Il presidente dell’Anpi VZPI Fabio Vallon, a sinistra, e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza (da https://www.comune.trieste.it/-/firmato-oggi-in-municipio-l-atto-per-la-concessione-all-anpi-v.z.p.i-del-parco-della-pace-presso-il-poligono-di-opicina)

Martedì 26 novembre 2019 è stata firmata da parte del Comune di Trieste la concessione a titolo gratuito a favore del Comitato Provinciale di Trieste dell’Anpi VZPI dell’area commemorativa sita presso l’istituendo “Parco della Pace” in adiacenza al Poligono di tiro di Opicina, dove vengono ricordati mediante una lapide i cinque antifascisti fucilati il 15 dicembre 1941 dopo la condanna del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato nel cosiddetto Secondo Processo di Trieste.

Si tratta di un atto importante ed atteso da tempo, che, pur ricordando che l’area è interessata da un più ampio progetto di riqualificazione che allo stato attuale risulta ancora da finanziarsi e completarsi, segna un punto fermo per garantire la piena fruibilità dell’area commemorativa. Nell’atto l’Anpi VZPI si impegna, oltre a garantire il decoro dell’area, a collaborare con il Comune di Trieste nell’organizzazione delle iniziative pubbliche volte a celebrare presso l’area commemorativa ricorrenze civili e a rendere possibile l’accesso presso l’area della cittadinanza e di classi appartenenti a comunità scolastiche di ogni ordine e grado.

La vicenda della sistemazione del previsto “Parco della Pace” è pluridecennale. Nell’ex poligono, durante la Seconda guerra mondiale furono fucilati circa un centinaio di antifascisti e partigiani. All’interno, con una lapide posta sul muro di cinta, nell’area ora concessa in uso all’Anpi VPZI, sono ricordati appunto i cinque antifascisti Pinko Tomažič, Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal, sul lato opposto del poligono, all’esterno, un cippo ricorda i 71 ostaggi fucilati dai nazisti il 3 aprile 1944. Nessuna lapide però ricorda altre 6 vittime del 22 novembre 1944, nulla rammenta i 14 fucilati del 28 aprile 1945 che i carnefici non fecero in tempo a seppellire, sorpresi ormai dall’avanzata dell’esercito partigiano liberatore.

Il poligono continuò ad operare anche nel dopoguerra ed è tuttora funzionante, seppur non più gestito dall’Esercito Italiano. Questo ha complicato l’iter di separazione delle aree e la sistemazione di quella commemorativa, tanto che neanche il Presidente Pertini, a suo tempo sollecitato ad intervenire, riuscì nell’intento. Lentamente però i tempi maturarono, tant’è che nel luglio del 2015 si riuscì, con un accordo in Prefettura a Trieste ad approvare la scelta che prevedeva la totale separazione della zona destinata all’area commemorativa – di cui era previsto l’ampliamento e la realizzazione di un accesso indipendente – da quella del poligono, attraverso la costruzione di un muro di divisione. I lavori però sarebbero dovuti partire dopo che fosse stato completato il trasferimento dell’area in questione dal demanio militare al demanio civile (Agenzia Entrate) e poi al comune di Trieste, che aveva già stanziato i fondi per i lavori. Il muro divisorio venne realizzato all’inizio del 2018, mentre il trasferimento è stato completato appena nel luglio scorso, ma mancano ancora notevoli interventi per realizzare appunto il “Parco della Pace”.

Nella conferenza stampa indetta in occasione della firma il Sindaco di Trieste si è inoltre impegnato a collaborare con l’Anpi VZPI per completare la riqualificazione del sito ed il reperimento dei fondi necessari all’opera.

Fabio Vallon, presidente Comitato provinciale Anpi VZPI/Trieste