Un convegno sui Cervi e il loro tempo porta luce sull’Italia di allora e sull’Italia di oggi, tra fascismo e antifascismo.

Il loro sacrificio, compiutosi il 28 dicembre 1943, traccia la strada della Resistenza che porterà alla Liberazione, alla Repubblica, alla Costituzione. È il filo rosso della nostra identità, italiana ed europea. Dopo il Risorgimento che ha reso una l’Italia, la Resistenza e la democrazia che le hanno dato dignità e libertà, riscattandola di fronte alla storia e di fronte al mondo.

Il curatore del convegno, lo storico Giorgio Vecchio, presidente del Comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi, nelle settimane scorse ha dato alle stampe, per la casa editrice Viella, un volume dal titolo “Il soffio dello Spirito”, cattolici nelle Resistenze europee. L’Italia democratica, l’Europa democratica hanno radici nell’umanità che ha resistito alla disumanità nazifascista. Ciò che siamo, ciò che siamo diventati, ciò che è costata la scelta della libertà allora, non sopporta ambiguità oggi.

Che cosa hanno da dire i Cervi oggi, nel tempo che stiamo vivendo? Ancora segnato da guerre, violenze, disuguaglianze, disumanità? Quando ancora è minacciata la dignità delle persone, calpestato il diritto, compromesso il creato?

Mentre le democrazie sono messe ovunque a dura prova, sfidate dalle oligarchie politiche, economiche, militari, religiose, mentre la verità è oscurata dalla propaganda e la politica è fragile e senza visione, mentre cresce la disaffezione dei cittadini e in pochi controllano il potere disconoscendo la sovranità dei molti. Mentre il populismo e il nazionalismo di nuovo oscurano il cielo dell’Europa e del mondo.

Questo nostro tempo è ancora il tempo della scelta della libertà, ci dicono i Cervi dal podere dei Campirossi. La terra del riscatto di agricoltori che vogliono giustizia e dignità, che amano il progresso e la conoscenza, che lavorano e studiano, che danno forza alla loro famiglia come comunità aperta e solidale nella quale uomini e donne condividono fatica e responsabilità.

Sul trattore, comparso per la prima vola nella zona, collocarono il mappamondo scelto come premio per un acquisto così importante. Era la bussola per orientarsi, per indirizzare i propri sogni verso il futuro.

A Casa Cervi, da cinquant’anni, l’Istituto che porta il nome del padre, Alcide Cervi, raccoglie l’eredità morale, culturale e politica della sua famiglia, insieme con il patrimonio degli studi di Emilio Sereni, un antifascista, sul paesaggio agrario italiano.

Non è una storia del passato, terreno di ricerca degli storici, come qualcuno della maggioranza che guida il Governo oggi vorrebbe far credere. Una storia dove gli uni e gli altri, come pensa qualcuno oggi, si equivalgono sui due lati della storia, quello giusto e quello sbagliato. È una storia che costituisce la radice del presente, la scelta vincente sull’orrore del nazifascismo e perciò per sempre antifascista, il lievito del futuro. Le parole di Liliana Segre sono la testimonianza più autentica di questa radice.

Ogni parola della Costituzione nasce da questa luce: le parole che riconoscono libertà e dignità, promuovono giustizia, uguaglianza, partecipazione, rimuovono gli ostacoli, ripudiano la guerra e costruiscono la pace, orientano la libertà degli individui e dell’economia alla solidarietà, aprono la scuola a tutti, definiscono l’equilibrio dei poteri a partire dalla centralità del Parlamento.

L’asse democratico della Repubblica si regge sulla Resistenza. Senza dubbio alcuno.

Il messaggio dei Cervi è quanto mai chiaro, alla vigilia dell’80° anniversario della Resistenza e della Liberazione. Un calendario civile che non può tollerare revisioni. Giorni e luoghi, a partire dal 25 aprile, che restano un dovere per tutti, e specialmente per le autorità istituzionali, onorare con rispetto e partecipazione.

Il tempo è questo: è il tempo di un Paese democratico, maturo, coerente con le sue radici ideali, con la sua storia, con il sangue versato dal suo popolo.

Con il sogno vincente allora, garanzia oggi di un futuro ancora umano.

I Cervi hanno sempre avuto fiducia nel futuro e nel cambiamento possibile della storia, nonostante il buio che copriva l’orizzonte. Era il senso della loro vita, fu il senso della loro morte.

Per questa scelta, a totale servizio degli altri, essi vivranno per sempre.

Essi ci dicono oggi: “Vivete il sogno della democrazia, consegnatelo alle future generazioni, come noi abbiamo fatto”.

Albertina Soliani, presidente Istituto Alcide Cervi


Per tutte le info, il programma completo e tutti gli illustri ospiti:   https://www.istitutocervi.it/italia-cervi-convegno