Carla Ferro apparteneva alle tante coraggiose staffette partigiane della lotta di Liberazione. Era una delle tante combattenti a cui era assegnato il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate partigiane del territorio. Pietro Secchia scrive con parole di grande ammirazione: «È impossibile citare e ricordare i nomi di tutte. Abbiamo avuto bisogno dell’aiuto di centinaia e centinaia di loro, della loro iniziativa, delle loro cure e del loro coraggio. Ai partigiani e ai combattenti sono state date delle medaglie, agli intriganti anche, alle donne della Resistenza poco o nulla. Ma coloro che le hanno conosciute porteranno sempre nei loro cuori il ricordo di ciò che sono state; alle staffette, alle infermiere, a tutte le donne partigiane va l’affetto imperituro dei garibaldini».

Nemmeno diciassettenne, Carla Ferro era stata arruolata con mansioni di corriere e informatore. Come le altre donne, perché poteva muoversi con maggior libertà rispetto agli uomini. Si trattava di incarichi molto rischiosi e per portarli a compimento doveva decidere da sola come organizzarsi, dove passare, dove dormire, di chi fidarsi, affrontare eventi imprevisti, avere la capacità di mimetizzarsi, recitare parti credibili. Dietro ogni curva ci poteva essere il pericolo.

Il presidente della sezione Anpi di Portovenere, Saul Carassale

Il presidente Anpi di Portovenere, Saul Carassale, ha scritto: “Carla Ferro è stata un donna coraggiosa e coerente che non si è mai voltata dall’altra parte. Un’antifascista che ha combattuto durante la Resistenza. Una vita a testa alta con la forza dei propri valori senza mai cedere all’indifferenza. Oggi la ricordiamo con grande affetto e tutti noi che l’abbiamo amata ha lasciato un profondo insegnamento morale e politico. Una guida in questo momento difficile per la democrazia e la libertà”.

Carla Ferro era conosciutissima nel territorio, abitava alle Grazie, un piccolo borgo marinaro di Portovenere che “ha perso un’altra sua anima, combattiva e concreta, che tanto ha dato al risveglio culturale della nostra comunità”. Così la Pro Loco la ricorda, aggiungendo che “per raccontare Carla non basterebbe un libro. Si potrebbe partire dal suo impegno negli anni difficili del Secondo conflitto mondiale e nel suo ruolo di giovane donna nella Liberazione, per arrivare alle sue battaglie ambientaliste con i colori bianco/blu dell’associazione Marevivo e proseguire ancora parlando della cura che lei, con le altre donne del borgo, metteva nell’abbellire le strade nelle occasioni importanti, che fossero una processione religiosa o una festa”.

Noipartigiani.it, il memoriale della Resistenza italiana, l’ha intervistata. Raccontò del padre antifascista, delle invettive della madre contro Mussolini perché la guerra e i bombardamenti erano tutta colpa del duce. Sfollata a Campo ligure con la famiglia, la giovane decise insieme al fratello, più grande di lei, di fare qualcosa. Presero contatti con i partigiani, che affidarono loro volantini da distribuire nelle case. Ricordava bene Carla il manifesto fatto affiggere da Almirante dove si prevedeva la pena di morte per gli uomini che non si fossero arruolati nella Rsi.

Poi l’idea di finanziare la lotta con una filodrammatica che chiamarono “Giovinezza” per rappresentazioni che avrebbero raccolto fondi ufficialmente per la Croce Rossa, in realtà per le formazioni partigiane. Raccontò l’espediente, parlando un poco il tedesco, per salvare il fratello rastrellato già caricato su un treno diretto a Mauthausen. Da lì la scelta di operare come staffetta.

L’amore per la cultura è stata una costante della sua vita, in tarda età si dedicò come autrice, regista e interprete di una ventina di commedie dialettali alla storia del territorio, oltre a essere una ricercatrice che spulciava archivi e vecchie cassapanche per poi realizzare mostre con l’amica Anna Maria Carpena.

(da noipartigiani.it)

Le ultime parole, quasi un testamento a Noi partigiani sono state “Ho sempre amato la libertà. Bisogna ribellarsi alle ingiustizie, io allora avevo tanta rabbia e mi sono ribellata perché non ne potevo più dei soprusi dei fascisti”.

Carla verrà ricordata insieme all’Anpi di Portovenere alla struttura “Forza&Coraggio” alle Grazie, verranno proposte due interviste e la docente dell’università di Pisa Teresa Catinella presenterà una ricerca sulle staffette partigiane.

Vinicio Ceccarini