Torino, Giornata del ricordo, Palazzo Civico, Sala Rossa. Il Prefetto consegna la medaglia d’onore alla memoria di tale Filippo Polito all’erede, che si presenta in camicia nera. Ma lo scomparso era un volontario e non era al servizio dell’Italia. Da ciò, per l’ANPI provinciale di Torino, l’illegittimità dell’attribuzione del riconoscimento. E’ l’ennesimo caso di un’interpretazione della legge istitutiva della Giornata che contraddice la lettera della legge stessa e di fatto onora personaggi che non hanno nulla a che vedere con la Repubblica democratica, anzi, che hanno contrastato la liberazione del Paese dal nazifascismo. “La Giornata del ricordo – scrive l’ANPI provinciale – non può prestarsi ad utilizzi politici, in particolare da parte di risorgenti nostalgie fasciste, né può costituire riconoscimento di quanti hanno operato contro le libertà e a fianco delle barbarie naziste”.
La Presidenza dell’ANPI Provinciale di Torino, in un comunicato, spiega chiaramente chi era Filippo Polito: “Il suo nome compare in parecchi elenchi: 1) Caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana, a cura di L’Altra Verità; 2) Albo caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana, della Fondazione RSI, Istituto Storico; 3) Elenco “Livio Valentini” caduti Repubblica Sociale Italiana; 4) Concittadini Caduti infoibati o diversamente massacrati in tempo di guerra e da guerra terminata, comunicato di “Destra Per Reggio”, 10-2-2016.
Negli elenchi compare la data di nascita, 18-8-1923 ad Ardore (RC), il ruolo di Guardia di Polizia Repubblicana, residente a Trieste, la data di morte in Trieste (2-5-1945), la qualità di disperso o deportato; in un solo caso risulta deceduto il 31-12-1945 come prigioniero Borovnica, Lubiana (Albo della Fondazione RSI).
L’articolo 3 comma 3 della Legge 30 marzo 2004 n. 92 recita: “Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati soppressi nei modi e nelle zone di cui ai commi 1 e 2 mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell’Italia”.
Poiché il territorio dell’attuale Friuli-Venezia Giulia, l’Istria e la cosiddetta Provincia di Lubiana facevano parte all’epoca della Zona d’Operazioni Litorale Adriatico (ZOLA), costituita dai nazisti dopo l’8 settembre ‘43 e amministrata direttamente da un Supremo Commissario nazista nominato da Hitler, in cui la stessa RSI non aveva alcun potere e in cui le sue formazioni armate potevano entrare e operare solo ed esclusivamente con il permesso e sotto la direzione dei tedeschi, l’adesione alla RSI, in quanto agli ordini dei nazisti non può considerarsi “a servizio dell’Italia”.
La partecipazione volontaria alla RSI risulta dal fatto che il 12 novembre del ’43 il Supremo Commissario nazista dispose che l’arruolamento nelle formazioni della RSI poteva avvenire solo “sulla base di presentazione volontaria” (Il Piccolo, 12 novembre ’43, pagina 1).
Risultano pertanto due condizioni (il carattere volontario e l’attività collaborazionista) che sulla base della legge ostano alla concessione della “insegna metallica con relativo diploma”.
Poiché la legge richiama una vicenda tragica, che comprende le foibe, e riguarda l’insieme dell’esodo e della complessa vicenda dei confini orientali, riteniamo che l’attribuzione della medaglia a Filippo Polito combattente volontario, a fianco dei nazisti, in terre da loro occupate, vada rivista”.
Pubblicato venerdì 17 Febbraio 2017
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