I bambini della scuola di Mezzano (RA)

Alla fine ha vinto il 25 aprile. Sulle polemiche organizzate, sulle mistificazioni, sulle volgarità.

Hanno vinto le tantissime piazze d’Italia piene di persone libere e liberate dalla follia della guerra, dall’irresponsabilità di alimentarla.

Hanno vinto gli alunni e le alunne delle classi quinte della Scuola Primaria Rodari e di quelli/e di terza dell’Istituto Comprensivo Valgimigli di Mezzano (Ravenna). La bellezza e la semplicità di pace dei loro disegni hanno definito l’essenza del 25 aprile in modo esemplare.

Lo striscione di Verona, un auspicio di pace

Hanno vinto le ragazze e i ragazzi che hanno preso la parola a Ivrea, quelli del Collettivo studentesco solidale di Udine che portavano uno striscione son sopra scritto “Studiare e ricordare”, quelli dell’ANPI e della Rete degli studenti medi che a Verona hanno lanciato l’appello: “FATE in modo di lavorare per la PACE”.

Sì, le ragazze e i ragazzi che ne sanno e capiscono molto di più di generazioni di adulti incrostate di opportunismi e ottusità.

Caltanissetta

Il 25 aprile hanno vinto i fiori deposti a Piacenza, a Chiaravalle (Ancona), a Pavullo (Modena), a Brindisi sotto le targhe delle vie dedicate alle antifasciste e agli antifascisti perseguitati, alle partigiane e ai partigiani, ai militari, alle deportate e ai deportati a tutte e a tutti i combattenti per la libertà.

Hanno vinto iscritti e dirigenti ANPI che hanno attaccato sui muri delle strade di Caltanissetta cartelli con i 12 principi fondamentali della Costituzione.

Alla Festa della Liberazione, a Roma, a Porta San Paolo, anche i partigiani Iole Mancini, Mario Fiorentini e Mario Di Maio

Hanno vinto la partigiana Iole Mancini, 102 anni, il partigiani Mario Fiorentini, 103 anni, e Mario Di Maio, 94 anni che hanno sentito il dovere di essere presenti sul palco di Porta San Paolo a Roma, pur con fatica, per portare il loro saluto e dare coraggio ed entusiasmo.

Hanno vinto le folle a Marzabotto e a Casa Cervi.

Ha vinto il calore della solidarietà alla popolazione ucraina devastata da un’aggressione criminale.

L’emblematica immagine di Milano

Il 25 aprile è stata letteralmente la Festa della speranza. Che ha pienamente realizzato l’auspicio pronunciato dal Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, nel corso del suo intervento a Milano: “Per queste ragioni, contro la disperazione, facciamo di oggi, il 25 aprile 2022, il giorno della speranza. Su queste cose, su questi pensieri, su queste emozioni, possiamo, vogliamo e dobbiamo essere uniti. Davanti ai morti e alle distruzioni abbiamo il dovere di pensare col cuore”.

Un passaggio naturalmente ignorato dalla stampa, presa esclusivamente dalla caccia a spaccature inesistenti e dalla demolizione delle persone. Il Presidente nazionale dell’ANED, Dario Venegoni, ha mirabilmente sintetizzato, sempre a Milano, la condotta di certa informazione: “Dobbiamo tutti respingere le rozze semplificazioni, l’insofferenza per qualsiasi ragionamento che sembra farsi strada anche nelle redazioni di tanti giornali. Lo dico a certi colleghi che alla loro scrivania sembrano indossare l’elmetto e la mimetica e che ogni giorno sono pronti a partire all’attacco, a condannare come disfattisti, se non come quinte colonne del nemico chiunque osi fare un qualsiasi ragionamento attorno al ruolo del nostro paese e dell’Europa di fronte alla aggressione russa all’Ucraina”.

A tutte e a tutti, adesso, il compito fondamentale, di prendere per mano la ventata di aria rigenerante del 25 aprile e seminarla in ogni angolo e coscienza del Paese: quell’antica e autentica forza di coesione e civiltà farà il resto.