
Domenica 30 marzo si è svolta a Reggio Emilia la più grande grande manifestazione antifascista degli ultimi anni. I presupposti della tensione si erano determinati con la dichiarazione di Roberto Fiore sull’intenzione di aprire una o più sedi di Forza Nuova a Reggio Emilia, a cui è seguito, poco dopo, l’annuncio di CasaPound di organizzare una manifestazione nazionale in città, denominata strumentalmente “Riprendiamoci Reggio Emilia – contro degrado, spaccio, violenza”.
A queste intenzioni provocatorie di forze estranee alla realtà politica reggiana e con reali finalità di intolleranza e discriminazione hanno risposto le forze antifasciste con una manifestazione di massa che ha espresso i propri sentimenti di sostegno ai principi di democrazia, libertà e giustizia. Si è costituito un comitato promotore con la presenza delle tre organizzazioni partigiane Anpi, Alpi Apc e Anpc, delle tre organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, il Comune e la Provincia di Reggio Emilia, le associazioni Arci, Auser e Libera, e gli enti Istituto Cervi e Istoreco. Il comitato ha definito un appello di mobilitazione antifascista e ha chiesto l’adesione a tutte le organizzazioni e associazioni democratiche e anche a tutti i Comuni della Provincia. Le adesioni arrivate da tutti gli ambienti e settori sono state di ben 165 associazioni, di tutti i 42 Comuni della Provincia reggiana e di varie forze politiche democratiche.
Domenica 30 marzo si è svolto un grande corteo per le vie cittadine che è confluito in piazza della Vittoria ove sono state stimate circa 10.000 presenze. Contemporaneamente la manifestazione dei cosiddetti patrioti si è svolta in una piazza periferica per decisione della questura che ha tenuto conto della ferma opposizione delle forze democratiche che si erano dette contrarie alla prima richiesta di organizzare un corteo e la manifestazione in una zona centrale. Nelle stesse ore gli spazi sociali e cioè le organizzazioni radicali della città che fanno capo a Casa Bettola, AQ 16 e Città migrante, che hanno condiviso i contenuti dell’appello, hanno espresso il proprio dissenso con una loro sfilata nelle vicinanze di quella dei “patrioti”. Le due iniziative non sono però venute a contatto e le rispettive manifestazioni si sono svolte senza incidenti e scontri con la polizia.

L’intervento di apertura della mobilitazione tenuto in Piazza della Vittoria dal presidente provinciale Anpi Reggio Emilia, Ermete Fiaccadori
Siamo in tanti, siamo colorati. Non neri come i fascisti. Voglio qui portare un saluto a nome delle forze che hanno organizzato questa manifestazione. Mi riferisco alle associazioni partigiane reggiane Anpi, Alpi Apc, Anpc, ai tre sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil. Al Comune di Reggio Emilia, alla Provincia di Reggio Emilia e ad alcune associazioni e organizzazioni democratiche reggiane, tra cui Libera, Arci, Auser, Anteas, Istituto Cervi e Istoreco.

Siamo qui oggi per manifestare le idee e il pensiero di Reggio antifascista, come è scritto sullo striscione che ha aperto il corteo, assieme alle tante, alle 165 associazioni, cooperative, organizzazioni che hanno aderito assieme a tutti i 42 sindaci della nostra Provincia. Reggio Emilia, Medaglia d’Oro per la Resistenza, vuole ribadire il proprio attaccamento ai principi di democrazia, libertà, giustizia, laicità che sono presenti nella nostra Costituzione repubblicana.

Quei principi trovano le loro radici nelle discussioni, nei confronti che le forze antifasciste unitariamente, malgrado le diverse ispirazioni politiche culturali e religiose, seppero approfondire nei 20 mesi della Resistenza che si concluse, grazie al contributo delle Forze Alleate, con la sconfitta del fascismo e la cacciata dei tedeschi. Quella Costituzione che è la legge fondamentale dello Stato italiano, noi diciamo che è antifascista perché nacque dalla forte volontà di chiudere l’esperienza dei 20 anni di fascismo e dei 20 mesi della Resistenza elaborando un testo costituzionale che era proprio l’opposto del regime fascista. Questa era la volontà di tutti i costituenti, tanto che il Parlamento negli ultimi giorni del 1947 la approvò con 453 voti favorevoli e 62 contrari.

Costituzione antifascista non solo per la XII Disposizione finale che sancisce il divieto di riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista e di apologia di fascismo, meglio dettagliato con la legge Scelba del 1952 e con la legge Mancino del 1993 che colpisce l’incitamento all’odio, alla violenza e a qualsiasi discriminazione. Queste sono le basi e i principi nei quali tutti ci riconosciamo. Le ragioni di questa nostra presenza oggi sono quelle di manifestare la nostra ferma opposizione alla volontà di Forza Nuova di aprire una o più sedi a Reggio Emilia e di CasaPound e white boys di organizzare una manifestazione neofascista proprio in contemporanea alla nostra.

Si tratta di iniziative aggressive che puntano a denigrare la natura antifascista e repubblicana di Reggio Emilia e rischiano di alterare lo spirito di convivenza civile della città. Iniziative promosse da forze che sono notoriamente estranee al confronto politico reggiano. Queste forze sono portatrici di messaggi di intolleranza e discriminazione.

Per queste ragioni abbiamo chiesto di non autorizzare tale manifestazione e in subordine di consentire lo svolgimento lontano da aree sensibili come quelle della zona della storica stazione ferroviaria cittadina. A noi è sembrata una richiesta ragionevole e ben motivata. Quella è stata recentemente dichiarata zona rossa e cioè piena di criticità e fragilità con problematiche non risolte.

La manifestazione rappresenta, a nostro avviso, una sfida a tutta la provincia reggiana e alla città Medaglia d’Oro alla Resistenza. Prendiamo atto con soddisfazione che le autorità preposte sono state sensibili alle nostre preoccupazioni e hanno definito una manifestazione limitata a piazzale Europa. A quella sfida a cui abbiamo voluto rispondere con la massiccia e unitaria presenza di oggi.

Veniamo spesso accusati di essere ossessionati dal pericolo della rinascita del fascismo e di vedere il fascismo anche in manifestazioni non violente che talvolta vengono dipinte come goliardiche. Ma le nostre paure non nascono da un preconcetto ma dalla attenta lettura dei fatti.

Roberto Fiore e Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, sono stati condannati a 8 anni e 6 mesi dal tribunale di Bologna per l’assalto alla sede della Cgil nell’ottobre del 2021. Roberto Fiore che è venuto nella nostra città a raccontarci della volontà di aprire una o più sedi della sua organizzazione è stato condannato nel 1985 per banda armata e associazione sovversiva di Terza Posizione e per questo è stato latitante in Inghilterra per oltre 20 anni rientrando solo col reato prescritto.

Gianluca Giannone leader di CasaPound nel 2011 ha dichiarato: “È vero siamo fascisti. Ma del terzo millennio”. Francamente ci sfugge la differenza: per noi il fascismo è uno solo. La Corte di Cassazione nel 2014 ha sentenziato che CasaPound è una associazione sovversiva, “le sue condotte derivano da una strategia orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema”.

In una precedente sentenza la stessa Corte di Cassazione aveva sentenziato che è legittimo equiparare Forza Nuova a una formazione antisemita e nazifascista. Altro che ossessione del fascismo! Non siamo annebbiati da furore ideologico. Le nostre valutazioni partono dai fatti. Dalla loro valutazione di merito e dalla lettura di ciò che producono queste organizzazioni con i loro scritti e le loro azioni.

La nostra preoccupazione è amplificata anche dal fatto che in tanti Paesi dell’Europa le forze di estrema destra che propugnano tesi sovraniste e disegni di rilancio dei nazionalismi hanno esteso il loro consenso e si oppongono ad un disegno di una Europa unita in un quadro federalista come avevano proposto Spinelli, Colorni e Rossi nel Manifesto di Ventotene del 1941. Gli Stati europei in guerra fra loro per conquistare una supremazia sugli altri hanno prodotto due guerre mondiali con decine di milioni di morti. Purtroppo, sappiamo bene che oggi sono in atto oltre 60 guerre in tanti fronti, tra cui quelle così sanguinose come in Ucraina e in Medio Oriente. Ribadiamo il nostro NO alle guerre come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali così come dice l’Articolo 11 della nostra Costituzione. Tutti devono impegnarsi per moltiplicare l’impegno diplomatico affinché tutti i conflitti cessino.

Diamo seguito agli accorati, e finora inascoltati, appelli di Papa Francesco. Non possiamo assistere passivamente alla carneficina di tante migliaia di giovani e di civili. Abbiamo bisogno di una Europa unita in una federazione di Stati, non quella esistente oggi incentrata su una funzionalità economica, giuridica e burocratica. Per essere realizzata questa nuova Europa ha bisogno di una vera e propria azione radicale con un investimento politico unitario convinto che fino a ora non c’è stato.

Se gli italiani ma anche tutti gli altri 27 Stati oggi nella UE vogliono evitare di essere irrilevanti nello scacchiere politico internazionale debbono perseguire coerentemente la realizzazione di una Europa unita per farle divenire un soggetto politico reale. Queste sono le condizioni per consolidare la democrazia, per perseguire una politica di pace, per perseguire la visione di un futuro che operi per il progresso, per un crescente benessere a beneficio di tutti, per poter lottare contro le ingiustizie e le crescenti disparità e combattere le crescenti sacche di povertà non solo nei paesi del terzo mondo ma anche in paesi occidentali come il nostro. Per queste ragioni oggi siamo qui. In tanti. E questa è la risposta di tutta la Reggio Antifascista.
Ermete Fiaccadori, presidente provinciale Anpi Reggio Emilia
Pubblicato domenica 13 Aprile 2025
Stampato il 15/04/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/forza-nuova-non-passera-la-potente-risposta-antifascista-di-reggio-emilia/