La fase storica che stiamo vivendo è densa di forti preoccupazioni.
Le sconsiderate guerre in corso, in ossequio alla logica di potenza che alimenta i “grandi” della Terra, con le morti, le sofferenze e le distruzioni materiali che ne conseguono, non sembra destinata a esaurirsi in tempi brevi. Anzi, prosegue imperterrita la micidiale corsa agli armamenti.
D’altro canto, pesano sull’intero pianeta le aggressioni all’ambiente con lo sconvolgimento pervasivo dei millenari equilibri naturali. Di qui la drammatica crisi climatica e l’incessante riscaldamento globale destinati a incidere sempre più sulla vivibilità e sull’esistenza stessa di tutte le specie viventi.
In questo contesto si stanno accentuando le distanze tra le aree ricche e quelle povere del mondo, con i tanti drammatici esodi biblici di masse di uomini, donne e bambini che mettono in gioco la propria vita pur di sfuggire a un destino di miseria e coltivare la speranza di un futuro migliore.
Con la sconfitta del nazifascismo e la fine della seconda guerra mondiale sembrava che si potesse dar vita a una storia nuova, ricca di civiltà e di progresso per l’intera umanità, contrassegnata dal superamento di pulsioni nazionalistiche e da logiche di violenza.
In quel tempo, tra gli Stati e le forze politiche e culturali che si erano uniti per sconfiggere la barbarie nazifascista, si registrò, per un tempo maledettamente breve, il tentativo di superare le anguste chiusure ideologiche e individuare modalità utili alla reciproca collaborazione.
Questa ventata di ragionevolezza ebbe, purtroppo, vita breve e l’umanità si ritrovò a convivere con quella fase nuova della storia contemporanea che va sotto il nome di Guerra Fredda.
Sappiamo bene ciò che è accaduto negli anni successivi: da una parte, il fallimento delle esperienze di socialismo realizzate nell’Est Europa e, dall’altra, l’affermazione sul piano planetario del modello socio-economico di sviluppo capitalistico fondato sul perseguimento del massimo profitto.
Con la caduta del muro di Berlino avevano fatto balenare l’illusione che per l’umanità intera si stava preparando, finalmente, un futuro di felicità.
C’è voluto poco, invece, per rendersi conto della nuova realtà concreta che si stava profilando, con il moltiplicarsi di vecchie e nuove ingiustizie, l’accentuarsi delle distanze tra i ricchi e i poveri, il diffondersi di un consumismo sfrenato e di nuove forme di alienazione.
In questa nostra moderna società che si incattivisce ogni giorno di più, l’egoismo e l’individualismo sembrano affermarsi come valori dominanti e l’umana solidarietà non è considerata affatto una virtù da emulare.
Indigna e sconcerta inoltre la strage di donne che si consuma ogni anno nel nostro Paese. Con ex partner, padri, fratelli che diventano assassini, immersi culturalmente, sembrerebbe, ancora in una cultura patriarcale retaggio del violento regime fascista.
Se non si andrà verso una revisione radicale dei valori di fondo ai quali ispirarsi, gli egoismi nazionalistici e gli interessi di parte condizioneranno la vita sul pianeta Terra sino al punto di renderlo invivibile.
Dovremmo ritornare a rivivere il clima unitario di passione civile e di responsabilità che consentì la sconfitta del nazifascismo.
È del tutto evidente che, perché ciò accada, occorre il contributo appassionato dei singoli Stati, delle forze politiche e culturali, delle grandi organizzazioni democratiche e delle singole persone sparse per il mondo.
In questo sommovimento culturale, civile e morale di ridefinizione delle scelte da compiere e delle strade future da percorrere, nel nostro Paese abbiamo la fortuna di poter fare riferimento ai due pilastri fondamentali su cui si regge il nostro Stato democratico: la Resistenza antifascista e la Costituzione.
Dalla Resistenza ci viene un messaggio di grande valore: quando la realtà i cui vivi versa in difficoltà non puoi restare indifferente e voltarti dall’altra parte, ma devi impegnarti con tutto te stesso per il bene della tua comunità.
Dalla Costituzione, dall’analisi dei principi che la ispirano e dal suo dettato comprendiamo bene che i Costituenti avevano in mente un’Italia socialmente avanzata, nella quale la libertà e la democrazia non fossero parole vuote.
D’altro canto i Costituenti erano consapevoli che la Carta fondamentale della Repubblica Italiana è un progetto in divenire, che ha bisogno, pertanto, dell’impegno diretto dei cittadini perché divenga davvero realtà.
Nel corso di questi anni una parte significativa della nostra Costituzione è stata attuata.
Dobbiamo prendere atto, però, che altre parti, altrettanto significative, sono rimaste lettera morta.
Oggi compete a noi profondere l’impegno necessario per dare attuazione piena e concreta all’intero progetto elaborato dai Costituenti, partendo da quegli articoli che, pur essendo di grande valore sociale, sono stati dimenticati.
Cgil Campania, Anpi, Libera, Istituto campano per la storia della Resistenza, Arci, Legambiente, la rivista “Infinitimondi” e il “Centro di promozione culturale insieme”, partendo da queste premesse, hanno deciso di dedicare particolare attenzione al secondo comma dell’articolo 3, prendendo atto che è stato inspiegabilmente rimosso.
Eppure i Costituenti avevano espressamente chiarito che non basta affermare che tutti i cittadini “hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge” perché lo siano davvero nella realtà.
Di qui la scrittura del secondo comma dell’articolo 3 nel quale si dice a chiare lettere che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione economica, politica e sociale del Paese”.
È accaduto, purtroppo, che in tutti questi anni lo Stato ha fatto davvero poco per rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che limitano la libertà di una parte considerevole del nostro popolo.
Ecco perché abbiamo deciso di promuovere la realizzazione di un progetto formativo che solleciti un’ampia riflessione sui principi ispiratori della Costituzione e, nello specifico, abbiamo indetto un concorso, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado e alle associazioni sociali, culturali e giovanili della Campania, per premiare le migliori idee che puntino all’attuazione piena del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione.
Siamo convinti che per costruire un mondo migliore e più giusto per tutti sia fondamentale oggi riandare alle radici della nostra democrazia e sollecitare l’impegno necessario per l’attuazione piena della legge fondamentale della Repubblica Italiana.
I partigiani, con la Resistenza, hanno fatto la loro parte liberandoci dall’oppressione nazifascista. I Costituenti, con la passione civile e la saggezza che li caratterizzava, hanno fatto la loro parte scrivendo delle norme giuridiche che prefigurano un modello di società capace di assicurare a tutti libertà, diritti e uguaglianza.
A noi oggi tocca fare la nostra parte, quasi come nuovi partigiani, perché divenga realtà l’Italia nuova sognata dai partigiani e dalle donne e dagli uomini dell’Assemblea costituente.
Dunque, una volta di più, “Se non ora quando”?
Vittorio Mazzone, direttivo Anpi provinciale Napoli
BANDO DI CONCORSO
“Giustizia e uguaglianza per tutti: I COMPITI DELLA REPUBBLICA
Attuiamo il 2° comma dell’articolo 3 della Costituzione”
Premessa
Centro di Promozione Culturale INSIEME, ANPI, LIBERA, CGIL CAMPANIA, ISTITUTO CAMPANO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA, la rivista INFINITIMONDI, ARCI e LEGAMBIENTE, indicono e organizzano un CONCORSO PUBBLICO dal titolo: “Giustizia e uguaglianza per tutti: I COMPITIDELLA REPUBBLICA”, con l’intento di:
– promuovere un ampio confronto sullo stato di attuazione della COSTITUZIONE
– elaborare di idee e progetti finalizzati alla concreta attuazione del 2° comma dell’articolo 3 della Costituzione.
Art. 1. La partecipazione al predetto CONCORSO PUBBLICO è aperta a tutte le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della Regione Campania e alle Associazioni giovanili, culturali, sociali e sportive del territorio regionale;
Art. 2. Il concorso prevede due Sezioni: una rivolta agli studenti delle Scuole di ogni ordine e grado e un’altra rivolta alle Associazioni giovanili.
Ciascuna delle due Sezioni è articolata in quattro AMBITI:
AMBITO LETTERARIO: Prosa: un saggio o un testo narrativo di max 5 cartelle con supporto cartaceo e digitale; Poesia: max 40 versi);
AMBITO GRAFICO-PITTORICO: 1 elaborato su supporto cartaceo maxcm35x50 in tecnica libera;
AMBITO CINEMATOGRAFICO: 1 cortometraggio di durata compresa tra ii 5 e i 15 minuti/1 spot (con supporto digitale: CD-Rom o DVD) corredati da una scheda tecnica e una sinossi;
AMBITO MUSICALE: 1 canzone con musica e parola originali (con supporto digitale CD-Rom);
Art. 3 -I prodotti presentati saranno valutati con giudizio insindacabile da una GIURIA composta da esperti dei 4 AMBITI previsti dal Concorso;
Art. 4. Le opere in concorso, accompagnate da una scheda tecnica riassuntiva dei dati dei soggetti concorrenti, dovranno essere presentate entro le ore 12 del 20 Febbraio 2024 al seguente indirizzo: Centro di Promozione Culturale INSIEME c/o Prof. Vittorio Mazzone via Luisa Sanfelice n. 12-80026 CASORIA(Napoli);
Art. 5. Per ciascuna delle due Sezioni annunciate STUDENTI e ASSOCIAZIONI sono previsti i seguenti premi:
attestato di partecipazione per tutti i soggetti partecipanti
targa di riconoscimento e €300 ai primi classificati di ciascun ambito
targa di riconoscimento e €200 ai secondi classificati di ciascun ambito
targa di riconoscimento e €100 ai terzi classificati di ciascun ambito;
Art. 6. Tutti i lavori presentati non saranno restituiti e verranno utilizzati per realizzare una mostra itinerante a disposizione delle istituzioni scolastiche, delle associazioni e dei comuni che ne faranno richiesta;
Art. 7. Le premiazioni saranno effettuate nel corso di una pubblica manifestazione che si terrà nella giornata del 25 aprile 2024 in un luogo che sarà reso noto con una apposita comunicazione.
Art. 8. Le Istituzioni scolastiche della Regione Campania e le Associazioni interessate a partecipare al Concorso, entro il 20 Dicembre 2023, devono segnalare la propria adesione utilizzando il seguente indirizzo email: vittoriomazzone@libero.it
Art. 9. Per qualsiasi informazione ci si può rivolgere al Prof. Vittorio Mazzone – vittoriomazzone@libero.it – Tel:3491962880
MANIFESTO D’INTENTI
Piero Calamandrei nel 1947 si rivolgeva così ai componenti dell’ASSEMBLEA COSTITUENTE, parlando dei caduti italiani caduti durante la RESISTENZA: “Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità.
Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e difficile: quello di morire, di testimoniare con la fede e la morte la fede nella giustizia.
A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini per debellare il dolore”.
Queste parole danno conto in tutta evidenza della tensione culturale, morale e civile che animò il dibattito in quella sede e che, grazie a una sintesi alta tra i valori ideali del mondo liberale, di quello cattolico-democratico e di quello socialista e comunista, si concluse con la redazione della nostra CARTA COSTITUZIONALE.
I Costituenti avevano in mente l’idea di un’Italia socialmente avanzata, nella quale la libertà e la democrazia non fossero parole vuote, ma si coniugassero indissolubilmente con la giustizia sociale, l’uguaglianza e i diritti da riconoscere a tutti i cittadini.
Questi convincimenti li ritroviamo espressi chiaramente nell’articolo 3, che fu concepito, e per questo approvato con larga convergenza di consensi, come presidio essenziale al ritorno del fascismo.
Nell’articolo 3 viene enunciato il principio dell’UGUAGLIANZA NELLA DIVERSITÀ’, che, per Lelio Basso, rappresenta la “virtù sovrana” della democrazia.
Nel primo comma viene affermata l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, specificando espressamente il divieto di discriminazioni “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Nel secondo comma, prendendo atto che, nella realtà, all’uguaglianza riconosciuta in astratto, non corrisponde un’uguaglianza concreta e di fatto, si afferma che: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Si suole dire da alcuni che, nel primo comma viene sancita l’uguaglianza formale, in coerenza con la tradizione liberale, nel secondo, invece, viene perseguita un’uguaglianza sostanziale che ha le sue radici nella cultura socialista e cattolico-sociale.
È del tutto evidente che la dichiarazione contenuta nel primo comma: “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge” conferma uno dei principi fondamentali che si è affermato con la Rivoluzione francese, come volontà esplicita di abolire tutti i privilegi che si riconoscevano ai nobili e al clero e si negavano a tutti gli altri cittadini.
D’altro canto, però, nello stesso primo comma si afferma anche: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” ed è importante evidenziare la novità significativa del sostantivo “dignità” e dell’aggettivo “sociale”.
Di qui la conferma della perfetta coerenza dei due commi che non prefigurano affatto due diversi modelli di società, ma si integrano a vicenda perché, come afferma la giurista Elena Paciotti: “il rispetto dell’uguaglianza formale non può essere indifferente agli aspetti concreti della vita delle persone”.
I Padri e le Madri Costituenti erano consapevoli che l’Italia usciva da venti anni di dittatura e ingiustizie e, quindi, non era pensabile rendere immediatamente concreta l’uguaglianza nel Paese.
Era per questo necessario redigere una Costituzione che, oltre alla proclamazione dei diritti, avesse il carattere di un PROGETTO IN DIVENIRE.
Questo concetto è chiaramente espresso da Piero Calamandrei nel discorso che tenne il 26 Gennaio 1955 agli studenti universitari di Milano: “L’articolo 34 della Costituzione dice «I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale»”. E Calamandrei continua: “È compito della Repubblica di RIMUOVERE GLI OSTACOLI CHE IMPEDISCONO IL PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare nemmeno democratica perché UNA DEMOCRAZIA IN CUI NON CI SIA QUESTA UGUAGLIANZA DI FATTO, IN CUI CI SIA SOLTANTO UN’UGUAGLIANZA DI DIRITTO, È UNA DEMOCRAZIA PURAMENTE FORMALE”.
L’articolo 3, quindi, rappresenta l’essenza stessa di questo PROGETTO IN DIVENIRE, che assegna un compito specifico a tutto il complesso dei poteri pubblici della Repubblica costituito dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato: RIMUOVERE GLI OSTACOLI ATTRAVERSO POLITICHE PUBBLICHE ECONOMICHE, REDISTRIBUTIVE ED EDUCATIVE.
Nel corso di questi anni, a partire dall’entrata in vigore della nostra Costituzione, pur tra tante difficoltà, ritardi e contraddizioni, si è lavorato per una progressiva sua attuazione.
Ma tanto resta ancora da fare. Basti pensare agli articoli 1 e 3.
Con riferimento, in particolare all’articolo 3, va sottolineata la quasi nulla attenzione che si è avuta negli anni a quanto è prescritto nel secondo comma.
Quell’imperativo scandito con grande forza civile e morale: È COMPITO DELLA REPUBBLICA non soltanto non ha trovato attuazione, ma si è fatto del tutto per accantonarlo, come se non fosse stato mai scritto.
In realtà i nostri Costituenti erano consapevoli che ciò potesse accadere.
Lo dice a chiare lettere Calamandrei agli studenti di Milano: “La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere! QUANTO LAVORO VI STA DINANZI!”.
E più avanti afferma: “la Costituzione dà un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. MA NON È UNA COSTITUZIONE IMMOBILE CHE ABBIA FISSATO UN PUNTO FERMO, È UNA COSTITUZIONE CHE APRE LE VIE VERSO L’AVVENIRE”.
Calamandrei conclude il suo discorso ammonendo i giovani che il PROGETTO IN DIVENIRE DELLA NOSTRA COSTITUZIONE non va avanti se non si sconfigge LA MALATTIA DELL’INDIFFERENTISMO e conclude: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. LA COSTITUZIONE È UN PEZZO DI CARTA, LA LASCIO CADERE E NON SI MUOVE: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibili; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”.
Durante la RESISTENZA tanti italiani non restarono indifferenti rispetto allo sfascio del nostro Paese.
Non si rassegnarono accettando quella triste realtà. Non si voltarono dall’altra parte e divennero PARTIGIANI, dando un contributo rilevante alla salvezza dell’Italia.
Oggi, pur in condizioni del tutto diverse, dobbiamo decidere se continuare a vivere tra lamenti e indifferenza o se, invece, non sia moralmente più esaltante considerare ancora attuale il messaggio di Calamandrei, assumerci la nostra parte di responsabilità, fare nostri i valori ideali che ispirarono la resistenza antifascista, riflettere sui principi fondamentali della nostra costituzione e assicurare il combustibile necessario che fino a ora è mancato per l’attuazione piena della costituzione, a partire dal secondo comma dell’articolo 3.
Promotori:
– NICOLA RICCI, Segretario generale CGIL Campania
– CIRO RAIA, Presidente provinciale ANPI Napoli
– GUIDO D’AGOSTINO, Professore Storia moderna e contemporanea, Presidente Istituto campano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
– MARIANO DI PALMA, Presidente LIBERA Campania
– GIANFRANCO NAPPI, Direttore rivista INFINITIMONDI
– VITTORIO MAZZONE, Presidente Centro di Promozione Culturale INSIEME-
– LEGAMBIENTE
– ANTONELLO SANNINO, Segretario ARCI Napoli
Adesioni:
– MASSIMO VILLONE Professore emerito di Diritto Costituzionale, Presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale
– PAOLO MADDALENA-Vice Presidente emerito Corte Costituzionale
– DON TONINO PALMESE Presidente Fondazione POLIS
– VALERIA PARRELLA, Scrittrice
– VINCENZO CALÒ, Segreteria nazionale ANPI
– ISAIA SALES, Saggista, Docente universitario di Storia della criminalità urbanizzata
– ALBERTO LUCARELLI, Professore ordinario di Diritto Costituzionale Università di Napoli Federico II
– ALESSANDRO DAL PIAZ, Professore ordinario di Progettazione urbanistica
– LUIGI MASCILLI MIGLIORINI, Professore ordinario di Storia moderna, Accademico dei Lincei
– TOMASO MONTANARI, Professore Storia dell’arte moderna, Rettore dell’Università per stranieri di Siena
– NINO DANIELE, già Assessore alla Cultura del Comune di Napoli -Presidente Premio AMATO LAMBERTI
– UGO LEONE, Professore ordinario di Politica dell’ambiente
– EMILIANO BRANCACCIO, Professore associato di Politica economica Università del Sannio
– LORENZO MARONE, Scrittore
– FANIO GIANNETTO per il Comitato romano per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e per la rimozione di tutte le disuguaglianze
– COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE-Comitato territoriale di Napoli
– CLAUDIO RIOLO, Rete per la diffusione della cultura antimafia nella scuola-Palermo
– GEPPINO FIORENZA, Presidente AsCenDer, Centro di Documentazione e Ricerca
– FRANCESCO DOMENICO MOCCIA Professore ordinario di urbanistica- Segretario generale dell’INU
– GAETANO STORNAIUOLO, Professore associato di Scienze delle Finanze
– ERALDO AFFINATI, Scrittore
– PASQUALE SCIMECA, Regista cinematografico
– NICOLA GIULIANO, Produttore cinematografico
– RENATO CARPENTIERI, Attore
– CARLO MORELLI, Musicista
– VALERIA LIMONGELLI, Dirigente scolastica 33 C.D.RISORGIMENTO Napoli
– ANNA SARFATTI, Scrittrice
– SAVERIO PETITTI, Dirigente scolastico ITIS FERRARIS Napoli
– MARIA CARMELA IORIO, Dirigente scolastico della S.M.MONTALCINI Afragola
– GABRIELLA RUSSO, Dirigente scolastico Istituto MARIE CURIE Napoli
– DORA GENTIL, Docente Istituto MARIE CURIE Napoli
– ANNA GAROFALO, Docente- Referente LIBERA Salerno
– ROSARIO D’UONNO, Direttore MARANO SPOT FESTIVAL
– GIUSEPPE COTRONEO, Dirigente scolastico L.S.BRUNELLESCHI Afragola
– MARIA GRAZIA SILVERI,-Dirigente scolastico S.M.ROCCO Afragola
– Associazione Borgo San Michele-Minori
– Associazione culturale IL DIALOGO-Salerno
Pubblicato martedì 28 Novembre 2023
Stampato il 03/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/in-campania-a-scuola-si-puo-diventare-costituenti-un-concorso-di-idee-per-attuare-il-2-comma-dellart-3/