Sembrerebbe un fatto di cronaca, uno dei tanti. Una rissa fra ragazzi, la notte fra il 29 ed il 30 maggio 2020, nella movida di Spezia.
E invece no, non è solo un episodio qualsiasi dello “sballo” del venerdì sera: è un’aggressione con moventi politici.
Parte da questi fatti una ricerca sulla presenza del gruppo fascista a Spezia condotta dal collettivo E ‘sti spazi, che conduce un blog politico-culturale.
Due ragazzi fanno una battuta su CasaPound, in pubblico. Lì ci sono i militanti del gruppo fascista. In una decina li raggiungono e li pestano a sangue e all’arrivo delle forze dell’ordine si dileguano rapidamente lanciando anche una bomba carta per coprire la fuga.
Nei giorni successivi alla notte fra il 29 ed il 30 maggio 2020, grazie a varie testimonianze, viene individuato un primo responsabile. Si tratta di Francesco Carlodalatri, responsabile locale di CPI.
La ricerca di E ‘sti spazi rimette insieme vari avvenimenti che si sono susseguiti nel tempo e che fa il punto su quali siano i collegamenti, le vicinanze e gli appoggi che CasaPound Italia ha trovato nella società e soprattutto fra i partiti politici.
La storia comincia in realtà nel 2017, anno in cui prima Forza Nuova e poi CasaPound aprono una propria sede in città.
Le attività dei due gruppi sono quelle consuete, che si ripetono nel medesimo schema in tutto il paese: da una parte l’esplicita apologia del fascismo con corollario di revisionismo storico e dall’altro il giocare col fuoco della xenofobia, l’innestarsi nelle situazioni di disagio per esasperarle a proprio vantaggio. E il continuo cercare la sponda dei partiti della destra, soprattutto laddove siano al governo delle istituzioni.
Nella carrellata che il lavoro propone si susseguono vicinanze imbarazzate, convergenze temporanee ed appoggi espliciti. Una ricostruzione istruttiva proprio perché nella similarità con le pratiche osservate nell’estrema destra di altre città si legge una chiara strategia, a cui porzioni di partiti come Lega e Fratelli d’Italia prestano il fianco.
E, tornando alla vicenda iniziale, fanno sorridere le dichiarazioni di Carlodalatri del 24 maggio 2019 in occasione della richiesta di chiusura della sede di CasaPound (“Rinnoviamo in questa occasione l’invito a tutta la cittadinanza ed alle istituzioni a visitare la nostra sede, in modo da percepire con i propri occhi che all’interno non troveranno “pericolosi energumeni” ma soltanto ragazzi e ragazze con voglia di fare e di aiutare questa città“). Alla distanza quasi esatta di un anno CasaPound ha dato un senso talmente manifesto a quelle parole che si sfiora l’autoironia.
Carlodalatri, sia chiaro, dichiara totale estraneità ai fatti di quella sera.
Il suo legale in questa vicenda è Cesare Bruzzi Alieti, candidato sindaco per CPI nel 2017, e protagonista di una imbarazzante polemica sui fatti di Sant’Anna di Stazzema per la quale, per capire il livello, riceve il pubblico plauso di Forza Nuova. Per dire: la stessa CasaPound cerca di frenare e tirarsene fuori parlando di “discussione prettamente storica”.
All’epoca Bruzzi Alieti se ne va da CPI in polemica con la componente locale, ma a quanto pare, almeno professionalmente, c’è stato un riavvicinamento.
Ricerche come quella del collettivo E ‘sti spazi aiutano quindi ad orientarsi nel mondo dell’estrema destra, popolato sì di piccolezze e ciarlataneria politica, ma che invariabilmente è inseparabile dalla violenza. Altrettanta preoccupazione destano però i cedimenti, interessati o imbarazzati che siano, dei partiti che dovrebbero essere ben ancorati ai principi e ai valori della democrazia e, ancora di più, quelli delle donne e degli uomini delle istituzioni.
Pubblicato venerdì 17 Luglio 2020
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