Può fare notizia l’adesione di rappresentanti delle Istituzioni della Repubblica Italiana a un’iniziativa che riassume l’aspirazione alla libertà, alla democrazia e alla solidarietà sancite nella Costituzione? Forse sì, se a dare il patrocinio a un Pastasciutta antifascista è anche un primo cittadino eletto con il centro destra perché, semplicemente, si riconosce con la sua Comunità nei “valori fondanti della Liberazione”. Al contrario di colleghi della Lega, che hanno stigmatizzato e bollato l’evento che si terrà in contemporanea all’Istituto Cervi e in più di 90 altre località italiane perché “divisivo”.
Questa bella storia accade nel territorio di Pesaro Urbino, dove la ricorrenza del 25 luglio 1943, cioè la caduta del regime mussoliniano, sarà festeggiata a Fano: una pastasciutta antifascista promossa dall’Anpi e dai sindacati, patrocinata dalla Provincia, dal Comune ospitante, e da due città con Amministrazioni politicamente distanti: Pesaro e Urbino. Una prima volta importante, dunque. Nel segno dell’unità antifascista, grazie all’impegno di tanti volontari «su una tavola apparecchiata con una tovaglietta che riproduce quella di allora dei Cervi – spiega Paolo Pagnoni, presidente pro tempore dell’Anpi provinciale e presidente della sezione di Fano – si gusteranno tagliatelle 25 aprile, al pomodoro, salsicce antifasciste, insalata partigiana, ciambellone Liberazione, il tutto innaffiato dal vino del luogo». Parteciperà Adelmo Cervi, figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre ’43, ci sarà anche un collegamento con l’Istituto di Campegine, e si ballerà a tempo di musica popolare. «A Fano c’è una grande sensibilità verso la memoria – aggiunge Pagnoni – tanto da avere un assessorato dedicato, che simbolicamente per tutto il Comune ha concesso il patrocinio. Ma tutte le istituzioni coinvolte hanno aderito senza indugio».
Ed ecco che a raccontarci le motivazioni del patrocinio alla ventennale tradizione avviata dal Cervi sono stati proprio i rappresentanti di ognuno degli enti locali. Il “padrone di casa” Massimo Seri si è confermato sindaco di Fano stravincendo, con il centro sinistra, nella tornata elettorale dello scorso giugno: «La pastasciutta è il simbolo che per eccellenza unisce tutti noi italiani – dice Seri – perché la pasta è il cibo più democratico che ci sia. Allo stesso modo lo deve essere l’antifascismo, sentimento che unisce e fortifica da Nord a Sud tutto il nostro amato Paese». L’iniziativa che si terrà domani nel suo Comune ha ricevuto il patrocinio di istituzioni territoriali guidate da esponenti di differenti tradizioni politiche. Per lo più nel panorama italiano centrodestra e Lega, in particolare, hanno preso le distanze. Lei cosa ne pensa? «È così a livello nazionale, ma nello specifico delle singole città ho costatato una partecipazione unanime e sentita. Che da sindaco posso solo ribadire. L’antifascismo non ha bandiere politiche ma è trasversale e unificante perché sinonimo di democrazia e libertà».
Anche Maurizio Gambini, sindaco della Città di Urbino è al suo secondo mandato, superando nettamente gli avversari, ma con il centro destra. Perché la scelta di concedere il patrocinio? «La memoria del passato è un valore fondante della nostra comunità – afferma il primo cittadino Gambini – e come tale va preservata, coltivata e tramandata attraverso le generazioni, affinché essa possa essere di insegnamento per il nostro presente e il nostro futuro. In questo spirito ho ritenuto di concedere il patrocinio dell’Amministrazione comunale, perché ci riconosciamo nei valori della Liberazione e auspichiamo che le contrapposizioni si annullino nel perseguimento dei valori fondamentali della libertà e della democrazia».
La Città di Pesaro ha voluto assegnare il patrocinio all’iniziativa attraverso il Consiglio comunale, ci spiega il presidente del parlamentino, Marco Perugini. È giovane, ha 31 anni, eletto all’incarico istituzionale poco più di un mese fa. «Abbiamo aderito insieme agli altri enti interessati per un principio che non è di parte ma è un principio repubblicano e cioè antifascista – precisa Perugini –. Ogni anno aderiamo alla tradizione di Campegine ma quest’edizione segna un nuovo inizio: la prossima vorremmo si tenesse a Pesaro». Nella cittadina marchigiana la memoria e i valori della lotta di Liberazione sono scanditi da numerosi episodi di coraggio ed eroismo, ma lo sguardo è rivolto soprattutto al presente e al futuro. Continua Perugini: «Il nostro territorio ha una sensibilità particolare a determinati temi, un ruolo importassimo per la memoria è quello realizzato dalle scuole e dall’Anpi e siamo impegnati su molti altri fronti. Il 2 settembre prossimo celebreremo il 75° della Liberazione di Pesaro con un’importante iniziativa a cui parteciperà, auspichiamo, la senatrice Segre». L’ha sorpresa la partecipazione di Comuni non propriamente del suo stesso lo stesso colore politico? «Niente affatto, perché il senso delle istituzioni e della Costituzione appartiene fortemente al nostro territorio, che ha espresso sindaci partigiani e ognuno ha in famiglia qualcuno che ha operato contro l’occupazione. Quindi nonostante governino colori e liste diverse sono molto orgoglioso dell’adesione degli altri Comuni e di tutti gli altri Enti del governo territoriale. Ed è importantissimo a prescindere da localizzazioni partitiche. Se però allarghiamo lo sguardo a livello politico nazionale devo dire che stiamo vivendo un periodo piuttosto strano, socialmente e politicamente, caratterizzato da molto odio. Credo bisogni lavorare affinché alcuni valori di libertà e democrazia riemergano prioritari, è un dovere verso le nuove generazioni. Intanto, ribadisco, sono molto orgoglioso di quanto dimostrato e realizzato per la pastasciutta antifascista».
Giuseppe Paolini è sindaco di Isola del Piano e presidente della Provincia di Pesaro Urbino. Perché l’ente di secondo livello che rappresenta ha dato il patrocinio? «Rispondo con una battuta: ho accettato di concedere il patrocinio non per la pastasciutta ma per la parola “antifascista” che, secondo me, smuove le coscienze e fa in modo che le persone dotate di consapevolezza del nostro passato oggi debbano impegnarsi ancor di più. In un momento come questo non è più sufficiente dire “io sono antifascista”, bisogna ragionare nell’ottica di una nuova Resistenza, naturalmente ben diversa da quella combattuta nei venti mesi dell’occupazione. Tuttavia sono preoccupato, siamo in una fase storica complicata, assistiamo al proliferare di formazioni quali CasaPound e Forza Nuova. E suscita anche rabbia se penso a mio nonno, per esempio, e ai tanti altri uomini e donne che hanno combattuto in montagna. A Isola del Piano sono stati fucilati 5 partigiani, prima di morire hanno dovuto attraversare le strade del paese perché tutti potessero vederli».
In occasione della pastasciutta antifascista la presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, ha ribadito che il fascismo è e resterà un crimine. «Purtroppo non ci dovrebbe essere bisogno di ripeterlo, semplicemente c’è nella Costituzione». L’attuale sindaco di Urbino, a guida di un’Amministrazione di centro destra ha concesso il patrocinio della Città. Si può essere di centro destra ed essere antifascisti dunque? «È una questione di scelte, nella vita è sempre una questione di scelte». Alcuni sindaci della Lega invece, come quello di Sassuolo in Emilia Romagna per esempio, hanno negato il patrocinio alla Pastasciutta antifascista perché “l’iniziativa si caratterizza per un evidente contenuto politico-sindacale”. «Vuol dire che loro mangeranno in bianco e noi col sugo buono. Però non nascondo l’apprensione. Basti pensare alle dichiarazioni e alle azioni di Salvini, che per la coscienza comune di quanto è accaduto nel nostro passato sono molto molto più preoccupanti di quelle di Almirante e del Movimento sociale negli anni 70».
Sono più di 90 i Comuni italiani che hanno patrocinato l’iniziativa promossa dalle Anpi e dai sindacati per festeggiare il 25 luglio come in casa Cervi 76 anni fa. Può essere il debutto di una nuova festa civile e popolare? «È un gran bel segnale, significa che in quegli oltre 90 Comuni la concezione antifascista è radicata. E il prossimo anno potremo essere 180 e poi 360. La pastasciutta antifascista sarà un bel modo di festeggiare in piazza l’aspirazione alla libertà e alla democrazia di cui la famiglia Cervi è un simbolo. Se poi la pasta è biologica e proviene da commercio equo e solidale, come sarà quella del prossimo 25 luglio a Fano, è ancora meglio. Anni fa lessi “I maltagliati” di Ferriero Corbucci, partigiano, personalità di spicco della comunità marchigiana con Carlo Bo e Italo Mancini, e padre di Franco, eletto sindaco di Urbino qualche anno fa. Ferruccio racconta il suo dopo 8 settembre. Da Fano con altri partigiani risalivano verso l’Appennino per andare a combattere contro i nazifascisti. Viaggiavano da due giorni lungo la Valle del Metauro quando, arrivati dalle parti di Isola Del Piano in frazione Scotaneto, furono avvistati da un contadino ed ebbero paura di essere denunciati alla milizia fascista. Invece quell’uomo fece capire di essere dalla loro parte e li portò a casa sua, offrendo da mangiare il poco che aveva: gli avanzi del giorno precedente, i maltagliati preparati dalla moglie. Beh, Corbucci ha sempre detto che mai aveva assaporato un piatto così buono, e non per la fame, tanto che in seguito nelle feste più importanti si faceva cucinare da sua moglie proprio i maltagliati. Sono riuscito a recuperare dalle donne anziane della nostra terra la ricetta originale e con Paolo Pagnoni dell’Anpi provinciale abbiamo proposto quella squisitezza a Fano nel 2011 per la Festa della Liberazione. Ha avuto un successo enorme, divenendo il piatto tradizionale della Resistenza della provincia di Pesaro Urbino. In altre parole: pasta, Resistenza e antifascismo vanno di pari passo».
Pubblicato mercoledì 24 Luglio 2019
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