Licia e Giuseppe Pinelli con le figlie Claudia e Silvia

Sono trascorsi 55 anni dalla strage neofascista di Piazza Fontana con la quale è iniziata la strategia della tensione nel nostro Paese e dalla tragica fine di Giuseppe Pinelli, partigiano, anarchico, ferroviere, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, “vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di una improvvisa e assurda fine”, come ebbe a dire il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 9 maggio 2009.

L’Ambrogino d’Oro, la più prestigiosa benemerenza della città di Milano (Imagoeconomica, Sara Minelli)

Nel corso della manifestazione svoltasi il 12 dicembre in piazza Fontana, il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato di voler assegnare a Licia Rognini Pinelli, che ci ha lasciato lo scorso 11 novembre, l’Ambrogino d’Oro alla Memoria. “Un atto di rispetto per il suo impegno civile – ha ricordato Sala – ma anche un ringraziamento a lei e alla famiglia che hanno trasformato il dolore per la perdita, in amore per la giustizia”.

Carlo Smuraglia (1923, 2022) durante un incontro al Quirinale con il Presidente Mattarella (Imagoconomica)

Il ricordo commosso di Pino e Licia si lega per me a un’altra cara persona, Carlo Smuraglia, per anni presidente nazionale Anpi, che è stato l’avvocato della famiglia Pinelli per oltre mezzo secolo.

Nel libro di Licia e Pinelli e Piero Scaramucci “Una storia quasi soltanto mia”, Smuraglia ricorda: “La vicenda di Giuseppe Pinelli è una di quelle che hanno segnato più profondamente la mia vita non solo sotto il profilo professionale, ma anche dal punto di vista umano. Il modo in cui furono condotte le prime indagini, le vicende processuali successive, il comportamento di alcuni funzionari dello Stato, mi hanno colpito profondamente, aggiungendosi a un fatto di per sé così drammatico, come la morte di un uomo libero e onesto, mentre si trova illegalmente in stato di fermo”.

L’ultimo saluto di Silvia Pinelli, figlia di Pino, ai funerali di Carlo Smuraglia, celebrati a Palazzo Marino alla presenza della massime autorità civili e di una marea di persone

Smuraglia unisce il ricordo di Pino a quello di Licia Rognini Pinelli “una donna che ha subito la perdita, in quel modo drammatico, dell’uomo cui era profondamente legata, che è rimasta sola con due bambine e ha tenuto sempre un contegno fermo e solido, certamente al di fuori e al di là del comune”.

In centinaia per l’ultimo saluto a Licia Pinelli. Si ringrazia per le immagini l’Anpi Barona “Carlo Smuraglia” di Milano

Licia Pinelli non è mai uscita da una veste di estrema dignità, riuscendo a impartire a tutti una eccezionale lezione di rigore e fermezza, mai scevra da profonda umanità.

“Credo davvero – osservava Smuraglia – che ripensare a quelle vicende, alla strage di Piazza Fontana, alla tragica fine di Pinelli, alla strage di Brescia e ad altri eventi terribili di quegli anni e oltre, non possa che far bene alla democrazia e potrà servire ancora di più se riusciremo a trasmettere la memoria di quei fatti anche a coloro che quelle vicende – per ragioni anagrafiche – non hanno vissuto. Questo è il valore e il significato della Memoria, non come semplice ricordo, ma come riflessione sul vissuto e ricerca del significato di quel futuro che si cela dentro ogni passato”.

Roberto Cenati, comitato nazionale Anpi