Il pomeriggio del 29 settembre si è tenuto, nella sede dell’ANPI nazionale, il preannunciato incontro tra partiti, associazioni e movimenti (25 invitati e foltissima partecipazione) per valutare come reagire – insieme – alla escalation di movimenti di tipo fascista che si sta realizzando nel nostro Paese ed all’avanzata – non solo da noi ma in tutta Europa – di tendenze e spinte, riconducibili ad una complessa tipologia di egoismi e nazionalismi, di xenofobia, di razzismo, di autoritarismo, tendenze che, a buon diritto, vengono ricondotte ad una nozione più ampia, e in parte “nuova”, di “fascismo”.
Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità di costruire, non importa in quale forma (si vedrà in seguito) un fronte comune contro questi fenomeni e contro la loro intrinseca pericolosità.
Tutti hanno concordato anche sulla necessità di intervenire non solo con i metodi più naturali e tradizionali (la denuncia alla Magistratura, i presìdi, l’opposizione netta alle iniziative più clamorosamente “fasciste”), ma anche con un grande impegno culturale e formativo, non solo nei confronti dei giovani, ma anche delle cittadine e dei cittadini tutti.
Molti hanno rilevato l’esigenza di un rinnovamento della scuola, nel senso della trasformazione progressiva da fonte di nozioni, preparazione a mestieri e professioni, ed attività di vario genere, a centro fondamentale di formazione e preparazione alla “cittadinanza attiva”.
Si trattava di un primo incontro e dunque l’obiettivo di concordare sulla necessità di una vera unitarietà di intenti e di azioni può considerarsi raggiunto, non essendo emerse voci contrarie o proposte alternative. Si è invece riservata ad altri incontri la complessa tematica del “come” affrontare e contrastare questi fenomeni, come analizzarli in modo più approfondito, come renderne più evidenti i contenuti, gli obiettivi e la pericolosità. Si è, insomma, aperta – e bene – una strada, tra associazioni democratiche, movimenti ed aree più specificamente politiche (con qualche, forse significativa, assenza).
Si è discusso anche del progetto, avanzato da Forza nuova, di una manifestazione nazionale, proprio il 28 ottobre, data rievocativa della marcia su Roma, che fu una delle prime mosse “ufficiali” del nascente fascismo. Allo stato è emerso che nessuna richiesta è stata presentata, finora, alle Autorità competenti. Comunque la volontà delle Istituzioni è già emersa con nettezza da due dichiarazioni molto ferme del Capo della Polizia e del Ministro degli Interni, da cui si evince che una richiesta del genere, se formulata, non potrebbe essere accolta, proprio perché si tratta di una data pacificamente evocativa di un evento che ha avuto terribili conseguenze nel Paese e che una chiara legislazione vieta di ricordare ed esaltare.
Questo non significa, peraltro, abbassare la guardia. Si è deciso, dunque, di chiedere al Ministro degli Interni, di adottare misure prevenzionali, anche con adeguate e tempestive istruzioni agli organismi periferici che da quel Ministro dipendono. Si è deciso, inoltre, di valutare se già in alcune delle iniziative che l’ANPI stessa intende promuovere, può realizzarsi quella collaborazione ed unitarietà di intenti di cui si è parlato nel corso di questo primo incontro.
L’ANPI, comunque, ha informato – tramite il suo Presidente – di aver già da tempo “mobilitato” per il 28 ottobre, tutte le proprie organizzazione, riservandosi – come del resto ha deciso lo stesso Comitato Nazionale – di comunicare per tempo e con chiarezza le iniziative che verranno adottate. Altrettanto verrà fatto, anche per ogni possibile ed auspicabile partecipazione, nei confronti dei presenti alla riunione del 29 scorso.
Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’Anpi, da ANPInews n. 259 – 3/10 ottobre 2017
Pubblicato martedì 3 Ottobre 2017
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