L’idea di dar vita a un gruppo di lavoro che, all’interno dell’ANPI, svolgesse una attività tutta al femminile, venne a Giuliana Beltrami Gadola, la quale, durante il congresso nazionale dell’associazione, che si svolse a Firenze nel 1976, ne parlò con Gina Borellini e con Gisella Floreanini.
Le tre partigiane, già presenti nella società con un impegno rivolto soprattutto alla questione femminile, si fecero promotrici di quella che prima si chiamò commissione e in seguito Coordinamento femminile. La più entusiasta si dimostrò subito Laura Polizzi tanto che divenne la responsabile del Coordinamento.
L’obiettivo era quello di far maturare un interesse nei confronti delle donne che hanno vissuto direttamente la lotta di Liberazione e aiutare così, attraverso le loro esperienze, la crescita del mondo femminile. Infatti era lontana l’idea di esaltarsi nel passato, impresa sterile e inutile, l’intento al contrario fu subito quello di proiettarsi sui problemi del momento. Così le motivazioni, le condizioni di vita, i sentimenti, le reti di rapporti, le valutazioni di un’esperienza che ha avuto un peso nel processo di emancipazione delle donne, sono state il legame forte con le nuove generazioni, impegnate in lotte diverse, ma con un filo comune, un obiettivo comune, quello di affermare che la donna non è l’essere debole da tutelare, ma una forza da valorizzare per far crescere armoniosamente la società.
La realizzazione dell’obiettivo che si pose il Coordinamento non è stata facile: prima di tutto perché nell’ANPI le donne non hanno mai avuto molto spazio, poi perché la disponibilità delle partigiane a occuparsi soprattutto di problemi femminili, in un primo tempo ha incontrato qualche difficoltà.
A poco a poco le resistenze furono superate anche per l’incondizionato appoggio del nostro Presidente Arrigo Boldrini e il sostegno concreto di Mauro Galleni nella realizzazione delle nostre iniziative.
La nostra prima “uscita” ha avuto come tema: “Nella Resistenza e nella società le donne protagoniste per una nuova cultura di pace”.
Era il maggio 1988 e fu un successo perché a Milano arrivarono donne da ogni parte d’Italia per portare il contributo delle loro idee su un problema che sentivano profondamente.
Ma il desiderio e il dovere di restare vive nella società per trasmettere i valori che ci hanno spinte nella guerra di Liberazione, valori che abbiamo scoperto o approfondito durante la lotta e che sono poi gli stessi trasfusi nella Carta Costituzionale, ci hanno spinto a indire un convegno (Lettura al femminile della Costituzione, Milano, 1988) in cui approfondire gli aspetti più innovativi della nostra Carta Costituzionale. Lo scopo era soprattutto quello di rendere tutte le donne consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, come quello della partecipazione al “progresso materiale e spirituale della società” che la Costituzione indica.
Sempre con l’intento di stimolare le donne a partecipare più direttamente alla vita del Paese, ci furono altri due convegni: “La donna forza di cambiamento ieri e oggi” (Milano, novembre 1993) e “Dal silenzio imposto al voto – Un diritto che compie 50 anni” (Milano, marzo 1995).
Nel momento in cui la mafia imponeva alla Sicilia una violenza senza limiti, le donne siciliane si unirono per opporsi alle stragi.
Il Coordinamento ritenne doveroso aiutarle in quella lotta, coraggiosa e difficile, volta a difendere la libertà e la democrazia. Furono tante le partigiane che si recarono a Palermo (marzo 1992) e sfilarono, insieme alle donne antimafia, in un lungo corteo che si fermò a rendere omaggio al monumento che ricorda i caduti nella lotta contro la mafia. Poi insieme discussero in un animato convegno, ma forse la parte più interessante fu l’incontro nelle scuole con le scolaresche desiderose di confrontarsi e di capire.
L’impegno accanto alle donne in lotta contro la mafia suscitò interesse in diverse città, tanto che i Coordinamenti provinciali presero anche iniziative autonome. A Perugia ad esempio il 1° giugno 1992 si incontrarono, oltre alle siciliane contro la mafia, le calabresi in lotta contro la ’ndrangheta, le napoletane contro la camorra, le pugliesi contro la sacra corona unita. L’iniziativa, realizzata in collaborazione col Centro regionale per le pari opportunità, ebbe un grande successo.
La “pace” è stato senza dubbio l’impegno più pressante del Coordinamento. E non potrebbe essere diversamente, data la nostra esperienza dal vivo: noi abbiamo vissuto la guerra, sappiamo che cosa significa e, al di là della solidarietà che ci porta accanto a chi la patisce, sentiamo il dovere di discutere sul significato della pace. Questo tema lo abbiamo ancora affrontato a Udine nel maggio 1993, quando nella ex Jugoslavia si riproponevano orrori e tragedie che avremmo voluto non si ripetessero mai. Orrore e tragedie che si ripetono in Iraq e il cui dissenso abbiamo espresso partecipando alle marce della pace ed esponendo le bandiere che la simboleggiano.
L’originalità delle iniziative del Coordinamento sta però nel rapporto che abbiamo stabilito, oltre che con le donne della FIVL, della FIAP, dell’ANED, e con le associazioni femminili, soprattutto con le scolaresche. Negli incontri con le scuole sono state in particolare le studentesse a dimostrare interesse alle nostre esperienze e desiderio di capire il senso della partecipazione femminile alla Resistenza, rendendosi così conto che le donne, entrando nel collettivo, nel sociale, sono entrate nella storia non più come oggetti ma come soggetti.
C’è stato un momento in cui il rapporto con le scuole è stato più intenso per la disponibilità di Albertina Soliani, allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione: in un convegno a Brindisi con i presidi di tutta Italia si è discusso a lungo dell’importanza di diffondere nelle scuole la Resistenza, la sua storia, i suoi valori. E abbiamo ragione di credere che i viaggi di istruzione nei campi di sterminio siano dovuti anche a quell’incontro.
È stato all’Università Federico II di Napoli che nel 1997 si è tenuto un convegno su “Il 900 delle donne – Resistenza, Costituzione, Democrazia – Il percorso della storia”. A conseguenza del rapporto stabilito con le rappresentanti femminili negli Enti Locali si è potuta realizzare questa giornata di studio che ha visto la partecipazione e l’impegno di molte storiche.
Un bilancio positivo, quello del Coordinamento femminile, che ha anche il merito di aver arricchito l’attività dell’ANPI, proprio perché tutte le iniziative, avendo favorito il collegamento con la società, hanno suscitato nuovo interesse nei confronti dell’Associazione.
Resta ancora molto da fare. Il momento è difficile: i fascisti tentano in ogni modo di riportarci indietro, si cerca di demolire la Costituzione, mai come oggi i nostri valori sono messi in pericolo da conflitti e da nuove violenze. Ci auguriamo comunque che le giovani, che abbiamo incontrato, si rendano conto dei pericoli per il loro futuro e raccolgano la staffetta, opponendosi con forza e creatività a quanti vogliono fermare la cultura della pace, della giustizia, della libertà, che insieme abbiamo cercato di costruire e di cui tutti abbiamo bisogno.
(da Patria Indipendente n. 9 del 2004)
Pubblicato giovedì 13 Giugno 2019
Stampato il 22/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/compleanno-anpi-le-donne/