La partecipata manifestazione unitaria contro l’occupazione a Ostia del 27 maggio scorso, nel rispetto delle norme antipandemia
La partecipata manifestazione unitaria contro l’occupazione a Ostia del 27 maggio scorso, nel rispetto delle norme antipandemia

Aveva fatto sussultare la sindaca di Roma Virginia Raggi, l’occupazione da parte di Area 121, costola di CasaPound, di alcuni locali dell’Aeronautica militare in via delle Baleniere, decimo municipio capitolino, avvenuta in pieno lockdown. E il competente ministero della Difesa rispondendo, attraverso il sottosegretario  Giulio Calvisi, ad un’interrogazione parlamentare, ne aveva chiesto l’immediato sgombero. Non solo: aveva pure predisposto ogni azione necessaria per il ripristino della legalità, rimanendo in attesa dell’intervento della Prefettura, in coordinamento con il Comune, nell’ambito del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Anche la cittadinanza democratica – Anpi con i sindacati, gli studenti e altre associazioni antifasciste, dopo aver promosso una manifestazione al litorale romano, aspettava la doverosa azione del rappresentante del ministero dell’Interno. Ma l’Ufficio territoriale del Viminale è rimasto sordo ad ogni richiesta, anche di quelle istituzionali, quasi fosse un battitore libero e non un incaricato dello Stato.

L’area con le palazzine occupate ad Ostia. Foto Imagoeconomica
L’area con le palazzine occupate ad Ostia. Foto Imagoeconomica

Così, ancora una volta, dando unitariamente voce alle aspettative della società civile che si riconosce nella Costituzione (ignorata o elusa clamorosamente in questa vicenda) i partigiani capitolini con altre decine di associazioni, sindacati, organizzazioni politiche e studentesche ha preso l’iniziativa, scrivendo una lettera aperta alla prefetta Gerarda Pantalone. “Egregio Sig. Prefetto – si legge nella missiva-appello – le scriventi Associazioni, Partiti, Sindacati e movimenti, si rivolgono al Suo Alto Ufficio ritenendo intollerabile il protrarsi della situazione creatasi ad Ostia in via delle Baleniere nel X municipio di Roma in cui l’organizzazione fascista Casapound ha occupato illegalmente uno stabile del Ministero della Difesa”.

I firmatari ricordano che “come già rappresentato” quello che si sta verificando è “una vera e propria sfida e un oltraggio alle Istituzioni repubblicane e alle leggi vigenti”. Rammentano inoltre come “con risposta ad interrogazione parlamentare dell’on. Magi e di altri, il sottosegretario di Stato alla Difesa Giulio Calvisi ha specificato che lo stesso Ministero ha predisposto tutto quanto di propria competenza per il ripristino della situazione quo ante, rimanendo in attesa che la Prefettura, in coordinamento con il Comune e nell’ambito del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, provveda allo sgombero”. E ancora: “Lo stesso sottosegretario di Stato ha inoltre ribadito doversi considerare pacifica l’istanza di autotutela del demanio da parte delle Istituzioni anche ex art. 823 c.c., sottolineando come detta facoltà costituisca in realtà un potere-dovere che non può subire limitazioni”.

Il presidente del comitato provinciale Anpi Roma, Fabrizio de Sanctis, alla manifestazione del 27 maggio (da https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2020/05/28/anpiostia-1200×630.jpg)

Nei mesi passati l’Anpi e le realtà firmatarie della lettera avevano anche chiesto una verifica sulle reali condizioni di indigenza degli occupanti, ai quali – se confermate – potevano essere offerte soluzioni per affrontare l’emergenza abitativa – ma sempre nel rispetto delle leggi. Nulla invece ha fatto Via IV novembre, hanno dovuto constatare le associazioni democratiche.

Dunque: “Per tutti i motivi esposti anche nelle precedenti nostre, a partire dalla natura di tale organizzazione, accertata in numerosi procedimenti giudiziari, che abitualmente ricorre alla violenza verbale e fisica nei confronti dei propri avversari, facendo diretto riferimento alla passata dittatura fascista ed ostentando una propaganda razzista ed antidemocratica che vorrebbe profittare della crisi generale che sta attraversando il nostro Paese, ribadiamo la necessità dello sgombero immediato dell’occupazione e della restituzione alla collettività dello stabile in questione, porgendoLe con l’occasione i nostri più rispettosi saluti”.

Val la pena, per comprendere la coralità e l’urgenza che ha dettato l’iniziativa, scorrere le sigle che hanno sottoscritto il testo: Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione Ex Deportati nei campi nazisti, Associazione Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Federazione Italiana Associazioni Partigiane Roma e Lazio, Associazione Partigiani Cristiani, Veterani e Reduci Garibaldini,  Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, Cgil Roma e Lazio, Fiom Roma e Lazio, Uil Lazio, Casa Internazionale delle Donne, Arci Roma, Circolo Gianni Bosio, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Opera Nomadi, Articolo Uno Roma, Movimento Giovanile della Sinistra Roma, Partito Comunista Italiano, Sinistra Italiana Città Metropolitana di Roma, Partito Democratico Roma, Partito della Rifondazione Comunista, Giuristi Democratici, Unione degli Studenti Roma, Rete Studenti Medi, Unione degli Universitari Roma, Link Universitari Roma, Rete NoBavaglio.

Chissà se finalmente batterà un colpo la prefetta Gerarda Pantalone.