Nella serie “Quattro passi nel delirio” si ascrive a buon diritto l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Genova il 9 febbraio, approvato con 24 voti a favore (Lega Salvini Premier, Cambiamo, Fratelli d’Italia, Vince Genova, Forza Italia, Italia Viva), 7 astenuti (Pd, Lista Crivello), 5 presenti non votanti (Movimento 5 Stelle). Per la cronaca i consiglieri Pd si sono successivamente scusati.
Per non lasciar nulla all’immaginazione, riporto il testo integrale. Fonte (refusi compresi) il Comune di Genova): l’ordine del giorno “impegna il sindaco e la giunta
– ad aderire all’Anagrafe Antifascista istituita dal Comune di Stazzema;
– A promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda delle ideologie fasciste, naziste, comuniste, eversive e antidemocratica, nonché contro la produzione e la vendita di oggetti e simboli che richiamino tali ideologie;
– A istituire un’Anagrafe Virtuale Antifascista – Antinazista – Anticomunista – Antidemocratica ed Eversiva a difesa dei valori della nostra Costituzione, a 70 anni dalla sua entrata in vigore, che raccolga tutti coloro che si sentono impegnati in difesa dei valori di libertà, democrazia, legalità e contro il diffondersi di episodi di intolleranza, di rievocazione di ideologie totalitarie, violente, eversive ed antidemocratici, quali nazifascismo e comunismo che perseguono i propri ideali di violenza fisica, verbale e psicologica verso coloro che vengono ritenuti nemici politici semplicemente perché non condividono il loro pensiero, anche attraverso i social media, oggi strumento principale di aggressione.
– Ad organizzare nella “Giornata del Ricordo” del 10 febbraio, momenti di commemorazione con le comunità istriana, approfondimenti storici nelle scuole di ogni ordine e grado, l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale, europea e civica degli edifici pubblici e venga osservato un minuto di silenzio, ad inizio della seduta del Consiglio comunale in prossimità del 10 febbraio”.
Risparmio facendole mie le considerazioni di ordine, per cosi dire, storico, ideale e morale, espresse già dall’Anpi di Genova su queste pagine.
Mi preme aggiungere due soli aspetti, il primo, per così dire, grottesco, il secondo, invece, drammatico.
L’aspetto grottesco è il seguente: il consiglio comunale si è impegnato a istituire una “Anagrafe Virtuale Antifascista – Antinazista – Anticomunista – Antidemocratica ed Eversiva (…)”. Dunque l’anagrafe, fra le altre sue caratteristiche, è antidemocratica ed eversiva. Questo per rappresentare la grossolanità e la scarsissima dimestichezza col senso della lingua italiana dell’estensore dell’ordine del giorno. A meno che – ça va sans dire – non si tratti di un lapsus freudiano. Sta di fatto che un intero consiglio comunale si è impegnato ad istituire un’anagrafe antidemocratica ed eversiva. Siamo fra il cabaret e Dario Argento.
L’aspetto drammatico è un altro. Qui non ci si limita ad enunciare una presunta equipollenza fra fascismo e comunismo, ma si propone una legge che in particolare vieti la propaganda dell’ideologia comunista e “la produzione e la vendita di oggetti e simboli che richiamino” tale ideologia. Questa proposta è sfacciatamente anticostituzionale e liberticida. La Costituzione infatti prevede un solo limite alle libertà, che si evince dalla XII Disposizione finale: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Da questo divieto costituzionale deriva la sua norma applicativa, la legge del 20 giugno 1952, 645, legge Scelba intestata appunto, “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”.
La fonte legislativa dell’illegalità del fascismo è perciò la Costituzione nella sua lettera, oltre che, ovviamente, nello spirito che la anima dal primo all’ultimo articolo. La XII Disposizione, in sostanza, contraddice consapevolmente l’art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Dunque è l’eccezione determinata dalla storia e dalla natura dei fascismi ed è costituzionalizzata. Qualsiasi altro tentativo di conculcare ogni manifestazione del libero pensiero è, conseguentemente, una palese violazione del disposto costituzionale e un ripugnante attacco alle libertà dei cittadini.
Non solo: il primo comma dell’art. 3 Cost. sancisce che “Tutti i cittadini (…) sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di opinioni politiche”. Arriveremmo al paradosso per cui ci sarebbe una legge che disciplina la diseguaglianza dei cittadini in base alle opinioni politiche.
Va spiegato ai firmatari (e ai sottoscrittori) dell’ordine del giorno che, per nostra fortuna e per sfortuna degli ungheresi, il signor Orban non è il presidente del Consiglio del nostro Paese.
Conclusione: Genova, Medaglia d’Oro al Valor Militare nella Resistenza, non merita questa paccottiglia rivoltante, frutto di una stagione di revisionismo storico in cui gli aggressori si spacciano come aggrediti, i carnefici si travestono da vittime, il lupo bela come un agnello. Per poi azzannare la libertà di tutti.
Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi
Pubblicato giovedì 11 Febbraio 2021
Stampato il 23/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/editoriali/un-grottesco-sfregio-alla-costituzione/