Milano, aprile 2013: durante la commemorazione di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani un gruppo di militanti di estrema destra si esibisce nel saluto romano. Partono le denunce da parte dell’ANPI, che si costituisce parte civile. Nei giorni scorsi la sentenza dei giudici della quinta sezione penale del Tribunale. I 16 imputati, accusati di violazione della legge Scelba perché protagonisti di «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista», sono condannati a un mese di reclusione, a una multa di 250 euro e a un risarcimento di 16mila euro a favore dell’ANPI.
Con questa sentenza si fa un indubbio passo avanti nel contrasto giuridico ai neofascismi, confermando le due sentenze della Cassazione in merito ad episodi simili (la sentenza 235-09 e la sentenza 415-14) e si onora la XII Disposizione finale della Costituzione, che recita la primo comma “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Rimane senza dubbio molta strada da percorrere, ma la sentenza di Milano conferma l’opportunità e la legittimità dell’impegno teso a valorizzare la natura antifascista dello Stato in cui si incarna la Repubblica nata dalla Resistenza.
Pubblicato venerdì 20 Novembre 2015
Stampato il 27/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/saluto-romano-condanna-e-risarcimento/