
All’origine era il cavaliere. Una persona a cavallo che portava una lettera, un messaggio, un dispaccio. Così è nata la staffetta. Le nostre staffette, le staffette partigiane portavano dispacci, armi, munizioni, in bicicletta. Erano la staffette della strada, le staffette dei sentieri. Oggi le staffette siete voi, siamo noi. Queste biciclette che vi porteranno alle Fosse Ardeatine non si muovono soltanto su queste strade, nello spazio, si muovono nel tempo. E si muovono nel tempo grazie a una macchina del tempo che tutti noi possediamo: la forza della memoria. Con la memoria torniamo al messaggio di Liberazione che ci è stato consegnato da persone come Marisa Musu, Carla Capponi, Rosario Bentivegna “Sasà”, Mario Fiorentini.

Con la forza della memoria torniamo nel fuoco della Resistenza romana. Con la forza della memoria torniamo all’Italia del dolore, trafitta dalla guerra nazifascista, dalla cultura della morte delle camicie nere e delle svastiche. Con la forza della memoria torniamo inorriditi alle torture di via Tasso, alla strage della Storta, all’eccidio delle Fosse Ardeatine, dove furono massacrati 335 esseri umani non perché italiani, ma perché antifascisti.

Antifascismo. Ma che vuol dire? Non vuol dire solo contrastare un pensiero politico che giudichiamo criminale perché fondato sul disprezzo della vita, sul culto della bella morte, sulla cancellazione dei diritti, sul razzismo, sul nazionalismo, sull’apologia della guerra d’aggressione. Antifascismo vuol dire anche impegnarsi per un’altra società e un altro Stato, esattamente il contrario della società e dello Stato fascista. Quali sono le parole chiave di questa nuova società e di questo nuovo Stato? Democrazia contro dittatura. Libertà contro l’oppressione. Lavoro contro la disoccupazione. Uguaglianza contro la gerarchia. Pace contro la guerra. Solidarietà e vicinanza contro l’odio e la paura. Ecco, questa è la società e lo Stato disegnati dalla Costituzione, che non è mai stata pienamente attuata e che oggi di fatto vogliono cancellare, proprio perché antifascista.

La vogliono cancellare col cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che impone uno stato di polizia e di spioni e che trasforma qualsiasi conflitto sociale – il sale della democrazia – in un reato. Vogliono cancellare la Costituzione con l’autonomia differenziata delle Regioni che spacca l’unità del Paese fra chi ha più diritti e servizi e chi ha meno diritti e servizi. Vogliono cancellare la Costituzione col premierato che dà tutti i poteri a una persona sola al comando e impedisce qualsiasi partecipazione popolare. Vogliono cancellare la Costituzione con una politica che rende i poveri più poveri e i ricchi più ricchi in un Paese in cui i poveri assoluti sono ormai quasi sei milioni. Esattamente un decimo della popolazione residente in Italia.
Vogliono cancellare la Costituzione gridando “guerra” quando noi gridiamo “pace” e voltandosi dall’altra parte mentre riprende lo sterminio di uomini, donne e bambini perché sono palestinesi.

Non era questa l’Italia per cui hanno combattuto i partigiani! Per cui hanno combattuto Marisa, Capponi, Sasà, Mario. Ecco perché sta a noi oggi, staffette del tempo e della memoria, riprendere le bandiere partigiane, dove era scritto “Pace, democrazia, uguaglianza, lavoro”; riannodare il filo del tempo, dal passato della Resistenza al presente di un uomo, Francesco, che dice “Fratelli tutti”. Sta a noi oggi staffette del tempo riconquistare la libertà di sognare, cioè di pensare il futuro, pensare a una nuova liberazione, pensare un’Italia, un’Europa, un mondo in cui la guerra sia davvero ripudiata e in cui fascismi e autoritarismi siano definitivamente gettati nella pattumiera della storia.
Unità, democrazia, uguaglianza, solidarietà, lavoro, pace: sono i semi che ci hanno consegnato i partigiani e le partigiane. Sta a noi oggi curarli e diffonderli, quando spira un vento di solitudine sociale, di repressione poliziesca e di regressione civile. Oggi, nell’80° anniversario della Liberazione, tocca proprio a noi.

Per coloro che sono sopravvissuti e per coloro che sono morti sulle montagne e nelle città, noi, gli antifascisti, rinnoviamo oggi il patto civile e morale costituente con le parole di Piero Calamandrei: “Un patto giurato tra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare, ai nostri posti ci troverai, morti e vivi con lo stesso impegno, popolo serrato intorno al Monumento che si chiama ora e sempre Resistenza!”.
Stamattina ero alle Fosse Ardeatine per gli 81 anni della strage nazifascista. Una rinnovata emozione e rabbia per quell’orrore. Poi ho letto le dichiarazioni del Presidente del Senato e della Presidente del Consiglio. La Russa parla di “massacro nazista”. La Meloni di “eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dalle truppe naziste di occupazione”. Non una parola sulla attiva collaborazione e responsabilità dei fascisti come il questore Caruso. Parole indegne per altissime cariche della Repubblica nata dalla Resistenza. Vorrebbero riscrivere la storia nascondendo i crimini del fascismo. Non ci riusciranno.
Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi
Pubblicato lunedì 24 Marzo 2025
Stampato il 26/03/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/editoriali/la-nuova-liberazione-riparte-dalla-memoria-dei-martiri-della-resistenza/