appuntamento dal quale dipendono i destini dei popoli del continente. È noto a tutti che spira da tempo un vento nero: quello del neofascismo, del neonazismo, del nazionalismo e del razzismo. Tanto più ampio sarà il successo delle forze che si ispirano a queste idee, tanto più saranno in pericolo le libertà, i diritti, la pace. Non è uno slogan: è la terribile lezione della prima metà del 900. La stessa Unione Europea, così come era stata immaginata dai fondatori, verrebbe cancellata e sostituita da un’altra idea di Europa, formata da Stati in perenne conflitto fra di loro, ciascuno dei quali sosterrebbe la supremazia del suo popolo sugli altri, dunque un’Europa che coltiverebbe i germi della sua stessa disgregazione. Il ritorno agli Stati nazionali significherebbe la loro immediata marginalizzazione dal punto di vista economico, con conseguenze pesantissime sulla vita di ciascun popolo. Non basta: le parole d’ordine nazionaliste e razziste inesorabilmente negano i diritti, non solo quelli delle minoranze (linguistiche, etniche, di orientamento sessuale, di credo religioso, di opinioni politiche) ma anche, e spesso in primo luogo, quelli delle donne. E quando si attaccano le donne e le minoranze si attacca tutto il popolo. Votare le forze dichiaratamente europeiste, antifasciste e antirazziste è perciò un imperativo assoluto per difendere le condizioni di vita e i diritti di libertà di centinaia di milioni di persone.
In Italia da più di un anno hanno un peso rilevante nel governo forze che si ispirano a principi discriminatori e nazionalistici. La politica del governo italiano sta scivolando su di un pericolosissimo piano inclinato che può portare alle più amare sorprese. La chiusura irrazionale ed inumana a qualsiasi accoglienza dei migranti, gli attacchi ai rom, le aggressioni agli omosessuali, i disegni di legge contro i diritti delle donne, le ventilate minacce verso chiunque esprima un punto di vista critico, più in generale il cinismo verso la vita e la dignità di tante persone sono le stazioni già percorse in questo scivolamento. Sia chiaro: anche nel governo, fra le forze politiche che ne fanno parte e persino all’interno delle stesse forze politiche vi sono opinioni diverse. E sta a noi distinguere senza fare di tutta l’erba un fascio. Ma la traiettoria generale di tanti comportamenti del governo va in una direzione sbagliata che è già contestata da un fronte sempre più largo di forze sociali, culturali e politiche. Di questo fronte l’Anpi fa parte e per molti aspetti è animatrice e promotrice.
Dobbiamo però dirci la verità: la responsabilità della crescita di questi movimenti di estrema destra è della politica economica dell’UE quanto meno dai tempi della grande crisi, cioè dalla fine del primo decennio di questo secolo. La politica di austerità ha impoverito masse sterminate, ha seminato sfiducia e rancore. Il mancato governo europeo del fenomeno migratorio ha creato paura e risentimento. Il modello economico e sociale sostenuto dai gruppi dirigenti dell’UE è clamorosamente fallito. Occorre un nuovo modello incardinato sul lavoro, sulla solidarietà, sulla sostenibilità, sulla sicurezza, sulla pace, sull’autonomia di un continente che, davvero unito, può vincere la sfida della globalizzazione. La linea di confine fra gli Stati deve essere vista come una linea di unione, non come una barriera. Ci vuole un’Europa delle persone in un mondo delle persone. Così restituiamo valore alle parole “democrazia” e “dignità umana”. Perciò solo un’Europa sociale, unita e modernamente antifascista può sconfiggere le ombre di un passato di violenza, sciovinismo e espansionismo. C’è un “fascismo eterno”, ha scritto un grande letterato italiano, Umberto Eco. Ecco, oggi lo abbiamo davanti. Di nuovo. Possiamo vincere se in tutta Europa insieme torniamo a sventolare tre bandiere: quella dell’unità, quella della libertà, quella dell’eguaglianza.
Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi
Più di 60 milioni persone sono considerate rifugiati, in tutto il mondo. Essi sperano di sfuggire alle guerre, spesso in contesti di sfruttamento delle risorse naturali o tentativi di cambiamenti di regime nel nome dei “valori occidentali”. Fuggono dalla povertà e dalla totale mancanza di prospettiva per la vita propria e dei loro figli, a causa del suolo impoverito, dell’accaparramento dei terreni e delle conseguenze amare del cambiamento climatico. Alcuni hanno dovuto rinunciare alle loro attività agricole perché non erano in grado di competere con i prodotti europei. La maggior parte, soggiorna in campi profughi appena oltre il confine o addirittura nei propri Paesi d’origine.
Chi riesce ad arrivare in Europa potrebbe essere considerato tra i più forti, più intelligenti e più coraggiosi tra le persone infelici che hanno lasciato casa, famiglie, amici per sopravvivere. Il messaggio che portano con loro è che le cose non funzionano più come prima. Le vittime di 500 anni di colonizzazione, dello sfruttamento della natura e del lavoro attraverso disparità commerciali o violenze, non restano più lontane dagli occhi a morire nelle loro terre, ma cercano di seguire le risorse dei loro Paesi.
I Paesi europei e l’Unione Europea negano completamente le loro reali responsabilità storiche delle circostanze che “producono” i rifugiati. Proclamano “il controllo della migrazione” e l’eliminazione degli strumenti di viaggio quali “principali obiettivi di governance” e cercano di rendere l’accesso all’Europa impossibile per chiunque non si adatti alle esigenze attuali dei mercati del lavoro.
Così, almeno 10.000 persone sono annegate nel Mediterraneo negli ultimi anni e ancora più sono morte sulle pericolose piste che attraversano il Sahara. L’UE e in particolare il governo tedesco – con i finanziamenti destinati a tenere lontani i rifugiati dall’Europa, stanno aiutando le bellicose operazioni di Erdogan nelle zone curde della Turchia e in Siria, il che significa, naturalmente, anche un sostegno politico. Negoziano con rozzi dittatori come Omar al Bashir su soldi, attrezzature e istruzioni per chiudere le frontiere al fine di impedire alle persone di fuggire dall’Africa orientale, e non si tirano indietro quando c’è da dichiarare “governo legittimo” quello dei signori della guerra libici, permettendo alle loro “guardie costiere” di rendere schiavi i rifugiati.
Con continue dichiarazioni sui rifugiati che arrivano solo per beneficiare del benessere sociale europeo, definendo “l’ingresso illegale” un reato e smantellando il diritto di asilo con costanti modifiche alle leggi, il governo tedesco, per esempio, contribuisce a creare l’ampia diffusione del sentimento di una società “sovraccarica” a causa delle migrazioni e “sfruttata” dai rifugiati. Questo approccio conforta le forze estremiste, nazionaliste e razziste; riproducendo l’ampio accordo sui tradizionali atteggiamenti razzisti europei cui queste forze fanno riferimento.
Ovviamente, l’allargamento del divario tra coloro che sono privilegiati dal neo-liberalismo e dalla politica di austerità e le masse impoverite, che soffrono della disoccupazione, del calo degli interventi e delle infrastrutture sociali, è completamente trascurato dai leader politici dell’UE.
Il 26 maggio sarà eletto il nuovo Parlamento dell’Unione Europea e i partiti di estrema destra in tutta Europa sperano di rafforzare i loro ranghi. È pertanto assolutamente necessario “attivare” il maggior numero possibile di forze sociali per mobilitare contro l’estrema destra. È necessario che tutti individuino il razzismo quale nemico e chiarire che il “nuovo mondo della pace e della libertà” – come scritto nel giuramento di Buchenwald –, che il nostro obiettivo comune, deve essere progettato a livello globale prevedendo per tutti e ovunque, una vita dignitosa.
A questo fine, VVN-BdA sta partecipando all’organizzazione il 19 maggio di manifestazioni in sette città tedesche, una settimana prima delle elezioni del Parlamento, con lo slogan “per un’Europa per tutti – Votate contro i nazionalisti!”.
Cornelia Kerth, presidente dell’Associazione tedesca Vvn-BdA (Associazione dei perseguitati del regime nazista – Associazione degli antifascisti)
Pubblicato lunedì 20 Maggio 2019
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