Per amore della democrazia, i Cervi prepararono la pastasciutta e la distribuirono a tutti in piazza a Campegine il 27 luglio 1943, dopo la caduta di Mussolini due giorni prima. In quei giorni le notizie arrivavano più lentamente di oggi.
La distribuirono gratis, perché così vive la democrazia.
Per amore della democrazia, a Casa Cervi e in molte piazze d’Italia e del mondo mangeremo di nuovo insieme la pastasciutta in questo 25 luglio 2024, sotto il cielo oscurato dalle guerre, dagli autoritarismi, dalle chiusure.
Una pastasciutta per la democrazia, nel tempo della disaffezione dalla politica, dell’indifferenza, della sfiducia nel futuro.
Proprio per questo bisogna trovarsi insieme, per dire e dimostrare insieme il valore delle parole che ci sono più care: democrazia, Costituzione, pace.
Tutti insieme, le persone, le famiglie, i giovani, gli anziani.
Vi sono luoghi che parlano nei secoli. Uno di questi è Casa Cervi.
La pastasciutta in piazza a Campegine di 81 anni fa continuerà a parlare come la piazza di Atene che 2.500 anni fa ascoltava il discorso di Pericle sulla democrazia.
Dirà Alcide Cervi: “Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore”.
Le dittature si sconfiggono così, con lo spirito di una pastasciutta.
Mentre le autocrazie, il denaro, gli interessi dei pochi alimentano guerre, opacità, disuguaglianze, i popoli non si rassegnano. Anche oggi lampi di luci squarciano le tenebre che si addensano sul mondo: ieri in Polonia, oggi in Francia, in Gran Bretagna, nell’Unione Europea. I nazionalismi e le destre fanno danni ma non sfondano, riemergono con forza i valori democratici: la libertà, il lavoro, la salute, la scuola, la casa tornano a essere percepiti come la misura della dignità della vita. Di più: specialmente con i giovani, una terra salvaguardata, un paesaggio di bellezza e di cura, la vita da proteggere, la conoscenza e la cultura per tutti, il futuro per le nuove generazioni.
In un piatto di pastasciutta c’è tutto questo, il 25 luglio. Ciò che porta con sé la democrazia. C’è l’impegno a prendersi cura della politica, che protegge il bene comune.
C’è la consapevolezza dei rischi che corre la nostra Costituzione, con i tentativi di stravolgerne le basi: il Parlamento, l’unità nazionale, il ruolo di equilibrio della Presidenza della Repubblica.
I Cervi, con la pastasciutta, diedero un segnale preciso: coinvolgere il popolo perché è il popolo la chiave. Lo hanno chiamato in piazza per sfamarsi, per fare festa, per essere protagonista.
Oggi la democrazia è nelle mani nostre: mani che votano, che firmano, che promuovono referendum.
Ogni pastasciutta ha il sapore del suo tempo.
Quando i partigiani ci lasciano tutti, il loro tempo diventa il nostro.
In terra emiliana è questo il primo 25 luglio senza Giglio Mazzi, senza Giacomina Castagnetti, e nel Paese senza tante altre partigiane e tanti altri partigiani. È il primo 25 luglio con la loro memoria, con il loro canto, con il loro sogno affidati a noi.
Da Casa Cervi al mondo, la pastasciutta antifascista è ormai ovunque. È nella rete dell’ANPI, che celebra i suoi 80 anni di vita. Nasceva a Roma il 6 giugno 1944, mentre Roma veniva liberata e gli alleati sbarcavano in Normandia.
La pastasciutta si fa anche negli USA, da dove sono venuti tanti soldati di tutti i colori e provenienze, dove la sfida democratica nelle prossime settimane sarà fortissima.
Perché ovunque c’è bisogno di democrazia.
Segui il profumo della pastasciutta e la trovi.
Albertina Soliani, presidente Istituto Alcide Cervi, vicepresidente nazionale Anpi
Pubblicato martedì 23 Luglio 2024
Stampato il 21/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/seguendo-il-profumo-della-pastasciutta-antifascista-si-ritrova-la-democrazia/