Piazza del Popolo sotto la pioggia, questo 24 febbraio. E si riempiva di grappoli di cortei che giungevano dalle vie laterali e poi si spostavano sui lati, o ai margini o addirittura fuori dalla piazza. E così essa si svuotava, e poi si riempiva di nuovo con nuovi nugoli di persone, striscioni, bandiere. E ombrelli. E poi ancora si svuotava e ancora si saturava per tante volte. Tante, quanto basta per pensare a centomila. Antifascisti e antirazzisti.

Intanto dal palco si alternavano i Modena City Rambler e i ragazzi che leggevano le lettere dei condannati a morte e Giulio Scarpati che guidava la successione degli interventi e degli eventi e una migrante che ci raccontava il suo calvario, mentre sul maxischermo appariva l’immagine di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, oggi senatrice a vita, che ci parlava del passato e del presente, della bestia immonda che si nasconde e poi d’improvviso appare, insomma il razzismo.

Ed alla fine Carla Nespolo, l’oratrice ufficiale, l’Anpi a nome di sindacati, partiti, associazioni, tutti coloro che hanno promosso questa manifestazione inventando una nuova pagina di unità democratica nel Paese. Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’Anpi. Ecco il testo integrale del suo discorso. (G.P.)

 

Buongiorno care amiche e amici.

Ecco finalmente l’Italia democratica e antifascista tutta unita in questa piazza!

Siete venuti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, con treni, autobus, navi, e soprattutto con grande impegno e passione e io vi saluto, di vero cuore, a nome dell’Anpi e a nome di tutte le 23 associazioni, sindacati, partiti e movimenti che hanno proposto l’appello “Mai più fascismi – Mai più razzismi”.

In moltissimi lo avete già firmato e anche ora, su questa piazza, potete continuare a farlo, presso i gazebo qui allestiti.

Permettetemi prima di tutto di ringraziare Giulio Scarpati che, con generosità e passione civile guida con fraternità e sapienza questa nostra giornata.

Oggi, nel bellissimo corteo che si è snodato per le strade di Roma e qui, ora, sta avvenendo una cosa importante: la voce del popolo, delle cittadine e dei cittadini, delle donne e degli uomini, dei giovani e degli anziani, dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti e di tanti altri, si è alzata, alta e forte, per difendere la Democrazia, la Repubblica, la Costituzione nata dalla Resistenza e per chiedere che venga messa sempre più in pratica una Carta costituzionale, troppe volte disattesa.

Per dire, in una frase sola: No al fascismo e al razzismo!

Lo diciamo con la ragione, perché c’è un pericolo, qui ed ora, per la democrazia e la convivenza civile e quel pericolo si chiama fascismo.

Lo diciamo con il sentimento, perché l’antifascismo è anche aver cura della memoria della nostra comunità e del mondo.

Per Eusebio e Laila e Italiano, e Piero le cui parole sono risuonate su questa piazza con la voce di altri giovani che ne raccolgono il testimone. Per i partigiani caduti in combattimento, o fucilati, o vittime delle inenarrabili torture dei nazisti e dei fascisti. Per il popolo che li ha aiutati e sostenuti, per le centinaia di migliaia d’italiani e per le decine di milioni di donne e uomini uccisi durante la seconda guerra mondiale, voluta dal fuhrer e dal duce. Per le vittime delle orribili leggi razziali. Per i caduti delle stragi fasciste del dopoguerra, da Piazza Fontana a Piazza della Loggia e a Bologna.

Per le vittime sul lavoro. Per i nostri fratelli e sorelle, vittime di pregiudizio, razzismo, e violenza. Per tutti loro noi oggi siamo qui. Per ricordarli e ricordare.

Non solo per il dovere che abbiamo verso chi ha lottato, si è sacrificato ed è anche caduto, per darci democrazia e libertà ma anche per noi stessi. Perché, come ha scritto George Santayana, chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.

Noi non vogliamo, assolutamente che si ripetano le tragedie del fascismo e del razzismo.

No, non abbiamo paura dei fascisti. Abbiamo paura dell’indifferenza, della superficialità, dell’ignoranza.
Penso, ad esempio, che molti dei ragazzi che hanno schernito Anna Frank in uno stadio romano o che fanno scritte con le svastiche imbrattando cippi e lapidi, non sappiano neppure che cosa stanno facendo o scrivendo. Con loro vogliamo, dobbiamo parlare. Leggere libri e ascoltare testimonianze. Portarli a visitare un campo di concentramento o un luogo di strage come Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, la Benedicta o tanti altri.

È un lavoro prezioso, che devono fare la scuola, le famiglie, le Associazioni e le singole persone. Troppo silenzio c’è stato intorno a questi temi, troppa distrazione, troppo indifferenza.

Oltre al ruolo primario della scuola è fondamentale quello dell’informazione: dai giornali, al web, alla televisione e così via. Lo dico a tutti, ma soprattutto ai giovani: è utile e indispensabile leggere i libri di storia, la letteratura e le testimonianze. Ascoltare buona musica, come quella che abbiamo sentito oggi nel corteo e qui sul palco. Musica di lotta e di libertà. Quella che cantavano e anche componevano i partigiani.

Non dimentichiamolo, i partigiani, mentre lottavano per la libertà, leggevano, studiavano e insegnavano a leggere e persino a scrivere. La lotta di Liberazione fu anche una straordinaria occasione di alfabetizzazione e di conoscenza.

Il fascismo è nemico della conoscenza.

Sono con noi i Sindaci di tante città, con i loro gonfaloni. Quei Sindaci che, numerosi, hanno assunto la delibera di vietare gli spazi pubblici ai fascisti e che portano con onore, sui loro gonfaloni, la medaglia d’oro della Resistenza. Essi si sono uniti ai gonfaloni delle Regioni e delle Provincie qui presenti. Non posso citarli tutti e me ne scuso, ma tutti saluto e ringrazio, di vero cuore. Per tutti ringrazio il Comune di Roma che ci ospita.

Il ruolo degli Enti Locali, cosi come previsto dalla nostra Costituzione, è fondamentale per la vita di una società democratica, vicina ai cittadini, alle loro esigenze e deve essere sostegno per i loro progetti di vita e di futuro.

Siamo in questa piazza anche per quel meraviglioso art. 1 della Costituzione che definisce l’Italia come una “Repubblica democratica fondata sul lavoro.” ma spesso per tanti giovani il lavoro non c’è o è precario e instabile.

Non dimentichiamo che il lavoro libero, sicuro e rispettato è un cardine della democrazia.

Il fascismo è nemico della democrazia.

Siamo in questa piazza per chiedere e pretendere maggiore giustizia sociale e una vita più libera e felice. In cui le nostre tante differenze non siano un ostacolo, ma anzi un’occasione per riconoscerci tutti nella nostra Umanità. Come diceva sempre il mio caro amico Don Gallo che, se fosse ancora tra noi, ora sarebbe certamente qui. E così i tanti maestri di vita e di morale che abbiamo incontrato, a volte troppo distrattamente, nella nostra vita. Siamo qui per denunciare che in troppi casi, a Macerata come a Fermo, a Milano come in tante altre città italiane, di fronte a un orribile delitto razzista, alcuni politici razzisti e persino certa parte della stampa, anziché condannare il delinquente che spara, discutono dei rischi dell’immigrazione.

Inaccettabile.

Andremo avanti, anche con il loro insegnamento, per un mondo più libero e giusto.

Una cosa possiamo ribadiamo con forza: essere diversi “differenti” appunto, non solo non è un male, ma è un bene, una risorsa per una convivenza pacifica e civile.

Ce lo hanno insegnato i partigiani, che hanno saputo nei terribili 20 mesi della guerra di Liberazione, e anche prima, stare insieme fraternamente: comunisti, socialisti, cattolici, anarchici, liberali, monarchici e persone che non avevano un credo politico definito, ma un solo ideale: la Libertà.

Ce lo hanno insegnato le donne, che nel corso di tutto il Novecento hanno fatto dell’emancipazione e della differenza, la cifra della loro lotta e dei loro progetti di futuro.

Il fascismo è nemico delle donne.

È dopo la Liberazione che le donne ebbero il diritto di voto il 2 giugno 1946 e anche oggi guardate cosa vorrebbero i cosiddetti fascisti del terzo millennio: vietare il lavoro alle donne, cancellare la legge sull’aborto e così via.

I diritti delle donne sono il grande spartiacque tra dittatura e democrazia e mentre noi antifascisti ribadiamo con forza la funzione di liberazione delle pratiche non violente.

Denunciamo, con sgomento e orrore, la violenza che troppe volte, nelle società ricche come in quelle povere, subiscono le donne. Siamo al loro fianco, sempre.

La Costituzione Italiana all’articolo tre, stabilisce che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

È un articolo che molti conoscono, ma è sempre bene ricordarlo e ribadire che il vero pericolo per la nostra convivenza civile, la vera causa e origine del fascismo e del nazismo, è il razzismo. Esso è violenza, ma anche inganno, perché fa credere al povero che il più povero di lui è il suo nemico. Mentre il suoi nemici sono altri: la guerra, lo sfruttamento delle donne e degli uomini, l’inquinamento del nostro pianeta.

Lottiamo contro il rischio fascista in Italia, ma anche in Europa. Non dimentichiamo che dalle ceneri dell’Europa oppressa sotto il tallone del terzo reich, è nata l’Europa di oggi. Essa o è antifascista o non è. Non lo diciamo solo noi; non lo diciamo solo da oggi.

Lo dicevano gli autori del “Manifesto di Ventotene”: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann che lo scrissero al confino nell’agosto del 1941. Con straordinaria lungimiranza quel Manifesto pone al centro della costruzione dell’Europa, l’umanità e la dignità di donne e uomini. Questa è oggi l’Europa che vogliamo. Nel vuoto di valori, crescono come un cancro il nazismo, il fascismo e il razzismo. Essi sono presenti in Italia, come in Polonia, in Ungheria, come in Austria, nella vicina Ucraina e in altri Paesi. Si appropriano in modo falso e fraudolento della parola popolo che è inclusiva, pacifica e accogliente. Cercano di mettere in opposizione un popolo contro altri popoli, rifiutando e perseguitando chiunque (sia migrante o rom o ebreo o omosessuale o islamico o partigiano) che non la pensi come loro. Per i fascisti “l’altro” è il nemico. Per noi “l’altro” è il fratello e il compagno. Oggi vogliamo ribadire con forza che lo ius soli è un diritto e non una concessione. Si vergogni chi non votando la legge se l’è presa con i bambini.

Inoltre, l’Europa deve misurarsi con l’irreversibile fenomeno migratorio, concordando una comune politica di accoglienza, contrastando vecchi e nuovi razzismi che incitano alla guerra dei poveri contro i più poveri.

I muri non sono una difesa, ma anzi sono una delle cause dell’insicurezza e della paura.

Noi, antifascisti e perciò europeisti, questo chiediamo all’Unione Europea: un’Europa sociale e non solo della moneta. Un’Europa di popoli uniti e fraternamente vicini ad altri popoli. Questa è utopia? Tutto il contrario. Siamo quanto mai realisti. Cosa c’è di più folle della schiavitù, della guerra, della barbarie? E non è forse proprio questa la vocazione di tutti i fascismi, i nazismi e i razzismi?

Certo che c’è un problema di sicurezza e lo Stato deve garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Per questo, e giustamente, deve avere il monopolio della difesa dell’ordine pubblico. Vi è chi ha paura, è comprensibile, ma essa si supera cambiando sul serio il Paese, e cioè riportando la persona umana – e perciò i temi dell’eguaglianza e della libertà – al centro della scena. La sicurezza dei cittadini si ottiene prima di tutto con una forte risposta sociale, contrastando ogni situazione che generi degrado, emarginazione e povertà e combattendo ogni illegalità, a cominciare dalla grande criminalità organizzata, come la mafia e la camorra, come ci insegna ogni giorno don Ciotti con l’impegno di “Libera”; permettetemi in questo momento di esprimere grande solidarietà a Federica Angeli, coraggiosa giornalista sotto scorta perché più volte minacciata dalla mafia di Ostia, e a tutti coloro che hanno il coraggio della testimonianza. I fatti purtroppo ce lo dimostrano quotidianamente: non è mai esistito né mai esisterà un fascismo senza violenza. La storia ci ha amaramente dimostrato che lo strumento principale del fascismo è la violenza in ogni sua forma, fino all’apoteosi della “guerra igiene del mondo”.

Noi, firmatari dell’appello “Mai più fascismi – Mai più razzismi”, ribadiamo, da questa piazza, con forza, la richiesta dello scioglimento immediato delle organizzazioni neofasciste per realizzare finalmente la XII disposizione della Costituzione, che vieta la “riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista”. L’escalation di violenza a cui stiamo assistendo in questi giorni nasce anche da un ritardo di risposta su questo tema.

Tale scioglimento è necessario per garantire l’ordine democratico e repubblicano.

Da questa piazza si alza, alta e forte questa richiesta: Mai più fascismi – Mai più razzismi.

Lo chiederemo anche al prossimo Governo, qualsiasi esso sia. Insisteremo, non ci fermeremo con oggi.

La nostra voce di oggi, come quella delle tante manifestazioni che dal 28 di ottobre dello scorso anno, hanno segnato il cammino dell’antifascismo italiano è un momento importante ma non è un momento conclusivo. Andremo avanti, tutti insieme, con la forza preziosa della nostra unità e del nostro impegno non violento.

L’antifascismo è nonviolento. O non è. Lo dico con forza anche in relazione ai fatti di questi giorni.
Quello che è certo è che fascismo e razzismo costituiscono un pericolo per la democrazia, che dobbiamo sventare tutti insieme, le Partigiane e i Partigiani hanno combattuto anche per questo, per un mondo di pace, di solidarietà e di fraternità.

E dunque a presto cari amici antifascisti che tornerete (anche sotto questa pioggia che non vi ha fermato) alle vostre città e arrivederci al 25 aprile Festa della Liberazione e della Democrazia; arrivederci al 2 giugno per onorare tutti insieme il 70° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione italiana; arrivederci in ogni strada, piazza e quartiere, d’Italia. La nostra forza è la nostra unità; il nostro impegno per un mondo più giusto, libero e non violento. Il nostro sogno è l’impegno quotidiano per dare ai nostri figli, nipoti e alle generazioni che verranno un mondo di pace, di libertà e di giustizia sociale.

Arrivederci, dunque.

Viva la Costituzione, la Democrazia, la Pace!

Viva l’Italia antifascista!