L’auditorium Giuseppe di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano ha ospitato il primo degli eventi della Festa per l’80° dell’ANPI

L’80° dell’ANPI a Milano è stata festa vera. Festa di popolo, perché c’era la gente dell’ANPI, ovvero i democratici e gli antifascisti di Milano, della Lombardia, del Nord Italia ma anche del Centro e persino del Sud.

Ad affollare, oltre ogni aspettativa, i luoghi dell’evento c’erano coloro che ne hanno festeggiati tanti di anniversari “tondi”, eppure mai stanchi di continuare a farlo, di continuare a crederci; ma anche coloro i quali erano alla loro prima volta, i giovani. E pensare che l’azzardo aveva portato a scegliere un martedì con l’ambizione di tre momenti topici: il primo, al mattino, nell’Auditorium della Camera del Lavoro, intitolato a Giuseppe Di Vittorio, perché la storia per noi è sempre comunità e continuità; il secondo, simbolico, a Piazza dei mercanti – esattamente alla Loggia dei Mercanti – per depositare una corona di fiori per i Caduti per la libertà; il terzo, nel pomeriggio, al Piccolo Teatro, per il momento istituzionale.

Un martedì, 12 novembre, di fiori e di colori, di sorrisi e qualche lacrima, perché le emozioni quando sono autentiche ti autorizzano a tutto. Ti autorizzano a sorridere con Lella Costa e lo scanzonato maestro Gaetano Liguori al piano e a gioire con la prorompente orchestra Rom e Dijana Pavlovich.

Eppure non si sarebbe potuto cominciare senza il commosso ricordo di Licia Pinelli, all’anagrafe Licia Rognini, vedova di Pino Pinelli, partigiano anarchico accusato ingiustamente della strage di Piazza Fontana. All’indomani della scomparsa il pensiero è andato alla lotta di una vita di Licia, per la verità sulla morte del marito, fatta con dignità, fermezza e coraggio. Il presidente dell’ANPI provinciale di Milano, Primo Minelli, che insieme a Debora Migliucci coordinava i lavori della mattina, aprendo la kermesse ha chiesto un minuto di silenzio per Licia, un minuto intenso, pregno del ricordo di Licia e della sua battaglia per la verità sulla morte di Pino, mescolato ai ricordi di una Milano che non c’è più, un minuto in cui le storie personali si intrecciano a quelle collettive per capire una volta di più che giustizia e verità camminano insieme nella memoria comune di un popolo che non si rassegna alle ingiustizie.

E il pensiero va a Carlo Smuraglia e alla sua scelta da avvocato di difendere la famiglia Pinelli. “Ancora insieme” è il monito di Minelli, che ricorda come ai funerali di Pino c’era poca gente, ma ai funerali di Licia bisogna essere in tanti. Così è stato.

Emozioni autentiche e comuni, come quando sul maxischermo passa il video che ricorda Carla Nespolo e il suo sorriso sempre vivo, e con lei si ricordano tutti i presidenti dell’ANPI che non ci sono più, partendo da quell’Arrigo Boldrini “Bulow”, che a guerra non ancora finita, in un’Italia ancora occupata dai nazisti e dai fascisti, il 6 giugno del 1944, a Roma, in Campidoglio, volle si fondasse l’ANPI, a difesa dei valori democratici e antifascisti che saranno a fondamento della Costituzione repubblicana. E poi si ricorda Tino Casali, Raimondo Ricci, lo stesso Carlo Smuraglia.

In questo clima altamente “sentimentale”, c’è lo spazio per i saluti, di Luca Stanzione (segretario generale CGIL Milano), di Dario Venegoni (presidente ANED) a rappresentanza del Forum delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza, di Lino Guanciale, che se pure impegnato nel suo lavoro di attore, attraverso un video sincero, indossa i panni del militante per ricordare a tutti il valore della memoria e il bisogno della continuità del messaggio della Resistenza. “Mai senza Resistenza”.

E insieme a lui sono in tanti del mondo dello spettacolo che hanno attestato la loro stima all’ANPI, eretta a baluardo dei valori costituzionali. L’invito è continuare. E tanti sono gli amici dell’ANPI presenti. Paolo Pezzino (Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri), il quale racconta la storia dell’ANPI, come è nata e cosa ha fatto. Sottolinea come sia forte la sinergia proprio con gli Istituti storici, col “Parri”, ricorda l’Atlante delle stragi nazifasciste, pensato per restituire verità e dignità alle tante vittime della barbarie nazi-fascista durante l’occupazione del territorio italiano all’indomani dell’8 settembre 1943. Storia e attualità legate a doppio filo, ecco il senso della giornata del 12 novembre a Milano.

E l’attualità inesorabilmente ci porta a toccare i temi della pace e dei valori costituzionali. Le due architravi della politica attuale dell’ANPI, per meglio dire, della politica dell’ANPI da sempre. Rossella Miccio, presidente di Emergency, rimarca l’importanza dei presidi umanitari nei luoghi di guerra e ringrazia l’ANPI per aver messo in campo un’azione concreta per aiutare Gaza, i suoi bambini, le sue donne, i suoi uomini feriti gravemente, lanciando una campagna di raccolta fondi destinati alla preziosa attività sanitaria di Emergency in quella terra martoriata.

Pace e solidarietà sono al centro anche del messaggio della presidente di Amnesty International, Alba Bonetti. Ma il dibattito politico non può esimerci dall’affrontare i temi dell’Autonomia differenziata, del “premierato”, del “decreto sicurezza”, dell’attacco ai diritti costituzionalmente sanciti, su tutti il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero.

Ci pensa Rosy Bindi con sublime maestria a lanciare il messaggio della partecipazione e della lotta unitaria perché l’Italia continui a essere un Paese democratico e antifascista, il Paese della Costituzione repubblicana di tutti.

Toccherà poi a Gad Lerner trovare l’ideale punto di congiunzione tra il passato, richiamando “Noi, partigiani”, il Memoriale della Resistenza italiana, e l’attualità del messaggio della Resistenza, se oggi il magnate americano Elon Musk può permettersi di attaccare un potere dello Stato italiano: la magistratura.

Sarà infine il presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, a tirare le file della mattinata, tra la lettura di aforismi a cura di Eleonora Cortese, gli intermezzi musicali del Maestro Liguori e le domande impertinenti del sottoscritto, ricordando il valore del sogno partigiano, non come desiderio astratto, irraggiungibile, ma come obiettivo concreto, perseguibile. Dialoga sul tema della Costituzione con Daniela Padoan, presidente di Libertà e Giustizia, e ascolta compiaciuto Stefania Cappelletti, giovane presidente della Sezione ANPI Barona di Milano. Cita Bulow e ricorda tutti i presidenti dell’ANPI, uno a uno, con un pizzico di commozione quando parla di Carla Nespolo, prima presidente non partigiana, prima presidente donna.

Parla di Milano, capitale della Resistenza, Pagliarulo, della città delle Cinque giornate (simbolicamente unisce il primo e secondo Risorgimento), la città della stampa antifascista: lo Stato Operaio, la Voce della Gioventù, Il Caffè, Quarto Stato (fondato da Carlo Rosselli e Pietro Nenni). La città in cui viene assaltata la sede dell’Avanti nel 1919, la città del Comando del Corpo Volontari della Libertà, la città dove nel ’43 nascono i Gruppi di Difesa della Donna, ci sono i grandi scioperi del marzo ’43 e ’44, la città dell’insurrezione del 25 aprile. E per reagire all’attacco frontale alla Costituzione del ’48, idealmente tende la mano alle giovani generazioni. Si mostra sullo schermo la tessera ANPI del prossimo anno, in cui ricorrerà l’80° della Liberazione, con il disegno di una finestra spalancata sul futuro realizzato dall’illustratore e regista Simone Massi, autore del recente e molto apprezzato film di animazione “Invelle”. La mattinata finisce così.

Si può andar via carichi di entusiasmo, accompagnati, su tutto, dal ricordo delle note delle musiche, del canto e dell’immensa bravura del Coro della Scala di Milano – componenti tutti della sezione ANPI del Teatro alla Scala – che a metà mattinata aveva dato vita a una esibizione straordinariamente bella. E siamo solo al mattino. Non c’è il tempo neanche di pranzare che si corre alla Loggia dei Mercanti. C’è un monumento da onorare, quello ai Caduti per la libertà. C’è la presenza prestigiosa dell’arcivescovo di Milano, il Cardinale Mario Delpini, che parla di pace e umanità alla presenza anche della vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo. Un monito, e al contempo un segnale di un’unità d’intenti e un incoraggiamento ad andare avanti.

È l’ora del Piccolo Teatro, luogo simbolo della cultura milanese, della cultura democratica. Il sindaco Giuseppe Sala non si fa attendere, tiene a questo appuntamento. Milano, città Medaglia d’Oro al Valor Militare ci tiene a omaggiare l’ANPI per l’80° della sua nascita.

Sarà Primo Minelli ad aprire i lavori, orgoglioso che un avvenimento così importante si celebri a Milano. Ribadisce che quello che siamo oggi lo dobbiamo ai partigiani e alle partigiane, e proprio una partigiana si prende la scena, semplicemente raccontando la forza della sua scelta di stare dalla parte giusta.

È Sandra Gilardelli, classe 1925, fiera della sua storia, della sua vita, d’aver contribuito a fare dell’Italia un Paese libero e democratico, e soprattutto orgogliosa di trasmettere il senso della sua missione ancora oggi, alle nuove generazioni, andando a parlare nelle scuole. Desterà simpatia, Sandra, quando dirà che la cosa che la colpisce di più è che i giovani l’ascoltano! Sandra che, si anticipa alla sala, è stata candidata dall’ANPI all’Ambrogino d’Oro, il più prestigioso riconoscimento del Comune di Milano (e così è andata), e che saluta scandendo “Ora e sempre Resistenza”.

Sarà poi Renato Sarti, con un monologo tratto dallo spettacolo “Mai morti” a porre l’accento sulla drammaticità dei tempi in cui nazisti e fascisti popolavano il Paese, in cui la Decima Mas terrorizzava, minacciava, uccideva, e quanto sia difficile il pentimento.

Toccherà al sindaco di Milano Giuseppe Sala valorizzare il ruolo delle istituzioni democratiche e antifasciste come anticorpi di quella Costituzione che va concepita come argine contro ogni deriva autoritaria e l’ipotesi di un drammatico ritorno al passato.

Anche un’autorità militare, il generale Tommaso De Lorenzo, ha voluto portare il saluto all’ANPI.

Chiuderà il presidente Pagliarulo, riconducendo all’oggi la lezione della Resistenza, rammentando che la guerra di Liberazione fu fatta per gettare le basi di una democrazia, in cui profondi rinnovamenti di carattere sociale, economico, politico dovevano essere fatti, Oggi, in un mondo facilmente suggestionabile, tocca a noi raccogliere il testimone per dare continuità alla missione della Resistenza, per una reale, profonda, trasformazione del Paese.

Si torna a casa, non a contemplare una giornata straordinaria, un martedì che sapeva di sabato o di domenica, di giorno di festa; non a rievocare una storia importante, quella dell’ANPI; non a mitizzare i partigiani e le partigiane. Si ritorna a casa a ricaricare le batterie per farsi trovare pronti per continuare a combattere la battaglia per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza, la democrazia, oggi come ieri, per non rendere vano il sacrificio dei ragazzi di allora, in nome di quelle emozioni che noi sappiamo bene essere molto più belle quando condivise, in un cammino lungo 80 anni, guardando al futuro.

Vincenzo Calò, segreteria nazionale ANPI