In vista del Comitato nazionale Anpi che si riunirà il 19 gennaio 2024 e tra i punti all’odg avrà la prima Assemblea dei giovani dirigenti dell’associazione, Patria vi propone i contributi di Sara Cucciolito e di Claudia Cammarata, rispettivamente coordinatrici dei tavoli di lavoro “Forza di gravità, seduzione e missione dell’Anpi” e di “Ovunque. È la grande periferia”. Sono già online il racconto di Silvia Folchi, componente del comitato nazionale, le riflessioni del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e la bella lezione dello storico Eric Gobetti. Ma non finisce qui, seguiranno altri articoli per dare conto al meglio di un importante ed entusiasmante appuntamento. La parola adesso alle ragazze e ai ragazzi Anpi attraverso i report di Sara Cucciolito e di Claudia Cammarata.
Giovani Anpi, il megafono del cambiamento
Tavolo di lavoro “Forza di Gravità, seduzione e missione dell’associazione”. Dare fiducia a chi fa parte dei millennials e della genZ per fare rete, affidare responsabilità per stimolare lo scambio generazionale e fidarsi delle loro idee. Perché nulla è più resistente di una nuova e buona idea
Sara Cucciolito
Il tavolo di lavoro a tema – Forza di Gravità, seduzione e missione dell’associazione – si è pregiato della partecipazione di giovani dirigenti, comunicativi, responsabili e già molto attivi nei rispettivi comitati di sezione. L’emozione di parlare con loro non ha trovato alcun filtro.
Essi sono CUSTODI di tempi solo apparentemente lontani e agiscono attraverso un corpus di conoscenze ereditato proprio dalle generazioni passate. Sono ARTEFICI che utilizzano la cultura e l’intraprendenza come leva per la sperimentazione del nuovo. Sono anche FUNAMBOLI, impegnati nel tentativo di arrivare agli obiettivi, propri e comunitari, attraverso un equilibrio messo a dura prova da un contesto storico, politico e sociale, mutevole e decisamente incerto. Sono indubbiamente RICERCATORI di memorie, ma chiedono a gran voce la compagnia di una guida che li affianchi, senza paternalismi, in una sorta di “palestra di adultità”, allargando quella che può essere definita “socialità generazionale ristretta”.
Tutte e tutti loro si sentono a casa nell’Anpi: lo ribadiscono con forza. Ma vivono molteplici frustrazioni. Sentono di doversi occupare della Storia e delle storie passate, che altrimenti andrebbero dimenticate; sono accusati di vivere nel presentismo frenetico e schiacciante. Sanno che, nelle loro sezioni o comitati, sarà difficile prendere l’iniziativa senza che la loro intraprendenza venga considerata inopportuna, o addirittura irrispettosa, da chi resta ancorato ai propri protagonismi. E come se non bastasse, percepiscono l’ansia per il compito che si sono assunti per il futuro dell’associazione. Vogliono che l’Anpi abbia un domani.
Chi, a tali condizioni, non proverebbe paura?
Eppure sono qui. Devoti alla Carta costituzionale nella sua integrità, testimoni della storia che cambia. E hanno il DIRITTO DI CONTARE.
Incoraggiamo il protagonismo giovanile. L’attività presso le sedi deve offrire un palcoscenico su cui potersi esprimere. Attraverso i giovani, chiamare a raccolta gli altri giovani, di altri ambiti, di altre associazioni, di altri gruppi, dando loro la possibilità di essere propositivi e di fare quello che sanno fare meglio. Molti di loro sono “Anpi” ma non sanno di esserlo. Coinvolgiamoli in progetti che hanno a che fare con la cittadinanza attiva, l’intercultura, la democrazia partecipativa, l’informazione, l’arte o lo sport. Invitiamoli a diventare MEGAFONI DEL CAMBIAMENTO a partire da attività concrete, aiutiamoli ad assumere il ruolo di dialogatori e mediatori tra le diverse componenti sociali. Creiamo reti e sinergie. Collaboriamo con le altre realtà che si occupano di aggregazione giovanile, scambiamoci spazi, competenze e idee. Muoviamoci al di fuori delle sedi istituzionali e invitiamo i giovani a scoprire il “territorio associativo” in tutte le sue dimensioni.
Molto importante è anche il lavoro sulla fidelizzazione e altre forme di membership, poiché inducono a ripetere le esperienze positive nel tempo. Rispetto alla fruizione positiva di un avvenimento, i giovani sono i primi che, tramite il passaparola e la condivisione del proprio vissuto sui social network, ingaggiano i coetanei.
Sperimentiamo i linguaggi del web. Anche online si possono creare contatti utili in attesa di relazioni tangibili: non facciamoci spaventare dalle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, ma scopriamole e studiamole come nuovi modi per interagire con la comunità di volontari. Del resto, creare e curare la propria presenza online, è anche segno di trasparenza e volontà di aprire le porte della propria associazione a una platea più vasta.
Lavorare con i giovani richiede grande investimento di tempo e impegno. Perché non nominare un “responsabile giovani” che diventi il punto di riferimento per le ragazze e i ragazzi? Ciò non penalizzerà il dialogo fondamentale tra generazioni, anzi. Scegliere un loro coetaneo, che organizzi le attività in maniera regolare e costante, potrà soltanto rafforzare le azioni associative.
A quel punto però, lasciamo che il gruppo di volontari adotti modalità e tempistiche non convenzionali: non c’è niente di meglio che organizzare la riunione settimanale in serata, a casa di qualcuno, mangiando una pizza e bevendo una birra per creare la giusta voglia di impegnarsi e rinnovare di volta in volta la motivazione.
Le parole d’ordine devono essere amicizia, convivialità e, soprattutto, ENTUSIASMO. Perché L’ENTUSIAMO è l’ANTIDOTO alla DISILLUSIONE, che ci paralizza invece di farci crescere. Se mischiamo il desiderio di radici con talenti pratici ed entusiasmo giovanile, allora ecco che saremo tutti sedotti dalla Memoria stessa. E dall’Anpi stessa, che seduce ma non abbandona mai.
Tutto necessita di un ingrediente fondamentale per essere realizzato: ai giovani bisogna dare FIDUCIA. Fate la scelta di investire su di loro: ascoltateli, dategli delle responsabilità, stimolate lo scambio generazionale e fidatevi delle loro IDEE. In fondo, nulla è più Resistente di una nuova e buona idea!
Sara Cucciolito, vicepresidente Comitato provinciale Anpi Napoli
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Riconoscersi nella Costituzione perché il valore della differenza non deve mai trasformarsi in diseguaglianza
Tavolo di lavoro “Ovunque. È la grande periferia”. Sia quella fisica sia quella sociale e culturale sono fertili bacini di neofascismi e malavita organizzata. Il teatro, l’arte e la cultura come strumenti di dialogo, coinvolgimento, incontro, e di Memoria.
Claudia Cammarata
Il tavolo di lavoro che ha avuto come tema portante l’ANPI e la questione delle periferie – fisiche, sociali e culturali – ha visto la partecipazione di tanti giovani provenienti da contesti e aree geografiche differenti e da diversi vissuti politico-associativi. Ciò ha portato a un confronto ricco di esperienze e di spunti di riflessione sul ruolo che ha e che potrebbe avere l’ANPI in contesti fisicamente e socialmente decentrati.
“Ovunque. È la grande periferia”. Ovunque vi sia marginalità e malessere sociale, terreno fertile per la radicalizzazione dei neofascismi e delle mafie.
Ovunque vi sia disgregazione sociale e ovunque la questione sociale sia avvertita con maggiore urgenza.
Ovunque l’individualismo perorato e nutrito dalla società capitalista non lasci spazio alle relazioni, alla partecipazione e alla solidarietà sociale.
Molto sentita dalle giovani e dai giovani la questione dell’identità politica dell’ANPI solo apparentemente fuori contesto dal nostro tavolo di lavoro ma precondizione necessaria per comprendere dove e come incidere, soprattutto nei contesti e tra le fasce sociali schiacciate dalla precarietà delle condizioni di vita e di lavoro.
Come esserci, dunque? Come incidere?
Attraverso la costruzione di solide reti territoriali con associazioni, organizzazioni, con le istituzioni (in particolar modo con quelle scolastiche, soprattutto quelle maggiormente soggette a segregazione).
Attraverso modalità sperimentali di approccio e di partecipazione: il teatro, l’arte e la cultura come strumenti di dialogo, di coinvolgimento, di incontro e di Memoria.
Attraverso una proposta che abbia come fondamento l’intersezionalità: non campi di lotta isolati ed esclusivi ma partecipazione interconnessa che tenga conto dei divari sociali e dei fenomeni sociali complessi.
Attraverso la nostra Costituzione antifascista, la Costituzione di tutte e di tutti. La Costituzione che pone la persona e la sua dignità al centro, che tiene conto delle differenze e delle specificità.
Differenze e specificità che mai devono tramutarsi in discriminazioni e diseguaglianze. In periferie.
Claudia Cammarata, presidente Anpi sezione Caltanissetta, componente comitato provinciale
Pubblicato martedì 2 Gennaio 2024
Stampato il 23/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/anpi/giovani-anpi-il-diritto-di-contare/