L’Anpi e la Casa internazionale delle Donne. Prendono posizione contro le minacce di sfratto due vicepresidenti nazionali: Marisa Ombra, con una lettera alle dirigenti della casa, e Vania Bagni, con una dichiarazione. Due donne di due diverse generazioni, una successione di responsabilità e di impegno civile.
Ecco la lettera di Marisa Ombra, partigiana, alle dirigenti della Casa Internazionale delle Donne.
“Care amiche e compagne, purtroppo, per età e per salute, non ho potuto partecipare al vostro presidio di lunedì 21 maggio scorso in Campidoglio, ma desidero assicurarvi che sono con voi in ogni momento della sacrosanta battaglia che avete intrapreso in difesa della Casa delle Donne, che una scelta comunale cieca e sorda verso il profondo valore democratico della lotta delle donne vorrebbe sfrattare.
Sono con voi, che ogni giorno vi occupate di cultura, di socialità, di rispetto dei diritti delle donne e dei più deboli in generale. Una città non è fatta solo di scelte burocratiche e, a volte, di veri e propri atti di speculazione, ma di valori e di memoria attiva, che ha le sue radici nel passato, a cominciare dalla Resistenza e dalla Costituzione che ne è scaturita, ma ha la sua storia, il suo presente e il suo futuro anche nella lotta delle donne, per la libertà, l’eguaglianza e la differenza. Sono con voi, sempre. Sono certa che la nostra voce saprà arrivare alle Istituzioni e al cuore e alla mente di tante e tanti cittadini democratici, di Roma e dell’Italia. Vi abbraccio tutte con tanto affetto”.
Ed ecco la dichiarazione di Vania Bagni, fiorentina, che spiega perché quando viene a Roma alloggia all’ostello della Casa internazionale delle Donne.
“Prima di tutto perché l’Orsa maggiore, al Buon Pastore, è uno spazio bellissimo e accogliente, inoltre è un luogo dove si possono incontrare donne che arrivano a Roma da ogni parte del mondo. Ci si sta bene, si possono condividere le camere con altre donne e scambiare esperienze. È proprio pensata e organizzata per far star bene le donne, per metterle a loro agio. Quando sono ospite, non mi sento affatto una turista, non mi sento chiusa fra le mura di una qualunque camera d’albergo, ma una cittadina di Roma. Al Buon Pastore c’è anche una biblioteca molto fornita, ci sono spazi comuni per fare colazione, altri dove condividere interessi, sale conferenze con convegni di alto prestigio. D’estate nel Giardino si tengono spettacoli molto interessanti, si fa cultura. Purtroppo però, ultimamente, nonostante la struttura sia stata adeguata alle normative, si percepiscono le difficoltà e le sofferenze della Casa.
È molto tempo che alloggio al Buon Pastore quando devo essere a Roma, conosco la storia dello stabile e del movimento delle donne. La mia è anche una scelta “politica”. La Casa internazionale delle Donne è uno spazio collettivo, forte di una storia formidabile e deve essere sostenuta. Sono tantissime le donne di ogni età che la frequentano, giovani e meno giovani, di ogni parte del mondo. Non si ha paura, anche a girare di notte da sole nei dintorni. Vi si respira un’aria internazionale e questo non capita in altre città, neppure nelle più famose metropoli europee. L’Ostello e la Casa sono grandi risorse per le donne, italiane e di ogni nazionalità. Il Buon Pastore è un luogo che arricchisce sempre. I posti disponibili all’Orsa maggiore però non sono molti, per di più costano abbastanza poco al confronto con altre strutture ricettive del centro storico della Capitale, è infatti a Trastevere. Si tratta, è chiaro, di una scelta consapevole della Casa per far usufruire le donne di un servizio e consentire loro di viaggiare. È uno spazio di libertà, da proteggere e implementare”.
Pubblicato venerdì 1 Giugno 2018
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