Come hanno deciso il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini e il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il nuovo assessore locale ai Beni culturali da qualche giorno è il leghista Alberto Samonà. Poco si sa del suo impegno culturale nelle istituzioni, mentre è più noto per essere stato a Palermo dirigente del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Msi e come membro della massoneria italiana.
Non rinnega di essere appartenuto all’ordine iniziatico con caratteristico vincolo di obbedienza, Samonà, e a chi gli ha chiesto conto di un’affiliazione inconciliabile con le leggi dell’Isola e della Repubblica ha candidamente replicato: “Fino a qualche anno fa ero iscritto, per interessi culturali, nel Grande Oriente d’Italia. Ma oggi non sono iscritto ad alcuna loggia. Nessuna incompatibilità e firmerò la dichiarazione prevista dalla legge regionale”.
Contro questa nomina vi sono state le nostre proteste, come Anpi Sicilia, degli antifascisti, di alcuni partiti, di uomini e donne della cultura e di tante associazioni della società civile, di quanti amano questa nostra terra e la sua lunga storia di libertà, democrazia, pace, accoglienza e lotta per la legalità.
Purtroppo su questi valori l’attuale governo, e in verità anche quello precedente, non hanno mai voluto confrontarsi con l’Associazione dei partigiani, malgrado le tante sollecitazioni.
Musumeci governa con il sostegno di tutta la destra, coalizzatasi per ottenere il successo elettorale, ed è a loro che dà ancora spazi significativi, come adesso l’incarico in quota Lega, all’interno della sua giunta.
Si legge in filigrana in Sicilia un disegno – che, dicono, andrà esteso in tutta Italia – di conquista della Regione e di importanti Comuni, uno è Palermo, attraverso l’alleanza monstre di tutte le destre vecchie e nuove.
Contro questo progetto che vede l’estrema destra protagonista, a questa deriva antidemocratica e populista, solo un grande impegno unitario di quanti si identificano nei valori della migliore storia democratica siciliana e delle sue esigenze di sviluppo potrà tentare di porre fine.
Si chiede però all’Anpi siciliana un tipo di intervento che non le compete, perché appartiene ai partiti e al sindacato. E non cambia il fatto che oggi nell’Associazione operino i tantissimi delusi della politica, quanti nei numerosi momenti difficili della nostra storia hanno dedicato energie alla costruzione del nuovo stato democratico repubblicano e di una nuova e più giusta società.
Non tutti sanno che i siciliani hanno rivendicato a lungo l’autonomia regionale e per essa si sono battuti, rivendicando sempre libertà e sviluppo, mentre ora si mettono in discussione addirittura i suoi valori fondanti.
A causa del lockdown, il recente 25 aprile non ha potuto avere la larga e unitaria partecipazione di ogni anno, ma grazie al consolidato impegno con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’intera Amministrazione quel giorno sventolava dal bancone del Municipio, accanto alla bandiera italiana, anche la bandiera dell’Anpi. A conferma, non di un valore aggiunto ma di un intrinseco messaggio di libertà e di un comune impegno democratico e antifascista.
Riteniamo al contrario molto vile l’attacco delle destre all’assessore alle Culture del comune di Palermo, il medico palestinese Adham Darawsha. E va respinto con fermezza. Il suo impegno ha rappresentato e rappresenta la migliore cultura della nostra città ed è insieme esempio di accoglienza di quanti sono giunti o giungono nella nostra bellissima e amara terra di Sicilia.
Ottavio Terranova, coordinatore Anpi Sicilia e componente del Comitato nazionale Anpi
Pubblicato mercoledì 20 Maggio 2020
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