A Latina, in via Don Morosini, grazie anche alla sollecitazione del presidente della sezione Anpi, Marco Polese, è stato riposizionato il monumento dedicato a Sandro Pertini, inaugurato due anni fa lungo la Passeggiata a cui appositamente è stato dato il suo nome. L’opera della scultrice macedone Natasha Bozharova, donata al Comune dalla sezione Anpi “Severino Spaccatrosi”, il 16 marzo scorso era stata ritrovata sfregiata al volto, al busto e alla base marmorea. Immediata l’indignazione dell’associazione e di alcuni cittadini per l’offesa al grande partigiano e al Presidente più amato della nostra Repubblica. Alla richiesta di chiarire l’accaduto ci venne scritto che il monumento era stato danneggiato “a causa di una errata manovra del camioncino guidato da un operatore dell’azienda multiservizi comunale Abc”. L’impresa si assumeva “la responsabilità dell’accaduto e avrebbe provveduto a proprie spese agli interventi di ripristino della statua danneggiata”.
Dopo otto mesi, l’11 novembre, per la seconda volta viene tirato giù il drappo che copre il busto di Sandro Pertini. A farlo sono il sindaco di Latina, Damiano Coletta, e Fabio D’Achille, presidente della Commissione cultura, iscritto alla sezione Anpi Latina, delegato dalla presidente provinciale dell’associazione dei partigiani (impossibilitata ad essere presente per un improvviso impegno dettato dall’emergenza sanitaria).
La cerimonia in onore del compianto Capo dello Stato, oltre che partigiano insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare, è stata breve e concisa in osservanza alle norme anti-covid. Significativo il messaggio del sindaco Damiano Coletta: “(…) In questo luogo ricordiamo uno dei padri della Repubblica Italiana, che si è battuto in prima persona per affermare i valori della libertà e della democrazia”.
Naturalmente, la spettrale assenza di persone lungo la Passeggiata e intorno al monumento per la prudenza anti-pandemia, non poteva che rendere l’animo dei pochi presenti triste e sofferente.
Tornano alla mente le frequenti immagini di tanti immigrati, ma anche di italiani senza dimora, donne e uomini che, stanchi e avviliti, cercano riposo sulle panchine poste in cerchio attorno al “nostro Sandro”, e insieme o da soli, assai spesso in silenzio, mangiano un panino o un avanzo di cibo oppure dormono rannicchiati al freddo.
E conforta immaginare (con foscoliana memoria) che, attraverso il monumento, l’uomo socialista e fiero antifascista, il coraggioso partigiano e rigoroso Presidente dialoghi ancora con quella comune gente di ogni nazionalità e ceto sociale, con bambini, giovani, adulti e anziani, sulle cose da fare per avere libertà e giustizia sociale. Traguardi lontanissimi in questi giorni tragici e bui.
Nessuno di essi, quasi certamente, conosce chi è quel signore dai tratti austeri con una pipa nella mano. Ma lo amerebbero sapendo che ha speso la vita nella difesa della libertà e della dignità di ogni persona, anche di quelle come loro. E confiderebbero a lui, come a un familiare le proprie sofferenze, perché saprebbe ascoltare come un compagno e come partigiano li proteggerebbe dall’insensata violenza fascista che – nonostante i tempi, anzi forse anche approfittandone – mostra il suo volto aggressivo e distruttivo.
Ecco, un atto come il ripristino della statua commemorativa, oggi più che mai, ci invita a realizzare pienamente il sogno partigiano: un mondo sano dove ci sia umanità, solidarietà e pace.
Ada Filosa, presidente Comitato provinciale Anpi Latina, componente Comitato nazionale Anpi
Pubblicato sabato 14 Novembre 2020
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