“Prima che sia troppo tardi”. Comincia così e non lascia dubbi sul grido di allarme, il nuovo “accorato” appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alle istituzioni della Repubblica per “sciogliere subito le organizzazioni neofasciste” che arriva dal tavolo Uniamoci per salvare l’Italia. Una chiamata alla responsabilità pubblicata in contemporanea sui siti di tutte e ventinove tra le associazioni, sindacati, partiti che l’hanno sottoscritta, affinché la voce preoccupata della società civile giunga corale a chi può decidere.
Perché nulla finora si è mosso nonostante ci siano gli strumenti normativi per intervenire “come previsto dalla XII Disposizione finale della Costituzione e prescritto dalla legge Scelba del 1952”, rammenta la sollecitazione.
Si chiede un atto di consapevolezza attiva “per contrastare fermamente la deriva a cui stiamo assistendo in Italia ed in Europa”, scrive il Tavolo. Una risposta della democrazia alle derive “di chiaro stampo fascista, nazista, antisemita, nazionalista e xenofobo” che stanno dilagando nel nostro Paese e nella UE. Cosa c’è in gioco è sotto gli occhi tutti e una presa di posizione netta sarebbe uno stimolo per l’Unione Europea “nelle azioni di contrasto più efficaci contro comportamenti che tentano di minare alla base i consessi democratici dei singoli Paesi”.
L’appello promosso dai 29 (tra cui Anpi, Arci, Libera, Acli, Cgil, Cisl, Uil, Sardine, Pd e M5s) ricorda che dal 9 ottobre scorso, dopo la devastazione della sede nazionale Cgil, luogo che rappresenta i lavoratori – e non accadeva da quasi cento anni – di un Pronto soccorso e il tentativo di arrivare al Parlamento anche “Camera e Senato hanno approvato due analoghe mozioni in cui si richiede lo scioglimento”. Hanno alzato il tiro quelle formazioni criminali perché i precedenti non mancano, come per esempio gli assalti a sedi periferiche Cisl e Uil.
Nei giorni scorsi, un’esortazione era giunta sia dal Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza sia da sei partigiani, donne e uomini ormai anziani e oltremodo allarmati vedendo il ripetersi di comportamenti squadristici che nella loro memoria vissuta sembrano riproporre la violenza del regime.
L’appello di Uniamoci per Salvare l’Italia rivolto al presidente Draghi prosegue,: “Lei ha annunciato la costituzione di un gruppo di studio sulla tematica dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste. Non siamo a conoscenza del lavoro svolto da tale gruppo, ma ci teniamo a sottolineare la cristallina chiarezza del secondo comma dell’art. 3 della legge Scelba ove, in merito a tali organizzazioni, si afferma che nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo deve adottare il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge”.
Sanno i firmatari di trovare nel presidente del Consiglio “un sostenitore, attento e sensibile ai valori dell’antifascismo” e chi più di lui conosce le possibili, gravi conseguenze del “grave disagio sociale che attraversa il Paese, dall’aumento della povertà, economica, educativa, abitativa, dalle opportunità di lavoro troppo sporadiche rispetto alle legittime aspirazioni dei giovani e più in generale dei cittadini tutti”.
La storia purtroppo insegna e “dimostra che la democrazia si conquista ogni giorno” e “insieme”. Mai darla per acquisita una volta per tutte. “La democrazia sarà più forte se si difende sia attraverso la conoscenza, la cultura, la formazione, sia con la rigorosa applicazione della Costituzione e delle sue leggi di attuazione”.
Ma deve farlo subito. “Prima che sia troppo tardi”.
Ecco in ordine alfabetico tutte le sigle che hanno firmato l’appello del tavolo “Uniamoci per salvare l’Italia”
Anpi • Acli • Aned • Anppia • Arci• Articolo 1 • Articolo 21 • Ars • Cgil • Cisl • Comitati Dossetti • Cdc • Cus • Europa Verde • Fiap • Fivl • Fondazione CVL • Istituto Alcide Cervi • Legambiente • Libera • Libertà e Giustizia • M5s • Pd• Prc • Rete della Conoscenza • 6000sardine • Sinistra Italiana • Uil • Udu
Pubblicato mercoledì 1 Dicembre 2021
Stampato il 23/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/prima-che-sia-troppo-tardi/