Latina nera … ma anche Latina di mille colori sulle note di Bella Ciao. Piazza della Libertà a Latina era gremita, sabato scorso, 22 giugno, durante la manifestazione alla quale abbiamo dato condivisione, adesione e partecipato con Cgil-Flai, Anpi nazionale, Articolo 21 e le associazioni del nostro comitato territoriale de “La Via Maestra”.

Era un fiume di colori, bandiere rosse e bandiere dell’Anpi sventolanti al venticello che mitigava il caldo torrido come fosse inizio agosto. A noi si sono unite con slancio e grande solidarietà l’Anpi di Frosinone e l’Anpi di Roma.

Un momento della manifestazione di sabato 22 giugno a Latina. Al centro della foto Vincenzo Calò, Anpi nazionale

Sarà stata l’atmosfera creata dall’intervento di Vincenzo Calò della segreteria nazionale Anpi, caloroso, appassionato, di partecipazione e di ardore, che ha dato la nota perché a chiusura tutta la piazza cantasse Bella Ciao. Eravamo circa 5mila, numeri diffusi dalla stampa. Noi sappiamo che la piazza era piena, eravamo davvero tanti, l’aria sapeva di sentimento umano, di democrazia, di coesione, di solidarietà per Sony e la sua famiglia, ma anche di rabbia e di denuncia.

Vincenzo Calò durante il suo intervento

A Sony la giovane vedova, in 24 ore è stato dato il “Permesso di Soggiorno Speciale” … per ragioni di giustizia. Un diritto è un diritto, e non accettiamo che passi come benevola concessione. Giustizia sarebbe stata non farla lavorare come lavorava Satnam Singh, da clandestino, in un contesto dominato dal caporalato e dove la schiavitù è la condizione perenne degli esseri umani dell’Agro Pontino nominati “gli invisibili”.

Satnam non è morto per un infortunio sul lavoro, è morto per omicidio colposo, è stato abbandonato sanguinante senza un braccio, con le gambe schiacciate dal macchinario, nei pressi della sua abitazione come fosse un sacco di rifiuti. Molte le forze politiche che hanno partecipato, tra la gente, tra la folla, con il buon gusto di non salire sul palco. Almeno questo segno lo abbiamo “apprezzato”.

Il sociologo Marco Omizzolo, autore di importanti ricerche sul sistema di sfruttamento in agricoltura e le nuove forme di schiavismo

Perché tutti sanno, tutti sappiamo che questi esseri umani dell’Agro Pontino lavorano in condizioni inumane, che, se si fanno male, dichiarano di essere caduti dal motorino così come richiesto dal “padrone”, abitano in condizioni inumane e rimangono “gli invisibili”. Perché questo non è più il tempo delle parole. Perché questo è il tempo del fare, le responsabilità sono tante e vengono da lontano, almeno da 20 anni fa, quando cominciarono le indagini e le denunce del sociologo Marco Omizzolo e dalla stessa Flai-Cgil.

Ora è stato affermato “bonificheremo l’agro pontino dal caporalato” “che si cancelli la Bossi Fini perché è una legge che provoca irregolarità, precarietà e sfruttamento”. Chi ne ha responsabilità e possibilità se ha ascoltato, e non sentito, deve ricordare e dare seguito alla voce di quella Piazza con l’unica risposta possibile, regolarizzare questi esseri umani, prendere in carico immediato tutte le denunce giornaliere di sfruttamento, creare condizioni di controllo controllato.

Davanti alla Prefettura di Latina

Continueremo a vigilare e ad esserci sempre, perché non ci siano più “gli invisibili” e in nome della Costituzione le nostre parole d’ordine resteranno “via da Latina caporalato, sfruttamento e schiavismo”.

Teresa Pampena, presidente Anpi provinciale Latina