I fiori che l’Anpi ha sparso il 25 aprile nelle “Strade di Liberazione” iniziano a sbocciare. A Caltanissetta, la neocostituita sezione nasce dall’impegno di Claudia Cammarata, Elia Miccichè e Fabiola Cammarata, nipote, quest’ultima, del partigiano “Calogero” della formazione “Tigre”, caduto in combattimento nelle zone di Fabriano e lì sepolto. La sezione è intitolata a Luigi Cortese, protagonista della Liberazione di Parma e successivamente deputato regionale in Sicilia con il Pci, alla cui memoria l’Anpi provinciale ha richiesto di dedicare anche una via, con un iter burocratico attualmente in corso e un intenso rapporto con due degli eredi diretti di “Ilio”.
Una Festa della Liberazione ricca di entusiasmo e iniziative, che ha visto sventolare per la prima volta la bandiera Anpi dal balcone municipale: «Lo stesso – precisa Claudia Cammarata, trent’anni, presidente della “Gino Cortese” – dal quale nel 1924 si affacciò Mussolini in visita alla città. Un gesto dal valore altamente simbolico che rimarca i nostri valori e quanto parlare di antifascismo e fascismo, oggi, non sia affatto anacronistico, come dimostrano i recenti fatti di Dongo e la manifestazione di CasaPound prevista a Roma per il 29 maggio».
Ben 46 le vie della città siciliana interessate dall’iniziativa “Strade di Liberazione” e arricchite con fiori deposti alla memoria di partigiani e antifascisti: «Nel corso della giornata del 25 aprile – racconta la presidente – molti passanti si sono avvicinati per chiederci cosa stessimo facendo ed è stata un’occasione di confronto bella e inedita che ha avuto un riscontro più che positivo: qualcuno ha anche voluto manifestare la sua vicinanza all’iniziativa facendosi fotografare sotto le targhe. Una Festa della Liberazione vitale, che ha sopperito al bisogno di antifascismo nonostante le restrizioni: è stata una festa che ha sancito la coesione di un gruppo, l’intensificarsi dei rapporti con le amministrazioni locali e l’avvicinamento di nuove risorse ed energie al circuito Anpi».
La sezione “Gino Cortese” è già impegnata con le attività nelle scuole per parlare di democrazia, antifascismo e Costituzione. «Vogliamo aderire completamente al protocollo Anpi-Miur – dichiara Claudia Cammarata – per essere presenti nelle scuole, troppo spesso bacino di adesione ai movimenti neofascisti. Molti, come confermato anche da diversi insegnanti, si fanno affascinare dai richiami di queste sirene nere: il nostro obiettivo è quello non di fare sermoni, ma di raccontare con semplicità la bellezza e l’importanza della Carta Costituzionale». Ma l’impegno dell’Anpi nissena non si esaurisce qui: il 1° maggio, a Portella della Ginestra, sono stati commemorati i Caduti ed è stata realizzata un’intervista a un testimone della strage.
Altro obiettivo è quello di far conoscere il grande apporto che la provincia ha dato alla Resistenza: un intenso lavoro di archivio ha portato già alla scoperta di 300 nomi di partigiani e di 250 deportati; un modo, questo, che aiuta a dare un volto a un antifascismo che rischierebbe di rimanere solo un concetto astratto. «La storia resistenziale di questo territorio – spiega la presidente – è evidentemente diversa da quella del centro e del nord Italia. Non possiamo fare affidamento sul racconto di famiglia, sull’esperienza diretta di un nonno o di un parente vicino: quindi portare nelle scuole le storie di chi, partendo da questi luoghi, ha combattuto per liberare il Paese dal nazifascismo è necessario anche per costruire una memoria condivisa».
Oggi, nel Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, l’Anpi nissena è nel paese di San Cataldo, per ricordare una figura emblematica per il territorio siciliano: Peppino Impastato, alla cui memoria Anpi e Arci del luogo sono riuscite a far intitolare una via nel giugno del 2012. «Aderiamo – racconta Cammarata – con un sit-in (opportunamente contingentato) all’iniziativa di Casa Memoria, l’associazione dedicata alle figure di Peppino e Felicia, madre e figlio, alle loro lotte e al loro altissimo profilo civile e morale. Siamo stati direttamente contattati dall’associazione e abbiamo subito deciso di partecipare per dimostrare che, in una zona come la nostra, martoriata da vicissitudini giudiziarie, i piccoli esempi di Resistenza quotidiana sono necessari».
Inoltre, all’interno del circolo “AttivArci insieme” di San Cataldo, la cui sede è un bene confiscato alla mafia, nel 2014 è nato anche il centro culturale delle donne dedicato alla figura di Felicia Bartolotta Impastato, che si occupa di portare avanti un’intensa opera di sensibilizzazione su questioni di genere, rispetto ed educazione sentimentale, soprattutto tra i più giovani. Un’attività che si sposa con l’attenzione della presidente al recupero e alla diffusione delle storie delle donne resistenti e delle vicende di antifascisti perché, conclude Claudia Cammarata, «la democrazia non è uno status quo, ma un valore da conoscere e difendere ogni giorno: per il nostro presente, per la memoria di chi ha sacrificato la propria vita e per il futuro delle nuove generazioni».
Pubblicato domenica 9 Maggio 2021
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