6 giugno 2024. Aldo Tortorella mentre pronuncia il suo discorso durante la celebrazione a Roma degli 80 anni dell’Anpi

Debbo l’onore di aprire questo incontro alla mia più che tarda età, di cui non ho alcun merito, ma che fa di me uno dei primissimi testimoni e partecipi di questa nostra gloriosa associazione, nata nel 1944 per decisione del Comitato di Liberazione Nazionale a Roma, quando noi ancora eravamo nel Nord nella guerra partigiana.

(Archivio fotografico Anpi nazionale)

I suoi 80 anni si sommano ai 18 che io avrei compiuto quell’anno nel pieno della Resistenza cui partecipavo dirigendo il Fronte della Gioventù milanese insieme ad altri adolescenti, i miei coetanei, studenti e operai milanesi. Quattro di essi furono assassinati dai fascisti all’inizio del 1945 in una strage di rappresaglia e molti furono i giovani che caddero nelle città e nelle montagne nella lotta contro i nazisti e i fascisti al loro servizio.

A loro e a tutti i Caduti della Resistenza e dell’antifascismo di ogni età e di ogni parte politica vorrei dedicare questo ricordo.

La Sala Giulio Cesare in Campidoglio dove il 6 giugno 2024 si è svolta la celebrazione dell’80° anniversario della nascita dell’Anpi

Si dice che noi abbiamo a cuore solo i nostri Caduti. Non è vero. Noi abbiamo pietà anche per i giovani che persero la vita scagliati contro di noi o in aggressione contro popoli stranieri perché ingannati dai fascisti in nome della Patria che i fascisti avevano prima violentato con la soppressione delle libertà e poi tradito portandola alla catastrofe. Pietà per tutti, ma diverso deve essere il giudizio. Si deve ricordare sempre che c’è chi ha sacrificato la vita per affermare la libertà e la democrazia e chi è Caduto per confermare la tirannide.

Partigiani e staffette (Archivio fotografico Anpi nazionale)

I partigiani fecero la loro parte per fondare uno Stato democratico e costituzionale. Anche chi si batte per una causa giusta può fare errori. Errori ne furono fatti e poi pagati a dismisura. Ma i singoli errori di partigiani non hanno rapporto con gli orrori di cui si macchiò il fascismo fin dalla sua nascita.

Certo, come è stato detto, furono squadristi fascisti a uccidere Matteotti e con lui, poi Don Minzoni, i fratelli Rosselli a provocare la morte di Amendola e di centinaia di altri. Ma erano assassini al servizio e coperti da quello che si faceva chiamare il duce, da Mussolini, che fece morire Gramsci per il carcere e mandò alla morte in 10 anni di guerre d’aggressione contro Paesi che non ci avevano fatto nulla, centinaia di migliaia di soldati italiani e poi di civili uccisi dai bombardamenti. E coprì l’Italia di infamia partecipando al genocidio degli ebrei. Il fascismo non è una opinione ma un crimine, come disse il partigiano Presidente Pertini.

(Archivio fotografico Anpi Nazionale)

Questo ricordo avviene nel momento in cui nuovamente, ma in modo più pericoloso di altri tempi, sono minacciate quelle conquiste che sono costate tanti sacrifici, tante sofferenze e tanto sangue. Io ho definito gloriosa questa nostra associazione, non per retorica e non solo perché essa ha voluto e vuole tenere viva la memoria di quel tempo lontano, ma perché essa ha saputo essere protagonista delle lotte per difendere la democrazia in tutti questi anni.

Roma, 6-9 dicembre 1947 (per questa foto ringraziamo Ivano Tajetti, Anpi provinciale di Milano)

Prima quando ancora l’associazione rappresentava l’insieme delle formazioni partigiane era venuta la vittoriosa campagna per conquistare la Repubblica, l’Assemblea Costituente e dunque la Costituzione. Poi quando fu rotta la unità dei governi che esprimevano i Comitati di Liberazione Nazionale che avevano guidato la Resistenza e nacquero anche altre associazioni nobilissime, tutte partigiane, fu innanzitutto l’Anpi senza mai rinunciare alla sua vocazione per l’unità antifascista a essere la protagonista essenziale della difesa della Costituzione attaccata dall’esterno e dall’interno del potere governativo.

Reggio Emilia 1960

Fu l’Anpi a impegnarsi per prima nella lotta del luglio 1960 per abbattere come avvenne il primo governo di una maggioranza con i neofascisti del Msi, il Movimento Sociale Italiano, raccogliendo e suscitando l’indignazione giovanile. Furono detti i ragazzi delle magliette a strisce contro quel primo tentativo di riabilitazione dei fascisti. Una lotta che ebbe i suoi Caduti a causa dell’ordine dato alle forze di polizia di sparare sui manifestanti a Reggio Emilia e così si ripeteva la strage di Modena di 10 anni prima. E tra i Caduti, unitamente ai più giovani ci furono ancora ex partigiani scampati ai rischi della Resistenza e alle persecuzioni giudiziarie perché c’era stato anche il tempo in cui un’amnistia pensata per la pacificazione si era trasformata in pesanti condanne per centinaia di partigiani da parte di una magistratura che per le stesse accuse assolveva i fascisti e condannava i partigiani.

Ogni epurazione era stata cancellata e tutti i vecchi magistrati di regime erano tornati in funzione, compresi quelli dei Tribunali speciali per condannare gli antifascisti e per perseguitare gli ebrei. E fu l’Anpi a tenere la barra dritta e a battersi in prima linea in difesa della democrazia quando le trame eversive coltivavano propositi e tentativi di colpo di Stato e quando venne la stagione dello stragismo nero da Piazza Fontana a Piazza della Loggia sino all’eccidio della Stazione di Bologna e del terrorismo detto rosso: dalle prime gambizzazioni sino all’assassinio di Aldo Moro, capolavoro della destra eseguito da mani dette rivoluzionarie, e di Guido Rossa, estremo confine del crimine fratricida.

Arrigo Boldrini, il comandante “Bulow”

Per 60 anni l’Anpi fu presieduta da un geniale comandante partigiano, Medaglia d’Oro, che dovrebbe essere ricordato come uno dei protagonisti non solo della vittoria della Resistenza e della democrazia, ma della sua salvaguardia in un cammino che fu asperrimo, seminato di tragedie e di lutti, un parlamentare comunista italiano che fu sostenitore della inscindibilità di socialismo e democrazia e fu attivamente solidale di tutte le lotte per la pace e per le liberazioni anticoloniali di quel mezzo secolo del 900. Parlo di Arrigo Boldrini, detto Bulow.

Aldo Tortorella alla fine del suo intervento alla cerimonia Anpi di Roma

In mezzo secolo, come ho ricordato e come è ovvio, le generazioni cambiano, ma non mutano i valori per cui i partigiani si sono battuti e l’Anpi del nuovo secolo, anche per volere di Boldrini, decise di aprire le porte a tutte e a tutti gli antifascisti  e a chiunque volesse battersi per la democrazia e la pace per la difesa e l’affermazione della Costituzione, che chiede alla Repubblica di superare, cito, “gli ostacoli economici e sociali che limitano di fatto la libertà e la uguaglianza di tutti i cittadini”. È l’idea irrealizzata di una libertà solidale, cioè diversa e opposta da quella che viene insegnata e praticata come mezzo per affermare se stessi sopraffacendo l’altro. E sono queste cause che chiedono oggi una nuova capacità di azione anche all’Anpi, divenuta un’associazione che conta 153.000 persone per merito di tutti i nostri attivisti e dei nostri dirigenti.

(Imagoeconomica, Alberto Lo Bianco)

Noi siamo testimoni oggi del sovvertimento della Natura, a causa di un modello di sviluppo pensato come infinito in un mondo finito. E allo stesso tempo viviamo nuovamente i tentativi di una parte rilevante dei ceti dominanti di rispondere con regimi autoritari anziché con una maggiore giustizia sociale alla crisi della democrazia liberale e rappresentativa.

In Ucraina (Imagoeconomica, Marco Cremonesi)

E vediamo il ritorno della guerra tra le potenze. Prima in Libia e in Siria, poi in Europa, con la aggressione della Nato alla Serbia per togliergli il Kosovo e poi con l’aggressione alla Ucraina della Russia divenuta modello di nazionalismo autoritario a capitalismo selvaggio. E ora quella che pareva somigliare a una guerra civile in cui stare dalla parte dell’aggredito può sfociare in una più vasta guerra europea, sostanzialmente mondiale. Battersi contro il cieco fanatismo che preme per una guerra che dia un colpo definitivo alla Russia già sconfitta nella guerra fredda non vuol dire essere indulgenti con Putin. La solidarietà piena con i democratici russi che si battono contro la dittatura talora rimettendoci la vita non solo non è in contraddizione ma è doverosa ed è pienamente coerente con una lotta per la pace, unica via per la salvezza dell’Europa e del mondo intero.

E in Palestina…

E intanto si consuma in Palestina una strage orribile. Non si sa quante volte più grande dell’eccidio barbaro che ha generato una guerra impari. Nella Resistenza abbiamo combattuto l’antisemitismo dei nazisti autori di un mostruoso genocidio e non mutiamo parere. Siamo contro ogni forma di antisemitismo e contro ogni razzismo. E dunque anche contro il razzismo che nega i palestinesi e lo Stato deciso tanti anni fa dall’Onu e nega l’esistenza stessa del popolo palestinese, un popolo che essendo del tutto incolpevole fu chiamato a pagare con la terra che abitava da secoli le persecuzioni cristiane contro gli ebrei e il genocidio dei nazisti.

Aldo Tortorella nella sede nazionale Anpi (Imagoeconomica)

È antisemitismo quello del governo di estrema destra israeliano che genera l’indignazione del mondo e non quello di chi lo critica. Ma non è solo un riflesso di pericolose tendenze mondiali, il fatto che in Italia si siano venute affermando nei luoghi del potere politico idee diverse od opposte a quelle che hanno ispirato la Resistenza e la Costituzione figlia dell’antifascismo. Qui vi è stato anche il disorientamento di quelle forze politiche laiche e cattoliche che avevano salvaguardato la Costituzione per mezzo secolo.

Il Quirinale (Imagoeconomica, Sara Minelli)

L’Anpi non è un partito, ma come sempre è suo dovere – che sta compiendo – di pronunciarsi e battersi come più di ogni altra associazione democratica per contrastare i pericoli che corre la democrazia costituzionale. E così fu, infatti, anche quando pochi anni fa uno stravolgimento costituzionale fu proposto da un governo detto di sinistra. Con la elezione diretta del presidente dell’esecutivo, arricchito da una maggioranza parlamentare automatica, ritorna il tentativo di un sistema di potere personale che esautora la funzione di arbitrato del presidente della Repubblica e annulla la funzione del Parlamento, già da tempo violentato da leggi elettorali incostituzionali che trasformano maggioranze relative di votanti sempre in diminuzione in maggioranze assolute negando il pari valore di ogni voto delle cittadine e dei cittadini.

In più l’autonomia differenziata minaccia una vera divisione dell’Italia, riaprendo una spaccatura mai completamente sanata. Questi che si spacciano da patrioti non rispettano neanche il Risorgimento che unì l’Italia, riproponendone solo gli errori e mettono in pericolo le fondamenta della Costituzione e le sue radici che affondano nella cultura dell’antifascismo.

Alla Camera ardente allestita a Roma

Avanza, anche da parte del potere governativo, una contraffazione della storia volta a riabilitare il fascismo e a riproporre una mentalità subalterna di odio verso i diversi di colore o di sentimenti, verso gli immigrati senza i quali saremo al disastro economico. Verso gli intellettuali liberi e creatori. Verso la cultura che ha salvato l’Italia. L’antifascismo non fu e non è solo una negazione. Nega il fascismo per affermare i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà, dei diritti sociali e civili di ciascuna e di ciascuno. Nega il fascismo bellicista per affermare la pace e la fraternità dei popoli. Noi vecchi abbiamo fatto quello che abbiamo saputo fare. Ma evidentemente non è bastato. Anche mettendo da parte gli errori di quelli che hanno ceduto alle mode, dimenticando il passato e ritenendolo superato per sempre.

Avrete molto da fare, cari amiche e amici, care compagne e cari compagni, nella ricerca e nell’azione. Voi che siete le nuove partigiane e i nuovi partigiani della pace, della democrazia progressiva, della libertà solidale.
Grazie.

Aldo Tortorella

 


IL VIDEO

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