La notte del 28 giugno del 1969 la comunità Lgbt+ di New York, stanca dei continui soprusi da parte della polizia, si ribellò per rivendicare la propria libertà e il proprio orgoglio. Quei disordini, passati alla storia come i Moti di Stonewall, vengono celebrati ancora oggi in tutto il mondo con la manifestazione di piazza più irriverente, chiassosa, scostumata e colorata: il Pride.
Con questo spirito, dal 1994 il Roma Pride invade le strade della Capitale per celebrare l’orgoglio di una comunità multiforme, unita dall’orgoglio di essere se stessa e dai valori di laicità, libertà e uguaglianza per tutte e tutti.
Questi sono i valori per i quali noi ci battiamo, lottando contro ogni forma di repressione, sopruso, totalitarismo e riconoscendoci pienamente nei principi del pacifismo, dell’antisessismo, dell’antirazzismo e, soprattutto, dell’antifascismo.
Questi stessi valori hanno portato il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli – capofila politico e organizzativo del Pride della Capitale – a intraprendere accanto all’Anpi un percorso politico costituito da momenti di riflessione e di piazza, come ad esempio la “Fiaccolata degli Stermini dimenticati”. Ogni 27 gennaio, grazie al lavoro congiunto dell’Opera Nomadi, dell’Anpi Roma e del Circolo Mario Mieli, commemoriamo gli stermini dimenticati di Rom/Sinti, Omosessuali, Trans e disabili. È il momento in cui la comunità Lgbt+ ricorda quanti, durante gli stermini nazi-fascisti, furono marchiati con il terribile triangolo rosa e perseguitati proprio perché considerati diversi.
Negli ultimi mesi il cammino politico con l’Anpi è culminato con la partecipazione alla manifestazione del 25 aprile del Circolo Mario Mieli e di diverse realtà associative Lgbt+, tutte insieme in prima fila per rivendicare, sempre con maggior convinzione, la nostra condivisione e vicinanza ai valori della Resistenza partigiana.
La nostra lotta di liberazione è diventata, infatti, ancora più urgente, in un clima politico avvelenato da una delle più sgradevoli campagne elettorali della nostra storia, intrisa di odio e intolleranza. Violenze, discriminazioni e discorsi d’odio sono stati sdoganati da una parte consistente della classe politica che ha fomentato gli istinti peggiori della nostra società per trarne profitto elettorale. In questo quadro desolante abbiamo assistito al proliferare di formazioni e movimenti politici che si richiamano, direttamente o indirettamente, agli orrori del nazi-fascismo. Alcune di queste realtà addirittura continuano a essere ammesse alla competizione elettorale nonostante le radici antifasciste della nostra Repubblica ne richiederebbero invece la chiusura, ignorando così quanto richiesto a più voci nell’appello “Mai più fascismi”, da noi sottoscritto con convinzione.
Intanto, mentre avviene questa preoccupante trasformazione, la politica resta a guardare e abbandona le forze democratiche e progressiste che giorno per giorno cercano di presidiare il territorio. Il culto del leader, il finto dialogo diretto col popolo, il fastidio ostentato per i corpi intermedi e per i luoghi di elaborazione politica libera contribuiscono inesorabilmente a indebolire il tessuto democratico del Paese. Dobbiamo constatare, purtroppo, che queste pratiche non sono più appannaggio delle destre ma si fanno strada anche nei partiti che si richiamano ai valori del progressismo. Così i luoghi di aggregazione liberi vengono sgomberati, le associazioni ignorate e impoverite, le piazze irrise e disertate senza la consapevolezza che di questa furia distruttiva si avvantaggiano proprio le forze più retrive e oscurantiste.
Alla preoccupante situazione del nostro Paese si aggiungono le gravi notizie che vengono dal resto d’Europa e dal mondo. L’avanzata di nuovi e vecchi fascismi è un fenomeno che sta interessando tutto l’Occidente, con venti di guerra che ricominciano a soffiare sempre più impetuosi, il rialzarsi di confini, geografici e psicologici, per escludere i diversi e il totale smarrimento delle forze autenticamente democratiche, impreparate a gestire questa drammatica fase.
Nella consapevolezza di questa situazione, il Roma Pride ha voluto riaffermare il ruolo del movimento Lgbt+ nel contrasto a queste involuzioni e, nel farlo, abbiamo scelto di immaginarci come una Brigata Arcobaleno che resiste a queste pericolose trasformazioni.
In un Paese che tende a cancellare la memoria e a riscriverla a proprio piacimento, il Roma Pride ha infatti ritenuto giusto e doveroso ricordare quelle ragazze e quei ragazzi che, come Tina Costa e Modesto Di Veglia, più di 70 anni fa hanno portato avanti la Resistenza e la lotta di Liberazione partigiana. Non si tratta tuttavia di una mera celebrazione, bensì di un impegno che il movimento Lgbt+ romano si è assunto nel portare avanti la storia e la memoria di quella lotta. Noi persone Lgbt+ ci sentiamo parte di quella stessa lotta e protagonisti della nostra battaglia, diversa ma idealmente affine, iniziata quasi cinquant’anni fa, proprio a Stonewall, contro ogni forma di oppressione, prevaricazione, omologazione e normalizzazione delle nostre identità e delle nostre specificità: in una parola una lotta quotidiana contro ogni forma di fascismo.
Riteniamo quindi necessario intraprendere un percorso di consapevolezza e di azione comune con tutte le altre forze progressiste e democratiche del Paese, nella consapevolezza che oggi più che mai sia essenziale riaffermare il valore dell’intersezionalità delle lotte.
Le nostre rivendicazioni, infatti, sono strettamente legate e intrecciate con quelle dei movimenti antifascisti, femministi, della difesa dei migranti e, in generale, con tutte quelle battaglie che mettono al centro la persona, i suoi diritti e la sua dignità.
Per questo chiediamo a tutti e a tutte di fare e unirsi a noi nella resistenza giorno per giorno, strada per strada, contro il ritorno dell’odio e della discriminazione fascista.
Per tutto questo il 9 giugno la nostra Brigata Arcobaleno scenderà in piazza e saremo, ancora una volta, lesbiche, gay, bisessuali, trans e tanti e tante eterosessuali, tutte e tutti insieme per accendere i riflettori sui bisogni della comunità Lgbt+ italiana e spingere per una società diversa, più aperta e inclusiva.
Contro ogni fascismo dobbiamo continuare a resistere e lottare. La liberazione continua.
Sebastiano F. Secci, presidente Circolo Cultura Omosessuale Mario Mieli – Portavoce Roma Pride
Pubblicato venerdì 1 Giugno 2018
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