Andrea Palladino scrive per il Manifesto, il Fatto quotidiano, l’Espresso, l’Unità. Questa estate per Famiglia Cristiana ha condotto un’inchiesta sull’organizzazione europea di estrema destra Generazione Identitaria, con radici anche in Italia, e il progetto “Defend Europe” di respingere in mare i migranti. Per il suo lavoro è stato minacciato dai neofascisti.
Palladino, come è nata l’inchiesta?
Ho cominciato a lavorare incuriosito dall’annuncio di un network notoriamente legato all’estrema destra francese di affittare una nave per fermare gli sbarchi, la C-Star. In passato avevo realizzato inchieste sulle ecomafie e sulla criminalità organizzata. Mi è balzata all’occhio la proprietà dell’imbarcazione: secondo i registri britannici, appartiene alla Maritime Global Service Limited, con sede nel Galles e un unico socio e rappresentante, lo svedese Sven Tomas Egerstrom. Come è risultato dai documenti consultati, il suo nome è collegato a una holding specializzata in azioni di scorta armata ai cargo mercantili nel Golfo di Aden, tra lo Yemen e la Somalia, per difenderli dai pirati. Inoltre su Linkedin, la rete per i contatti professionali, la bacheca ufficiale della società contiene il profilo di alcuni dipendenti: sono soprattutto ex militari ucraini e russi. Dei contractor, mercenari che lavorano in contesti di guerra.
Poi hai approfondito il legame con alcune formazioni di estrema destra, europee e italiane. Cosa hai scoperto?
Dagli elenchi risultava che, con un appellativo diverso, la nave utilizzata da Generazione Identitaria faceva parte di una “floating armoury”, cioè aveva funzioni di deposito di armi e di punto di appoggio dei mercenari assoldati. È un comune escamotage per evitare problemi con le regole sull’embargo degli armamenti. Gli esponenti di GI sostenevano di aver ottenuto un prezzo di affitto molto favorevole. Poi sono andato avanti cercando di capire meglio cos’è GI, in Europa e da noi.
Generazione Identitaria è presente nella mappa realizzata da Patria su Facebook e la galassia nera…
Non conoscevo, purtroppo, il vostro lavoro, è formidabile e utilissimo. Da parte mia, ho ripercorso i passi di GI in Europa e nel nostro Paese. Ha preso avvio in Francia, nel 2102, come associazione giovanile di “Bloc identitaire”, fondato nel 2003 e che nel 2016 ha cambiato nome in “ Les Identitaires”. Sul suo sito GI si presenta con un manifesto definito “Dichiarazione di guerra”. E scrive: “Noi siamo la generazione della frattura etnica, del fallimento totale del vivere insieme, del meticciato imposto. Abbiamo chiuso i vostri libri di storia per ritrovare la nostra memoria”. Sono revisionisti e seguaci della teoria dello scrittore Renaud Camus: affermano che è in atto “la grande sostituzione”, cioè la sostituzione della popolazione europea con quella di origine africana. Si rifanno all’esperienza di “Unità Radicale”, l’organizzazione estremistica sciolta nel 2002 dal Presidente Chirac e dall’allora ministro dell’Interno Sarkozy perché, spiegava il decreto, con le sue pubblicazioni incoraggiava la violenza, in particolare contro gli stranieri immigrati, e propagava l’antisemitismo. Oggi Bloc identitaire si pone alla destra del Fronte Nazionale, più vicino a Jean Marie Le Pen che a Marine. La prima azione, emblematica, di GI francese fu l’occupazione della moschea in costruzione a Poitiers, la città di Carlo Martello. Poi hanno cominciato a organizzare aperitivi a base di carne di maiale. Di fatto si escludevano dalla partecipazione appartenenti alla religione islamica ed ebraica.
Quando compare in Italia GI?
Dalla Francia, in principio, hanno stretto legami con i movimenti regionalisti. Per esempio, nel 2009 si tenne a Nizza una riunione dell’organizzazione “Nisa Rebella”. Vi partecipò anche il leghista Borghezio: venne ripreso di nascosto dalle telecamere di Canal Plus e su YouTube c’è il filmato in cui invita i giovani a spingere sul regionalismo e farsi eleggere nelle amministrazioni locali. GI dalla Francia si è poi diffusa in Germania e Austria. Hanno contatti stretti anche con formazioni di estrema destra in Russia. Le prime tracce in Italia risalgono al 2013. Una recente iniziativa è “Assise (?) per la re-immigrazione”. Sul loro sito sostengono che gli immigrati presenti in Europa andrebbero rispediti oltremare; promuovono l’annullamento di tutti i visti per ricongiungimento familiare; immaginano in futuro un apposito sottosegretariato per la re-immigrazione. Intervistato da Libero, uno dei leader ha smentito tutto, ma il programma resta ben visibile sulla loro pagina web. La nave C-Star fa parte di questo percorso, con tanto di campi di addestramento, sono chiamati “Università d’estate identitaria”. Insegnano pugilato, difesa dagli attacchi della polizia, ma anche tecniche di comunicazione e rapporti con i media e fanno scuola di formazione politica.
Dove si tengono in campi di addestramento?
In passato sono stati organizzati in Francia nella zona del Ronne, sulle Alpi, e l’ho documentato inserendo un video su Famiglia Cristiana. Le località vengono sempre e unicamente comunicate tramite Facebook su gruppi chiusi, devi essere invitato per partecipare. Pochi giorni fa si sono radunati in Friuli Venezia-Giulia insieme a GI Slovenia. Questo è un fatto, ma il luogo è rimasto segreto.
Quanti sono in Italia i militanti di GI?
Su Fb risulta avere circa 45mila simpatizzanti. Ovviamente i militanti sono molti meno. Però hanno spazi attivi a Torino, Bergamo, e poi a Milano, Modena, in Sardegna e Friuli. A Brescia hanno l’indirizzo di un garage dall’associazione locale Brescia ai bresciani, dove si trovano adesivi di Forza Nuova e con entrambe hanno messo in piedi la presentazione di “Defend Europe”. Tra le sedi annunciate di prossima apertura si indica Venezia, la Toscana e la Liguria. Nel luglio scorso, a Roma, a guardare le foto diffuse, circa una trentina di militanti si è riunita in un albergo. Impossibile però individuare quale fosse l’hotel. Il responsabile capitolino provenire da “Offensiva studentesca” e sono state realizzate iniziative con “Aurora boreale”, un’associazione culturale di fuoriusciti di Forza Nuova. Il presidente nazionale di GI, Lorenzo Fiato, 24 anni, ha una storia legata al think tank leghista “Il talebano” ed è stato vicino a un ex deputato della Lega attualmente assessore a Sesto San Giovanni.
L’equipaggio della C-Star era composto da appartenenti a GI?
Come ho scritto su Famiglia Cristiana in uno degli articoli, a bordo della nave, ricordo fermata in Egitto e poi a Cipro, la figura centrale delle operazioni era Alexander Schleyer, un ex sergente della marina tedesca, in servizio su una nave usata da intelligence, residente in Austria e impiegato in attività di sicurezza privata di scorta ai cargo mercantili.
Questo personaggio era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare dei Verdi austriaci perché assunto come assistente parlamentare di un deputato del partito nazionalista e della destra populista FPÖ. Schleyer postava sui social immagini di una maglietta con la scritta “Defend Lampedusa” e il disegno della bocca di uno squalo spalancata verso i migranti caduti in mare. Maglietta e adesivi con la scritta “Nazikiez”, cioè quartiere o città nazista, erano venduti online dal sito “antisem.it”, dominio italiano dunque, che metteva come contatto una casella postale di Dortmund. Dopo la mia inchiesta il sito è stato chiuso dagli stessi proprietari.
E ci sono esponenti di GI Italia coinvolti nelle operazioni della C-Star?
Sulla pagina Facebook di GI italiana si parlava del portavoce ed esponente della prima ora Gian Marco Concas, trentanovenne ex ufficiale della marina militare, cattolico integralista; veniva presentato come esperto di intelligence, il “direttore tecnico” dell’intera operazione navale della rete europea anti migranti. Ho scoperto che faceva parte del gruppo social della “IMI Security Service”, cioè l’agenzia di contractor che aveva denunciato prima ai servizi segreti italiani e poi alla polizia le “anomalie” della nave tedesca Iuventa, facendo aprire l’indagine della Procura di Trapani. Nonostante l’IMI sostenga di non aver nulla a che fare con Concas, il gruppo non è aperto al pubblico: è collegato al sito web ufficiale della società e prevede l’approvazione della richiesta di iscrizione da parte degli amministratori. E mentre in Italia esplodeva la polemica, dalla sua pagina Facebook, Generazione Identitaria quasi suggeriva che anche due navi catalane, la Open Arms e la Golfo Azzurro, avessero rapporti con i trafficanti. Per provarlo, a fine luglio, su Twitter hanno pubblicato una carta nautica dove si mostrava la Open Arms a un miglio dalla costa libica invece di essere in mare aperto a salvare i migranti. Beh, era un falso. L’ho documentato raccogliendo la testimonianza diretta di Marine Traffic, l’hub digitale che raccoglie e pubblica i dati di navigazione. Il trasponder della nave Open Arms era stato manipolato, hanno confermato i tecnici, da ignoti hacker. È un trucchetto già utilizzato in passato per truffare le assicurazioni.
Generazione Identitaria non l’ha presa bene, sei stato minacciato…
In un video Concas ha letto un comunicato ufficiale di GI. Con tono di scherno l’organizzazione si rivolgeva alle associazioni antirazziste, all’Arci e alla redazione di Famiglia cristiana. Io sono descritto come un isolato giornalista, “sacrificabile”, un freelance senza le spalle di una redazione. Frasi ripetute in un blog dove scrive Gabriele Adinolfi, tra i fondatori di Terza Posizione e sostenitore di GI.
Dove si trova ora la C-Star?
La nave ha vissuto mille peripezie. E continuano ancora. All’inizio l’equipaggio di Generazione Identitaria doveva salire a bordo a Catania ma la rete antifascista si è mobilitata e lo ha impedito. Così in altri luoghi europei. A Tunisi i pescatori si sono schierati davanti al porto impedendo l’attracco ed esibendo cartelli con scritto “No oil, no acqua, no mangiara”. È divenuto un hashtag popolarissimo su Twitter. Ora la nave è ferma davanti a Malta, l’equipaggio di GI è riuscito a sbarcare ed è tornato a casa. La C-Star sembra quasi destinata a divenire un vascello fantasma.
L’inchiesta sulle formazioni dell’estrema destra proseguirà, nonostante le intimidazioni?
La solidarietà antifascista non mi fa sentire solo. E spero si moltiplichino inchieste come la mia, nell’interesse della democrazia. Noto per esempio che la campagna anti migranti ha avuto spazio anche in canali parlamentari. Gruppi e organizzazioni estremistiche hanno un consenso sempre maggiore, soprattutto grazie alla propaganda sui social e al favore loro concesso dalla stampa di destra, nonostante la povertà culturale e l’uso dei vecchi arnesi del fascismo e del nazismo che li connota. Forza Nuova per il prossimo 28 ottobre, data della marcia su Roma nel ’22, ha annunciato su Fb una manifestazione nazionale contro lo Ius Soli, denominandola “marcia dei patrioti”. Serve maggiore attenzione della magistratura, delle istituzioni repubblicane e soprattutto dei cittadini. Io di sicuro vado avanti.
Pubblicato venerdì 8 Settembre 2017
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