Alla prima seduta del Consiglio comunale si erano presentati in corteo, i tre eletti di CasaPound approdati con la tornata amministrativa dello scorso maggio nel parlamento della città altoatesina. In testa alla manifestazione, il capogruppo delle tartarughe frecciate, Maurizio Puglisi Ghizzi, che per l’ingresso in Municipio indossava la camicia nera. La sfilata aveva fatto tremare i polsi ai cittadini democratici mentre la Questura acquisiva le immagini per valutare eventuali ipotesi di reato. Quel codazzo ricordava infatti la marcia fascista del 1921 guidata da Achille Storace nella “Blutsonntag”, la domenica di sangue, costata la vita al maestro Franz Innerhofer, assassinato nell’androne di un palazzo. Segnali per rivendicare il legame con il passato dei “fascisti del terzo millennio”? Forse.
Di quei richiami nostalgici non sembrano però essersi accorti né il Sindaco, Renzo Caramaschi, Pd, né il vice Christoph Baur, Svp. Giorni dopo, a seguire la seconda seduta del Consiglio, ecco le loro dichiarazioni: «Nessuna preclusione istituzionale a priori, sono stati eletti», ha detto il Primo cittadino, seguendo a ruota le esternazioni del numero due, Baur: «Voglio capire la ragione del loro successo nei quartieri, e, perché no, parlare anche con i loro consiglieri. E scambiarci impressioni». I frecciati hanno apprezzato: «Se il comportamento del Sindaco o del Vice è costruttivo, se da settimane non ci sbattono la porta in faccia come altri in passato, perché non dobbiamo collaborare?».
I timori per un possibile accordo politico (in gioco, al momento, ci sono le Presidenze delle Commissioni) sembrano aver così trovato conferma, e le smentite di Caramaschi («I nostri valori di riferimento sono distanti come il Polo nord e il Polo sud»), non hanno granché convinto chi guarda ai fatti. Come i partigiani: «Sono sconcertato e allarmato per lo sdoganamento di CasaPound – ha detto il Presidente dell’ANPI locale, Orfeo Donatini –. Nessuna intesa ma anche nessun ipotetico dialogo con partiti neofascisti e figli del populismo perché si possono ricreare mostri. L’ANPI è sempre al fianco di Innerhofer, Egarter e Thaler, delle vittime sudtirolesi delle dittature».
Nella città che ospitò un lager dove transitarono oltre 10.000 persone, migliaia verso i campi di sterminio, la preoccupazione è grande. Anche perché in Trentino Alto Adige, soprattutto nella provincia autonoma di Bolzano, i gruppi di estrema destra sono numerosi e molti attivi. Le manifestazioni xenofobe, raid anti immigrati e le violenze si ripetono da tempo. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa. A Lana, una decina di naziskin armati di mazze, bottiglie e una chiave inglese, ha preso d’assalto un gruppo di ragazzi all’uscita della discoteca “Exclusiv”. Bilancio: due feriti. Dopo la rissa è stato licenziato un buttafuori del locale colpevole di aver dato manforte agli aggressori.
Pubblicato giovedì 30 Giugno 2016
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