La solidarietà unisce. Questo il messaggio di umanità con cui il Coordinamento nazionale delle donne dell’ANPI, intende quest’anno riaffermare e rinnovare il valore dell’8 Marzo, Giornata internazionale della donna.
Un giorno simbolico, certo, che però ha accompagnato e continua ad accompagnare le lotte di libertà, emancipazione, liberazione, femminismo, parità e di pari opportunità per la conquista di diritti sociali e civili, nel nostro Paese e nel mondo.
In questo momento, in particolare, ci uniscono anche le preoccupazioni di forte allarme per le sorti della pace mondiale.
I pericoli di guerra si fanno di giorno in giorno più pesanti e, mentre incombono minacce atomiche, dobbiamo registrare, con le fragilità del pianeta, rovinosi abbandoni ambientali e irresponsabili pratiche speculative che affiorano solo a tragedie avvenute, come da ultimo per il sisma che ha colpito il nord della Siria e il sud della Turchia, con popolazioni già provate da povertà e guerre.
La guerra, le guerre, rappresentano il cancro dell’umanità e vanno cancellate dalla storia.
Per fermare la guerra che da un anno sta sconvolgendo l’Ucraina, per chiedere la fine dell’aggressione russa e l’apertura di negoziati di pace, perché si ponga fine ai conflitti che da anni dilaniano e devastano decine di Paesi, in tanti e in tante, ancora una volta anche in questi ultimi giorni, siamo scesi in piazza a fianco delle iniziative di Europe for Peace.
Ma non basta, la pace, il rispetto dei diritti delle persone, devono diventare un assillo quotidiano, un imperativo assoluto di ogni nostra azione perché l’aspirazione alla pace e alla libertà, il rispetto della dignità umana contro ogni discriminazione e sfruttamento sono un bene di tutti e di tutte e la salvezza dell’umanità.
La solidarietà unisce vuole raccogliere e accogliere le tante voci, le tante grida di donne che ci giungono da Paesi affamati, divisi e dilaniati da guerre, soggiogati da regimi dittatoriali e teocrazie illiberali, dall’Afghanistan, all’Iran, dallo Yemen alla Palestina, dal Myanmar al Congo, che fanno tornare in mente “pietà l’è morta” e dove alle donne vengono negate dignità e diritto di esistere.
Le voci di sofferenza delle donne afghane costrette ad abbandonare le scuole, le università e il lavoro faticosamente conquistato; le voci delle ragazze e delle donne iraniane che, nonostante le violenze, le torture, gli assassinii, le azioni ignobili e terroristiche come l’avvelenamento di oltre ottocento studentesse per impedirne gli studi, al grido di “donna vita libertà” non si fanno intimorire.
Le voci dimenticate delle tante donne curde che hanno combattuto contro l’isis e continuano a rivendicare il riconoscimento di una loro terra, di un loro stato democratico, tutte queste donne e le tante altre donne dei Paesi che vivono in guerre e conflitti più o meno dichiarati, ci chiedono di parlare di loro, di sostenere le loro lotte, di non girare lo sguardo da un’altra parte perché alle loro lotte, alla loro Resistenza serve la nostra solidarietà e l’esempio della nostra storia.
Una storia di popolo e di donne che parte da lontano e i cui valori, scolpiti nella nostra Costituzione, abbiamo visto sui volti dei giovani e delle giovani che hanno sfilato a Firenze per una scuola libera e antifascista, come negli sguardi sgomenti dei generosi volontari accorsi per tentare il soccorso dei naufraghi a Cutro.
Lo strazio che ci ha avvolto nel guardare quella fila di casse con tanti corpi – finora settanta ma il numero purtroppo ancora non è definitivo – di donne, uomini, bambini e bambine, di vite che potevano essere salvate, solo per un attimo hanno potuto trovare conforto nei tanti gesti di umanità della gente del crotonese e nella vicinanza, espressa con la sua presenza immediata, dal Presidente Mattarella.
Lo sgomento per l’ennesimo naufragio convive, però, con la rabbia e l’indignazione per le azioni vessatorie messe in atto contro i soccorsi navali delle ONG e per le vergognose affermazioni e becere giustificazioni da parte dei rappresentanti del governo che non daranno un nome a KR460, dove la lettera M, secondo i codici identificativi della polizia scientifica, indica il genere maschile e lo zero finale, di un’età inferiore ai dodici mesi.
Viviamo un tempo difficile, un tempo aggravato dalle insulse politiche che nel corso degli ultimi decenni hanno allargato i divari tra ricchezze e povertà con il depauperamento dei beni pubblici e la crescita di ingiustizie che hanno ingenerato impoverimenti sociali e culturali insieme al preoccupante allontanamento delle persone dalle forme organizzate della rappresentanza politica e istituzionale.
A pagare le predatorie politiche economiche, sono stati soprattutto i giovani e le donne, con la precarizzazione del mercato del lavoro, i tagli drastici alla spesa sociale, l’assenza di politiche fiscali redistributive, la tolleranza di evasioni ed elusioni, che hanno favorito la crescita dei profitti e al contempo concorso al drastico ridimensionamento del potere d’acquisto di salari e pensioni, fattori determinanti nel precarizzare le condizioni di vita di gran parte della popolazione.
La solidarietà unisce è un messaggio che nasce dalla nostra storia e che vogliamo rivolgere alle donne e alle giovani di questo nostro Paese all’insegna delle tante battaglie e delle tante conquiste che, di 8 Marzo in 8 Marzo, intere generazioni hanno messo a disposizione del futuro di tutte e di tutti, a partire dalle manifestazioni e dagli scioperi per il pane e per la pace che già nel marzo del 1943 contribuirono a determinare la caduta del fascismo, l’inizio della lotta di Liberazione e la costituzione dei Gruppi di Difesa della Donna, di cui quest’anno ricorrono gli anniversari.
Il nostro impegno sarà ancora una volta perché, nel nome della Resistenza e nei valori della nostra Costituzione, possano essere anniversari che contribuiscano a costruire per tutte e per tutti un futuro di pace, di libertà, di giustizia e di unità.
Tamara Ferretti, responsabile Coordinamento nazionale donne Anpi
Il testo scritto dalla responsabile del Coordinamento nazionale donne Anpi, Tamara Ferretti è stato letto e ripreso da molte testate giornalistiche nazionali e locali. Ma qualcuno è riusciuto ad avere qualcosa da ridire: Micromega, che griada caso in passato non ha risparmiato pesantissime bordate all’Anpi per il No alla guerra. La condirettrice Cinzia Sciuto nell’articolo “Il corto circuito relativista che fa sparire la lotta delle donne” dedicato al manifesto Anpi per l’8 marzo e apparso su Micromega il 9 scrive Teresa invece di Tamara Ferretti. “Speriamo – scrive l’associazione dei partigiani – che la stessa disattenzione non sia stata messa nella lettura della replica…”. Ecco qui la replica di Ferretti: https://www.micromega.net/manifesto-anpi-8-marzo-replica/
Pubblicato mercoledì 8 Marzo 2023
Stampato il 21/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/editoriali/8-marzo-la-solidarieta-unisce/