Sono saliti fino a quasi duemila metri di altitudine per sfregiare con la sigla SS le fotografie dei partigiani, portar via lo stemma dell’ANPI e deturpare i pannelli illustrativi di una pagina gloriosa di Resistenza.
Il rifugio Laghi Gemelli nel Comune di Branzi, in Val Brembana, nelle Alpi Orobie è di proprietà del CAI di Bergamo ed è meta molto frequentata dagli appassionati di montagna, in ogni stagione fin dall’anno 1900.
L’attuale struttura ricettiva (80 posti) risale al secondo dopoguerra: venne ricostruita accanto ai ruderi dell’antica baita che, durante la guerra di Liberazione, era divenuta base operativa della “Brigata Giustizia e Libertà, Cacciatori delle Alpi” e data alle fiamme dalle milizie fasciste nel gennaio 1945 nel corso di un rastrellamento. Nel 1950, le formazioni partigiane finanziarono la costruzione di una chiesetta in memoria dei Caduti e dei combattenti locali, collocandola a poca distanza dal nuovo rifugio. Ma tutto ciò che non era stato distrutto dal rogo repubblichino venne col tempo ricoperto da un manto di verde, nascondendo sempre di più l’ex avamposto partigiano alla vista degli escursionisti.
Finalmente, lo scorso ottobre, volontari del Club Alpino Italiano e dell’ANPI hanno ripulito e restituito alla collettività il ricovero (dedicando al progetto ore di lavoro nei fine settimana), installando anche fotografie e pannelli in ricordo dei fatti accaduti in quei luoghi e dei loro protagonisti. Un’iniziativa che evidentemente non è andata giù a chi ha voluto sfigurare i ritratti e i cartelli con la sigla delle Schutzstaffel, le formazioni paramilitari naziste.
Lo scempio è stato scoperto la sera del 26 maggio, in occasione della presentazione del lavoro di recupero realizzato ma è avvenuto, probabilmente, qualche settimana prima. “Si tratta di un atto politico – hanno commentano i responsabili del CAI bergamasco e i gestori del rifugio –. Ricollocheremo nuovi cartelli, sconfortati e allertati dall’ignorante vigliaccheria di questi vandali nazisti”.
Pubblicato giovedì 15 Giugno 2017
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