C’è il divieto ufficiale della prefettura e della questura alla parata nera indetta il 25 aprile da CasaPound e da Lealtà e Azione, al Campo 10 del Cimitero Maggiore di Milano, il Musocco. Dopo le pressioni delle associazioni democratiche – ANPI e ANED in testa – con il sostegno del sindaco Beppe Sala alla sua prima Festa della Liberazione, la Milano Medaglia d’Oro della Resistenza non dovrà subire l’insulto organizzato ogni 25 aprile, a partire dal 2013, dagli estremisti di destra. Sarà tuttavia impossibile, hanno precisato i rappresentanti del Viminale, proibire l’ingresso al cimitero. Il luogo sarà però presidiato da decine di agenti di polizia e da carabinieri per impedire l’accesso a gruppi neofascisti e non permettere esibizioni di saluti romani, riti del presente con braccio teso, schieramenti in formazione militare, esposizioni di bandiere o simboli della RSI. Chiunque provi a forzare i divieti sarà passibile di denuncia.
Sia lo scorso anno sia due anni fa erano arrivati a essere più di 300 a marciare con giubbotti neri e a intonare canti fascisti tra le tombe degli oltre 1.432 repubblichini sepolti al Campo 10 (921 militi della RSI, dei 9 volontari italiani inquadrati nelle SS, dei 150 delle Brigate nere, una quarantina della X Mas, e oltre 100 della legione Muti, tra cui anche tre degli autori della strage di Piazzale Loreto).
Più volte in passato è stata necessaria la denuncia della cittadinanza e delle associazioni della deportazione e della Resistenza per far rimuovere la bandiera di Salò issata da Lealtà e Azione, costola degli Hammerskin attivissima a Milano. Con tanto di aquila argentea e fascio littorio, rimaneva a sventolare indisturbata in barba alle leggi Scelba e Mancino. E sempre grazie alla pressione democratica, il Comune non depone più al Campo 10, in occasione della ricorrenza dei defunti, la corona di fiori bianchi e rossi, i colori della città.
Quest’anno l’ANPI di Milano aveva presentato in questura e prefettura un dossier fotografico per documentare le violazioni della Costituzione e della legge italiana. Le preoccupazioni sono motivate, inoltre, dalla sempre più forte arroganza delle sigle neofasciste che in questi ultimi mesi hanno scelto proprio Milano per raduni e concerti. Non autorizzati in luoghi pubblici ma permessi in locali privati.
Resta da capire cosa succederà il 25 aprile al Campo 62 del cimitero di Monza, dove l’estrema destra ha lanciato una manifestazione simile a quella proibita a Milano e poi il 29 aprile a Lodi per l’ormai tradizionale appuntamento neofascista in commemorazione del militante del Fronte della Gioventù, Sergio Ramelli.
Intanto per la Festa della Liberazione, partigiani e CGIL hanno invitato i cittadini a portare un fiore al Campo della Gloria del Musocco, dove riposano combattenti della Resistenza e militari alleati Caduti. Già durante l’occupazione nazifascista, il Cimitero Maggiore era divenuto luogo di memoria perché intorno alle tombe dei partigiani uccisi si riunivano le famiglie, manifestando il dissenso al regime e organizzando quella lotta corale di popolo culminata dell’insurrezione del 25 aprile 1945.
Pubblicato lunedì 24 Aprile 2017
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