La dolce Miss Italia di sicuro non lo sa, altrimenti non avrebbe rivelato il suo desiderio di vivere durante la Seconda guerra mondiale, perché comunque, da donna, non sarebbe stata chiamata alle armi. Eppure un esercito organizzato di donne combatté in prima linea tra il ’43 e il ’45 contro l’occupazione nazifascista: oltre 70.000, molte giovanissime, collegate nei Gruppi di Difesa della Donna. Ebbero compiti fondamentali nella Resistenza sia civile sia armata, eppure a distanza di 70 anni dalla Liberazione, paradossalmente, non c’è traccia di memoria collettiva e la loro storia si comincia appena a scrivere. In Italia solo una manciata di strade è intitolata alle protagoniste del vastissimo fronte interno, più spesso la cronaca registra azioni di sfregio delle poche targhe dedicate, come accaduto lo scorso settembre a Roma.
“Noi, compagne di combattimento, i Gruppi di Difesa della Donna 1943-1945” è un convegno che fin dal titolo cercherà di riparare l’amnesia, puntando a conoscere il ruolo fondamentale delle partigiane e un’esperienza di ‘rottura’ col passato, determinante soprattutto sul terreno politico. L’appuntamento è sabato 14 novembre al Teatro Carignano di Torino, città Medaglia d’Oro della Resistenza. Sarà molto più di una tavola rotonda: un’occasione per avviare nuove, indispensabili, ricerche uscendo dai confini limitati delle autobiografie e delle brevi relazioni disseminate i vari archivi, attualmente l’unico tipo di pubblicistica sul tema.
I Gruppi di Difesa della Donna e per l’assistenza ai combattenti per la libertà, nacquero nella Milano occupata, con lo scopo di dar vita a un’organizzazione unitaria e pluralista. Vi presero parte donne comuniste, cattoliche, azioniste, liberali e repubblicane, come le anime del CLN, a cui furono affidati gli incarichi più vari, tutti ad alto rischio: furono staffette, portaordini, infermiere, nascosero i renitenti alla leva, antifascisti ricercati, raccolsero viveri e medicine, manifestarono per i partigiani incarcerati, difesero fabbriche e case, stamparono e distribuirono giornali e manifesti clandestini.
In molte combatterono con le armi in montagna e nelle città, divenendo anche Comandanti. Avevano un programma per l’Italia futura nella quale fossero riconosciuti i loro diritti al pari degli uomini. E di frequente dovettero affrontare e superare i pregiudizi dei loro colleghi uomini, mariti, padri, fratelli. Senza il contributo di queste migliaia di donne di ogni età, la storia avrebbe preso un’altra piega e quindi sorprende quanto poco si sappia in realtà sulla partecipazione femminile alla lotta partigiana.
Al Carignano, dopo i saluti del Sindaco, Piero Fassino, del Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e del Comitato della regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione, Nino Boeti, che hanno patrocinato l’iniziativa, introdurrà i lavori Marisa Ombra, staffetta partigiana e Vice Presidente Nazionale ANPI; poi la parola passerà alle storiche Anna Bravo e Dianella Gagliani. Inverranno Vittoria Tola, dirigente nazionale dell’UDI, Maria Maddalena Brunero, ex componente dei GDD e Vice Presidente CIF, Barbara Berruti dell’Istoreto e Luciana Ziruolo dell’Isral. Coordinatrici dei lavori saranno Maria Grazia Sestero, Vice Presidente ANPI Torino, e Monica Minnozzi, Responsabile Coordinamento Donne ANPI. Ci saranno anche momenti di intrattenimento all’insegna dell’impegno con lo spettacolo teatrale “Libere e resistenti”, promosso dallo SPI CGIL di Torino e in anteprima un estratto del film Nome di battaglia Lilia di Daniele Segre.
Il convegno nasce da un’idea del Coordinamento Donne ANPI ma è stata fatta propria dall’Associazione tutta: non a caso concluderà la giornata l’intervento del Presidente Nazionale, Carlo Smuraglia.
Dal giorno prima il 13 novembre sarà inoltre possibile visitare la mostra “AI Tabàchi. I Gruppi di Difesa della Donna nella Resistenza ravennate”. Tabàchi in dialetto vuol dire giovane donna. Realizzata dall’Udi, la mostra sarà ospitata a partire da venerdì 13 novembre nella sede torinese della Cgil in via Pedrotti. All’inaugurazione è previsto l’intervento della ricercatrice Laura Orlandini e del Segretario Cgil Torino, Enrica Valfrè. Le due iniziative in programma nel capoluogo piemontese sono parte di un progetto più vasto, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 70° della Liberazione. Intanto si comincia a Torino, dove la memoria si farà davvero attiva, strumento per capire e non solo ricordare una vicenda essenziale per la nascita della democrazia italiana.
Pubblicato giovedì 5 Novembre 2015
Stampato il 30/10/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/compagne-di-combattimento-le-partigiane-si-raccontano-a-torino-2/