«Dedichiamo questa giornata a Willy Monteiro Duarte, vittima di violenza fascista». Con queste parole Ferdinando Pappalardo, presidente provinciale di Anpi Bari ha aperto martedì scorso la manifestazione promossa nel capoluogo pugliese dal Coordinamento antifascista per ricordare l’eroica difesa del porto e della città vecchia dall’attacco della Wehrmacht. Era il 9 settembre 1943.
Oltre l’indignazione per l’orrendo delitto di Colleferro, oltre l’allarme per il ripetersi sempre più frequente di attività neofasciste, c’è nella dedica a Willy una ragione che lega quella giornata di 77 anni fa al momento attuale: «Il coraggio di giovanissimi che di fronte alla sopraffazione e all’insulto della dignità umana – ha sottolineato Pappalardo – non voltano lo sguardo dall’altra parte, si schierano e passano all’azione, anche a rischio della propria vita».
Il riferimento è a quel gruppo di ragazzini che, il giorno dopo l’annuncio dell’armistizio, fermarono una colonna di mezzi blindati della divisione Hermann Göring dei paracadutisti tedeschi all’ingresso di Bari vecchia, lanciando le bombe a mano ricevute dal generale Nicola Bellomo. Il comandante della piazza militare infatti non esitò ad armare la popolazione per difendere la città e le sue infrastrutture di comunicazione.
Quella battaglia, atto di resistenza popolare e spontanea, segna in Italia l’inizio precoce della lotta di Liberazione dal nazifascismo. Una pagina eroica, a lungo sottovalutata se non ignorata dalla storiografia, che tuttavia ha fatto meritare alla città di Bari la Medaglia d’Oro al Valore Civile. Ma solo nel 2007. Un altro piccolo centro del territorio è stato insignito della medesima onorificenza: Bitetto, teatro in quello stesso drammatico giorno della strage di militari italiani che si erano opposti all’esercito nazista e della resistenza dei cittadini ai tentativi di saccheggio e devastazione.
E “Il coraggio di resistere” è stato il titolo scelto per l’iniziativa commemorativa, realizzata nella serata sulla terrazza del fortino aragonese, proprio sulla Muraglia che fu terreno di scontro.
Una serata in cui si sono alternati interventi delle istituzioni (le assessore alla Cultura di Bari e di Bitetto, Ines Pierucci e Luisa Palmisano) e delle organizzazioni che hanno dato vita al coordinamento antifascista (Anpi, Cgil, Arci, Libera, Link, Rete della conoscenza, Comitato 28 novembre) a momenti artistici.
L’attore Rino Bizzarro ha interpretato il racconto di Michele Romito, il quindicenne che fermò la colonna tedesca con quattro bombe a mano; l’attore e musicista Vito Signorile ha proposto tre ballate del cantautore pugliese Matteo Salvatore; Iula Marzulli ha letto il racconto di un altro ragazzino coraggioso del ’43, Michele Mancini, interpolato con i versi che il poeta, critico letterario, saggista e intellettuale Franco Fortini scrisse per la trasposizione italiana de “l’Internazionale” e ha concluso con la versione di “Bella Ciao” in lingua curda.
Si è conclusa così una giornata di celebrazioni iniziata fina dalla mattina con la collocazione di una corona d’alloro alla lapide dedicata ai Caduti per la difesa del porto e poi con l’omaggio alla “pietra di inciampo” che ricorda Michele Romito e il popolo di Bari vecchia nel punto esatto in cui costrinsero i nazisti alla ritirata.
Alla celebrazione hanno preso parte il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, il vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio e l’assessore del Comune di Bitetto, Giulio De Benedittis.
Pubblicato venerdì 11 Settembre 2020
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