Beatrice Ion è cresciuta in Italia ed è un atleta di basket paraolimpico nella nazionale azzurra. Ventitreenne gioca anche nell’Amicacci Giulianova, ha frequentato le scuole nel nostro Paese, sta proseguendo gli studi all’università impegnarsi e si considera, come ha scritto sul suo profilo facebook, “in tutto e per tutto italiana”.
Ed è stata proprio Beatrice a raccontare sul social media quanto le è accaduto giovedì scorso ad Ardea, la località nel territorio di Roma dove risiede: “Mio papà è in ospedale probabilmente con uno zigomo rotto perché a detta loro siamo stranieri del ca**o che devono tornare al loro paese. Tralascio le offese che mi sono presa perché sono disabile”.
Loro sono quelli che hanno preso di mira la famiglia di origine rumene. I fatti: un uomo, indispettito che la ragazza avesse un posto auto per disabilità e cominciato a insultare, l’aggressione da verbale è presto divenuta fisica e da frasi come “tornatevene al vostro paese” e “handicappata di m.” è passato ai pugni e agli schiaffi. Lei e mamma Giorgia, impaurite sono rimaste in macchina mentre il padre Edoardo intervenuto di ritorno dalla consueta passeggiata è stato colpito alla testa e in altre parti del corpo. La violenza non si è fermata neppure con l’intervento dei carabinieri: “a tua figlia handicappata la becco per strada e mi faccio fare un lavoretto”, ha minacciato ancora l’aggressore. La ragazza, poliomielitica da quando aveva tre mesi e che usa una carrozzina per muoversi ha scritto: “non mi dite che il razzismo in Italia non esiste. L’ho vissuto oggi dopo 16 anni che vivo qui e fa molto male. A chi ci ha aggredito dico di vergognarsi, saremo anche stranieri ma abbiamo più dignità di loro e chi ha guardato tutto senza fare nulla si dovrebbe vergognare ancor di più”. In molti dunque avrebbero preferito girare la testa dall’altra parte.
Tra le tante voci che invece hanno subito condannato l’accaduto ed espresso indignazione e solidarietà alla ragazza e alla famiglia Ion c’è l’Anpi di Roma. Il comitato provinciale dei partigiani capitolini “in merito alla brutale aggressione a sfondo razzista e sessista subita dalla famiglia Ion ad Ardea, esprime la più ferma condanna ed indignazione e la più totale vicinanza e solidarietà nei confronti delle vittime, l’atleta paralimpica Beatrice, la mamma Giorgia e il papà Eduardo”. L’Anpi provinciale prosegue sottolineando come “episodi del genere sono intollerabili e vanno sanciti per quello che sono: reati aggravati dal motivo razzista”.
I partigiani puntano il dito sul “clima di odio e di intolleranza prodotto dall’ignoranza e dal disinteresse, esasperato dalla crisi economica che da anni interessa anche il nostro Paese, alimentato ad arte dalle destre estreme a fini elettoralistici, ha creato una cupa cappa sulla società e soltanto con l’applicazione integrale dei principi fondanti della Repubblica e dei diritti universali sanciti dalla Costituzione l’Italia ne potrà uscire”. Ed è questa l’unica strada da percorrere. “Facciamo appello alle Istituzioni, ai partiti, alle associazioni tutte – scrivono i partigiani romani – affinché si spendano, ciascuno nel proprio ambito, per ridare dignità a questo Paese nell’eguaglianza delle persone, per il rispetto e l’esaltazione della dignità di ciascuno, tutelando e promuovendo la salute, l’istruzione, il lavoro in una società più fraterna e giusta affinché nessuna persona resti esclusa”.
Un richiamo necessario, ulteriormente confermato, purtroppo, dalla realtà. Perché per Beatrice non sembrerebbe ancora finita e la tutta la famiglia sta continuando a vivere giorni di paura. Su facebook infatti lei e il papà hanno ricevuto messaggi diffamatori, c’è chi addirittura ha dato della bugiarda alla ragazza. “Non sappiamo più cosa fare – ha detto Beatrice – non possiamo neanche stare in giardino, temiamo anche per i cani, che possano essere avvelenati, forse andremo da nostra zia all’Eur, ma non è giusto, noi qui abbiamo comprato casa e paghiamo un mutuo”.
Pubblicato mercoledì 15 Luglio 2020
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