Il 25 aprile 2020 al coronavirus si è opposto lo splendido virus della Liberazione. Si è opposta la memoria nazionale dell’antifascismo e della Resistenza. Abbiamo assistito ad un potente turbinio di entusiasmo, creatività, di bisogno di ritrovarsi tutti insieme intorno alle radici di civiltà, di sicurezza democratica, di coesione, di approdo ad una società che si riconosce, in particolare nei momenti di crisi, nella migliore identità. Nel sogno e nella lotta delle partigiane e dei partigiani.
Avevamo naturalmente lavorato, e duramente, come Anpi, ad un’esposizione del 25 aprile importante, vista l’impossibilità, doverosa, di festeggiare fisicamente, nelle piazze, e rendere omaggio a chi si sacrificò per conquistare il Paese alla libertà contro la criminalità fascista e nazista, contro chi lo trascinò nell’avventura folle della guerra, nella determinazione violenta di creare uomini e donne inferiori attraverso le leggi razziali, attraverso dunque le stragi, le deportazioni.
Il 25 aprile l’Anpi ha lanciato un’inedita mobilitazione, quella dei social network. E dunque racconti e testimonianze a tambur battente: ricordiamo, per tutti, l’emozionante messaggio di Vera Vigevani Jarach, 92 anni, perseguitata appunto dalle leggi razziali e madre di Plaza de Majo. Ma anche, e specialmente, un flash mob dai balconi e dalle finestre: #bellaciaoinognicasa.
Un grande raduno popolare intorno al canto per antonomasia della Resistenza, alla sua eco mondiale di volontà autenticamente rivoluzionarie. Avevamo lavorato, insomma, nella speranza di una ragguardevole ricezione di un input che consideravamo fondamentale.
Ebbene il Paese ha risposto oltre ogni aspettativa.
Nel giro di qualche ora al nostro appello hanno risposto tante associazioni, partiti, movimenti, sindacati, organizzazioni religiose.
Tra gli altri, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Spi Cgil, le Sardine, Partito democratico, Sinistra italiana, Libera, Confederazione italiana tra le Associazioni combattentistiche e partigiane, Unione degli universitari, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Istituto nazionale Ferruccio Parri, Comune di Firenze, Comune di Napoli, Comune di Milano, Anppia, Articolo Uno, Aned, Fiap, Articolo 21, Rete #Nobavaglio, Libertà e Giustizia, l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia, i Verdi, Rifondazione comunista.
A seguire, nei giorni successivi, infinite Amministrazioni comunali, provinciali, tanti sindaci in prima persona, tra questi ci piace ricordare Leoluca Orlando che ha fatto esporre dal balcone centrale del Municipio di Palermo, la bandiera dell’Anpi. Un riconoscimento che ci ha commosso e ci commuove.
Bella ciao per un giorno è stato, senza nulla togliere a Mameli ovviamente, l’inno d’Italia.
Abbiamo visto cantare dagli ospedali e dalle caserme. Abbiamo avuto sui nostri social un’esplosione di partecipazione. Centinaia di migliaia di likes e visualizzazioni. Una rete di memoria attiva che ha visto protagonisti non solo il centro nazionale Anpi, ma anche le diramazioni provinciali e di sezione.
I nostri dirigenti e militanti si sono meravigliosamente impegnati, in raccordo con le locali autorità istituzionali, e dunque nel pieno rispetto dei dispositivi di sicurezza sanitaria, anche nel deporre fiori e corone ai piedi dei monumenti simbolo della Lotta partigiana.
Resterà indelebile l’immagine della presidente Carla Nespolo – una combattente – al Campo della Gloria nel cimitero di Alessandria. In un intervista al, Tg3 una delle numerose rilasciate, ha ricordato con fermezza e commozione che “Un popolo senza memoria non ha futuro”.
Una notazione di merito va anche alla Rai che attraverso sia la struttura televisiva sia quella radiofonica ha davvero dato il massimo, in termini di qualità e intensità dell’informazione.
Onore, vogliamo dirlo esattamente così, anche a Gad Lerner, che su repubblica.it ha dato luogo ad una preziosa maratona pomeridiana con tanti appassionati contributi e a Carlo Petrini che con l’appello #iorestolibero ha riunito, intorno alla necessità di una solidarietà partigiana a favore dei senza tetto e dei senza lavoro, 1.400 personaggi del mondo dello spettacolo, del giornalismo, della cultura tra cui Vasco Rossi, Zucchero, Carlo Conti, Renzo Piano, Ligabue, Jovanotti, Adriano Celentano.
Da menzionare, anche il lavoro storico/narrativo dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, presieduto dal prof. Paolo Pezzino, realizzato con l’iniziativa social “Raccontiamo la Resistenza”, e l’evento dell’Istituto Alcide Cervi.
Insomma, un 25 aprile che ha fatto e farà storia.
Una giornata legata inevitabilmente alle correnti e drammatiche condizioni del Paese. Nel passaggio finale del suo messaggio alla nazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto: “Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori. Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore. Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando. Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!”.
Un invito accorato ad andare avanti uniti, forti e liberi. Un invito alla Resistenza. Come allora. E sempre.
Pubblicato giovedì 30 Aprile 2020
Stampato il 23/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/copertine/i-balconi-di-bella-ciao/