(Facebook Anpi “Eugenio Santacesaria”)

Dalla sezione Anpi “Eugenio Santacesaria” di Mesagne, in provincia di Brindisi, un’iniziativa pensata per gli studenti delle scuole medie e superiori. Uno spettacolo per raccontare l’importanza della Festa della Liberazione con parole semplici ed esempi concreti, sottolineando quanto libertà e democrazia siano insite anche nei nostri gesti più quotidiani e apparentemente trascurabili.

Per cercare di coinvolgere il più possibile i giovani nell’organizzazione del 25 aprile abbiamo scritto e registrato un monologo che stiamo facendo circolare in tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado d’Italia dal titolo “Se avessero vinto loro – testo liberamente tratto non da Una storia, ma dalla Storia.

Qui il video:

ed ecco, per chi volesse leggerlo, anche il testo del monologo:

SE AVESSERO VINTO LORO

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Il sabato sera saremmo usciti a divertirci?

No.

Il nostro sarebbe dovuto essere un “sabato fascista”.

L’Opera nazionale del dopolavoro ci avrebbe obbligati tutti, di qualsiasi età, sesso e fede politica a partecipare alle manifestazioni fasciste; avrebbe organizzato il nostro tempo libero per impedire ai cervelli di funzionare.

Se avessimo deciso di non partecipare al sabato fascista, avremmo destato sospetti nel regime e, quindi, sarebbero venuti a cercarci.

Qui fuori avremmo trovato gli squadristi armati.

L’Organizzazione per la vigilanza e la repressione dell’antifascismo ci avrebbe perseguitati con tutti i mezzi: legali e illegali; ci avrebbero torturati, manganellati, umiliati, costretti a bere olio di ricino.

Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato ci avrebbe giudicati e condannati, o a morte o alla reclusione in carcere oppure ci avrebbe mandati al confino, perché “elementi pericolosissimi per l’ordine nazionale”.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Qualsiasi struttura dove incontrarsi tra amici sarebbe stata gestita dai fascisti.

Avreste potuto usare solo il colore nero per i vostri murales e disegnare solo svastiche, fasci littori e simboli fascisti che nascondono sangue, morte, devastazione.

Io non avrei potuto usare questo microfono per esprimere le mie idee antifasciste e voi non avreste mai potuto ascoltarmi.

Le nostre opinioni sarebbero diventate reato.

E se qualcuno di noi fosse stato omosessuale, il suo sarebbe stato considerato un abominevole vizio, da condannare e punire.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Vi piace lo skate, il calcio, il basket, la danza?

No, lo sport non sarebbe stato un momento di svago, distrazione, benessere fisico e mentale: lo sport sarebbe servito solo per creare individui forti e sani, fisicamente pronti per la guerra.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti

Non avremmo indossato jeans, magliette, minigonne, tute, vestiti.

Dai sei ai ventun anni ci avrebbero costretti a infilare una divisa, da figlie o figli della lupa, da balilla o da giovani italiane.

I balilla avrebbero indossato un paio di pantaloncini grigio-verde, una camicia nera e un cappellino con frange laterali, un fazzoletto blu legato al collo.

Le figlie della lupa, invece, una gonnellina nera di seta, calze bianche, scarpine di vernice nera, una camicia bianca e una “M” di Mussolini incastrata su una fascia, berrettino di seta nero e guanti bianchi.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

A scuola non avremmo potuto usare normali libri di testo, ma testi unici di Stato.

Sui quali, per la geometria ci avrebbero chiesto di calcolare “la superficie complessiva delle province italiane della Libia”; in matematica avremmo dovuto calcolare “il numero di bombe sganciate da un aereo da guerra” e in analisi logica ci avrebbero fatto analizzare frasi come “I nemici si affrontano con coraggio”.

In classe non avremmo studiato educazione civica, ma cultura militare, non letteratura italiana ma bella scrittura, non storia ma storia e cultura fascista.

Guardate nello zaino o nella borsa, ora: avete quaderni e agendine e diari di marchi molto in voga o di altri loghi, colorati, allegri, tutti diversi tra di loro?

No, avremmo potuto avere solo diari e quaderni con illustrazioni dei simboli del fascismo.

I nostri maestri, professori, docenti anche quelli universitari avrebbero dovuto giurare fedeltà al fascismo.

E anche noi avremmo dovuto avere sempre in tasca una tessera con su scritto “Giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario con il mio sangue, la causa della rivoluzione fascista”.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Ci saremmo potuti iscrivere a un solo sindacato, quello fascista.

Non avremmo potuto scioperare sul posto di lavoro, né tantomeno a scuola.

Sulla scheda elettorale avremmo trovato una lista unica da approvare, quella fascista.

Poi non avremmo votato più.

Per partecipare a un concorso pubblico avremmo dovuto iscriverci tutti al partito fascista.

Se omosessuali, Testimoni di Geova o anche solo politicamente o ideologicamente ostili al regime fascista saremmo stati deportati.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Non avremmo potuto leggere giornali, ascoltare la radio, guardare film che non inneggiassero al fascismo, alla guerra, alla violenza, al razzismo, alla superiorità della razza ariana.

La corruzione e la mafia sarebbero aumentate, ma non se ne sarebbe potuto parlare per evitare di ledere l’immagine del regime.

Sarebbero stati chiusi tutti i giornali di opposizione.

Gli ebrei non sarebbero stati cittadini uguali agli altri; poi sarebbero stati uccisi. Tutti.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

Noi donne saremmo state destinate a essere madri e mogli esemplari, “addette alla riproduzione”, meglio se di figli maschi.

Non avremmo potuto partecipare a concorsi per uffici amministrativi, insegnare materie scientifiche negli istituti tecnici e lettere e filosofia nei licei.

Saremmo dovute rimanere a casa a servire l’uomo ed essere l’angelo del focolare.

 

SE AVESSERO VINTO LORO, i fascisti.

In Italia non avremmo avuto la più bella Costituzione del mondo.

 

Ma per fortuna ABBIAMO VINTO NOI.

Noi, noi gli antifascisti, noi i partigiani, noi i democratici.

Noi democristiani, socialisti, comunisti, monarchici, liberali, repubblicani, anarchici.

Quelli che ci hanno permesso di stare qui a parlare liberamente ed esprimere le nostre idee.

La fine del fascismo storico, quello di Benito Mussolini, la festeggiamo ogni 25 aprile, ma il fascismo eterno quello esiste ancora purtroppo.

Quello che devasta le sedi dei sindacati, che impone le sue idee con la forza, che toglie ruoli e funzioni alle istituzioni democratiche come i partiti, i sindacati, il Parlamento, i Consigli regionali, provinciali, comunali, che lascia germogliare associazioni come CasaPound, Forza Nuova, che perseguita gli stranieri, i “diversi”, che divide i profughi tra “profughi da proteggere” e “profughi da lasciar morire”, che sceglie un nemico comune e lo distrugge sui social, che ignora, infanga, umilia e non festeggia degnamente il 25 aprile.

Contro questo fascismo eterno servono i partigiani del nuovo millennio che possano dire ad alta voce: “Sono donna, sono uomo, sono italiano, non sono italiano, sono cattolico, non sono cattolico, ma di certo sono antifascista”.

Sezione Anpi “Eugenio Santacesaria” di Mesagne (BR)