Rino Giangrande, presidente onorario della sezione Anpi di Avetrana (TA) e componente del direttivo provinciale dell’associazione, già da alcuni anni, in rappresentanza dell’Anpi locale e provinciale, sta cercando di far onorare il sacrificio di un giovane partigiano avetranese di nome Pietro Mazzei, chiedendo di far incidere il suo nome sulla lapide dei Caduti di Avetrana nella Seconda guerra mondiale.
La ricerca sulle azioni patriottiche compiute da Mazzei è iniziata nel 2012, dopo la presentazione del libro di Pati Luceri Partigiani e antifascisti di terra d’Otranto (Lecce, Brindisi, Taranto), dove veniva citato il partigiano avetranese fucilato. Tale evento è stato curato dall’associazione “Grande Salento”, alla presenza del senatore Giovanni Battafarano, presidente provinciale Anpi Taranto. Da allora il presidente onorario Rino Giangrande ha iniziato una puntigliosa e meticolosa ricerca grazie alla quale è riuscito a ricostruire la drammatica esperienza del nostro Caduto.
Pietro Mazzei era nato ad Avetrana il 22 luglio 1910 e nel 1943 era stato assunto come portalettere nell’ufficio postale di Forlimpopoli (FC), in Emilia Romagna. Aderì alla 9a Brigata “Santa Justa”, una formazione partigiana autoctona e stanziale, che operò sull’Appennino a sud ovest di Bologna.
La brigata era composta da circa 400 effettivi e comandata da Giuseppe Nucci (un ex ufficiale medico), vi aderirono prevalentemente giovani provenienti da Casalecchio e Sasso Marconi; nelle sue file combatté anche un gruppo di disertori austriaci, russi e polacchi, comandato da Romanos Todua. La formazione partigiana compì numerosi sabotaggi nelle retrovie tedesche, seminando chiodi a tre punte sulle strade percorse dai camion militari, danneggiando la linea ferroviaria Porrettana e, soprattutto, incendiando depositi di carburante. La “Santa Justa” costituì il primo esempio di formazione “tricolore” cattolica, non legata ai partiti del Cln (Comitato Liberazione Nazionale).
Secondo alcuni testimoni, nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1944, durante un rastrellamento delle SS a Manzolino, una frazione di Castelfranco Emilia dove Mazzei risiedeva, il partigiano avetranese venne catturato e, successivamente, fucilato. Il corpo venne ritrovato casualmente due anni dopo a Mongardino (frazione di Sasso Marconi, dove all’epoca dei fatti si trovava il comando tedesco) quando, durante alcuni scavi eseguiti per la costruzione di una casa, venne scoperta una fossa comune con sei cadaveri. Quello di Mazzei venne riconosciuto dalla moglie Licia grazie agli abiti che il marito indossava. I resti mortali del partigiano avetranese furono etichettati con il numero tre.
Mazzei inizialmente trovò degna sepoltura a Mongardino ma successivamente i suoi parenti chiesero di poter trasferire la salma in un altro cimitero. Al Comune di Sasso Marconi però non esiste nessuna documentazione che certifichi il luogo in cui fu trasferita la salma; è possibile solo supporre che, presumibilmente, le spoglie si trovino a Roma, dove nel frattempo si era trasferita la moglie, oppure in provincia di Lecce, dove viveva il padre.
Il presidente onorario dell’Anpi avetranese, Rino Giangrande, conscio dell’importanza del sacrificio compiuto dal giovane partigiano avetranese fino alla morte, in tutti questi anni si è prodigato affinché fosse riconosciuto e valorizzato adeguatamente il suo ricordo.
Innanzitutto nel 2017 la sezione Anpi di Avetrana è stata a lui dedicata, poi nel corso degli anni, Giangrande ha cercato di coinvolgere le varie amministrazioni comunali che si sono succedute affinché il nome di Pietro Mazzei, l’unico partigiano fucilato originario del luogo, fosse inserito nel percorso della memoria capace di ricordare tutti i partigiani e i militari deportati (IMI) avetranesi, Caduti e non. A tutt’oggi comunque non si è ancora giunti ad alcun risultato. Nel 2018 in presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose è stato inaugurato un cippo che successivamente è stato spostato senza nessuna condivisione.
Sul caso si segnala l’articolo «Avetrana: il suo partigiano fucilato e la memoria storica locale» pubblicato il 31 agosto scorso sul quotidiano online diretto da Fiore Sansalone, La voce agli italiani, che ben percorre e sintetizza tutti gli sforzi compiuti per tener vivo il ricordo del sacrificio del giovane postino avetranese.
L’instancabile lavoro, anche se non ha ancora ottenuto un riconoscimento adeguato a livello comunale, ha raccolto l’appoggio solidale della già ministra degli Interni Elisabetta Trenta, dell’Osservatorio Regionale sui Neofascismi e della sezione dell’Anpi di Taranto, oltre che di varie sezioni Anpi locali che hanno perorato l’iniziativa di Giangrande invitando il sindaco di Avetrana a valorizzare adeguatamente il sacrificio di tutti i combattenti del territorio.
Rino Giangrande ricorda anche che, il 7 ottobre scorso, in occasione della manifestazione organizzata dalla Cgil a Roma, ha incontrato il sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, al quale ha ricordato di aver avuto in passato un incontro con il vicesindaco Luciano Russo che gli aveva promesso di impegnarsi a far uscire dall’oblio il nostro partigiano. Il sindaco Parmeggiani ha confermato l’impegno preso.
Il 15 novembre ricorre l’anniversario della fucilazione di Pietro Mazzei; sono ormai trascorsi settantanove anni dal suo sacrificio ma l’Anpi del territorio tarantino è ancora in attesa che l’amministrazione di Avetrana collabori con l’associazione dei partigiani affinché si valorizzi adeguatamente il sacrificio di tutti combattenti del luogo e non si faccia cadere nell’oblio la loro Memoria e il loro messaggio di Libertà.
Sergio Melchiorre
L’Anpi di Avetrana e l’Associazione Grande Salento (Ags) anche quest’anno hanno scritto al sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ma la lettera è rimasta finora senza risposta come in passato.
Pubblicato domenica 12 Novembre 2023
Stampato il 21/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ci-guidavano-le-stelle/pietro-mazzei-il-martire-partigiano-discriminato/