Per il nostro Codice penale, grazie anche alla legge Mancino, sono reati la “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”. Delitti da punire con il carcere e con multe salate, a seconda della gravità dell’atto.
Gli articoli del Codice penale 604-bis e 604-ter si ispirano con evidenza all’articolo 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Nei due articoli del Codice penale però non era ancora prevista la discriminazione sessuale e l’istigazione a delinquere per motivi di genere.
Intanto l’odio contro le donne, le lesbiche, i gay, i bisessuali, i transessuali (gli Lgbt+ vengono spesso definiti malati da curare) viaggia indisturbato sui social e nella vita reale. Sfocia troppe volte in una violenza inaudita, molestie, ghettizzazione nei luoghi di lavoro e nella società tutta, disagio e paura.
Per cinque volte i tentativi di aggiornare il Codice penale sono andati a vuoto per l’ostruzionismo di una destra oscurantista (che mai ha digerito la legge Mancino) e vuol annientare la dignità della persona con una strumentale ed irricevibile difesa di una presunta “libertà di opinione”.
Per il Coordinamento nazionale Donne Anpi questa situazione non è accettabile. Per questo ha sostenuto e sostiene la campagna #DALLAPARTEDEIDIRITTI . E tutta l’Anpi è scesa in piazza sabato 17 ottobre, insieme a un’ampia rete di organizzazioni, in molte più delle 50 località previste: da Aosta a Varese, Novara, Genova, Firenze, Siena, Perugia, Terni e molte altre, sino ad arrivare a Brindisi e Palermo.
Mobilitazioni a sostegno del disegno di legge Zan che amplia i comportamenti delittuosi già previsti dagli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale, con la dicitura “Propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. In questo modo anche l’odio di genere, scritto, parlato e praticato sarà riconosciuto come reato e punito, ampliando il raggio d’azione della legge Mancino.
Il ddl Zan, la cui discussione alla Camera era prevista per questa settimana, dovrà attendere con la speranza che il rinvio della discussione non dia adito ad altri ostruzionismi. Le donne Anpi continueranno a pretendere che l’Italia si adegui al più presto a molti altri Paesi europei e non resti schiacciata dall’omotransfobia e dalla misoginia praticate dalle destre. Lo dobbiamo alle donne, agli Lgbt+, a tutte le persone, indipendentemente dal genere, che hanno il diritto alla dignità, alla vita.
Coordinamento nazionale Donne Anpi
Pubblicato martedì 20 Ottobre 2020
Stampato il 25/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/legge-zan-subito/